SINTESI DELL’INTERVENTO DI GIORGIO CREMASCHI AL COMITATO DIRETTIVO
DELLA CGIL DEL 29/04
Care
compagne e cari compagni,
visto il breve tempo a disposizione voglio subito chiarire che
chiedo il congresso anticipato della Cgil come condizione per
affrontare, senza ulteriori disastri e rotture, la difficilissima e
nuovissima situazione che abbiamo davanti.
“Non possiamo negare la realtà: anche la Cgil ha perso le elezioni.
E questo prima di tutto perché la Cgil con il congresso aveva
investito tutto sul patto di legislatura con il Governo Prodi. Era
la scelta sindacale di fondo dell’organizzazione ed è stata travolta
dalla realtà. In secondo luogo è chiaro agli occhi di ogni
lavoratore che la Cgil in questi anni è stato il sindacato più
vicino al Governo e allo schieramento che lo appoggiava. Le
disastrose elezioni per le Rsu della Pirelli, che nel passato
avrebbero provocato una discussione a fondo nell’organizzazione,
sono il segnale preciso che nessuno qui può pensare che la sconfitta
del centro-sinistra non lo riguardi. Infine è chiaro che la
situazione è completamente cambiata e richiede una nuova piattaforma
sindacale, un nuovo mandato per i gruppi dirigenti. Il congresso di
due anni fa è morto, nulla di quello che lì si è discusso è ancora
in piedi e tenerlo in vita serve solo per gli equilibri interni agli
apparati.”
“Sono però consapevole che non si farà nessun congresso, ma si
cambierà la linea e la cultura dell’organizzazione senza
dichiararlo, sulla base delle emergenze. Sento chi dice che a questo
punto non possiamo più permetterci di reggere una nostra posizione
sul sistema contrattuale e, vista la sconfitta elettorale degli
altri, dobbiamo accettare quello che passa il convento. Non fingiamo
tra di noi, sappiamo tutti che al centro dell’attacco c’è il
Contratto nazionale. Per la Cgil accettare il ridimensionamento del
Contratto nazionale sull’onda della paura dell’isolamento dopo la
sconfitta elettorale, significherebbe trasformare questa sconfitta
in disfatta”.
“Non bisogna cedere proprio ora e bisogna domandarci perché
l’attacco alla casta sindacale, avviene proprio oggi, e non certo
partendo dai giornali della destra, ma dai due più importanti
giornali e gruppi editoriali vicini al partito democratico”.
“Sarebbe necessario respingere questo attacco con più democrazia e
trasparenza nella vita sindacale e tornando fino in fondo a fare il
nostro mestiere a difesa dei diritti dei lavoratori. Pensare di
salvarsi offrendo in sacrificio il Contratto nazionale è un atto
suicida. Non vorrei che a forza di inseguire le sirene del partito
democratico la Cgil finisse come la sinistra Arcobaleno”.