Camera di Commercio, attacco a Grasso
decisivo il ruolo dell'unione industriali
Vacilla la maggioranza che appoggia il presidente. La Cna fa la conta: in discussione una mozione di sfiducia
IL SECOLOXIX
DOMANDA: riuscirà Giancarlo Grasso a completare il secondo mandato quinquennale alla Camera di Commercio di Savona?
Ovvero, ce la farà a restare presidente sino al maggio 2010? Nei "palazzi del potere" savonesi lo scetticismo cresce via via che si infittiscono gli incontri tra le varie associazioni di categoria, le stesse che con votazione bulgara avevano innalzato Grasso alla presidenza nel 2000, per poi confermarlo nel 2005.
Tema degli incontri - promossi dalla CNA, l'associazione che storicamente riunisce gli artigiani di sinistra in contrapposizione a Confartigianato, di cui Grasso è leader regionale ed esponente di spicco a livello nazionale -è la ricerca di soluzioni alla crisi di iniziativa e di rapporti che attanaglia da tempo l'ente di Palazzo Lamba Doria: il personale (i dipendenti sono circa una sessantina) costantemente sul piede di guerra, due vice segretari generali che per esprimere il loro malcontento sulla gestione degli affari camerali spediscono raccomandate a mezzo mondo (Corte dei Conti, ministero delle Attività Produttive, Unioncamere, Regione Liguria), un segretario generale, Maurizio Scaiola, subentrato due anni fa ad Annarosa Gambino, che si è subito dovuto preoccupare di non finire sotto un micidiale fuoco incrociato.
Presi alla larga, i contrasti potrebbero essere visti come il frutto avvelenato di una riforma che ha sostanzialmente "privatizzato" un ente pubblico, affidando alle imprese quei compiti di regia e indirizzo che erano di competenza della struttura interna. Problemi di attrito, quindi, ai quali però altri, più specifici, se ne sono aggiunti.
A fare la fronda al presidente, criticandolo per una gestione troppo verticistica della Camera, sono stati anche due membri di giunta, Gianluigi Granero e Carlo Decia. Quest'ultimo, direttore di CNA, è stato infine sacrificato alle ragioni della "grande coalizione" che si era formata in consiglio camerale. Le sue dimissioni, seguite dall'ingresso in giunta di Giorgio Grillo, che della CNA savonese è presidente, sembravano aver riportato sotto controllo la situazione, tanto più che Grillo è amico personale di Grasso. Invece è proprio dalla CNA che in queste settimane è partita una serie di richieste d'incontro con le altre associazioni per giungere a un chiarimento.
Non solo, una delle proposte in discussione prevede la firma, da parte delle associazioni, di una mozione di sfiducia al presidente della Camera, con la minaccia di non partecipare alle future riunioni di giunta. La defezione di CNA (e Cooperative) non sarebbe sufficiente a mettere in crisi Grasso, ma si tratta di capire quale potrebbe essere l'atteggiamento delle altre componenti di giunta, prima di tutte l'Unione Industriali che è presente nell'esecutivo camerale con il vicepresidente Silvio Accinelli, con Paolo Campostano (settore portuale) e Massimo Parodi (settore turistico). Se anche loro scegliessero la strada dell'astensione dai lavori di giunta, il commissariamento della Camera sarebbe inevitabile. Le altre strade percorribili passano o attraverso le dimissioni volontarie di Grasso, per presa d'atto del venir meno della maggioranza che lo ha sorretto, oppure in un estremo tentativo di risolvere i problemi più urgenti, una sorta di missione a tempo che potrebbe garantire al presidente un'ultima chance.
Ma è proprio il tempo che sembra mancare, di fronte a scadenze importanti, come l'approvazione del bilancio. Nemmeno Grasso, tuttavia, è privo di carte da giocare. Ad esempio appare difficile trovare un sostituto che abbia la capacità e la voglia di prendersi in mano un'autentica patata bollente. Così come la caduta del presidente sancirebbe la rottura degli accordi del 2000 che avevano portato all'emarginazione della Confcommercio guidata da Vincenzo Bertino. Che ora potrebbe legittimamente cantare vittoria.
Sergio Del Santo

«È ora di cambiare: Pasquale successore ideale»
il presidente della provincia bertolotto
Ma il direttore dell'Unione Industriali dovrebbe lasciare in anticipo il vertice della Fondazione. Poltrona che fa gola a molti

30/04/2008
«CREDO che sia giunta l'ora di cambiare presidente: niente di personale, ma abbiamo bisogno di un interlocutore attivo e, nello stesso tempo, è necessario che Palazzo Lamba Doria esca da una situazione che di fatto ne sta paralizzando l'azione». Marco Bertolotto, presidente della Provincia, non fa ricorso a contorsioni e perifrasi per far capire come la pensa sulla situazione che si è creata alla Camera di Commercio di Savona, dove Giancarlo Grasso, un tempo "presidente di tutti", si trova sotto assedio. Una dichiarazione di sfiducia anticipata ieri nel corso di un'intervista televisiva negli studi di Primocanale. «Questa non è un'invasione di campo. È vero che non abbiamo titolo per intervenire su questioni che competono alle categorie economiche - aggiunge Bertolotto -, però la Camera è per noi un interlocutore fondamentale. Peccato che non riesca a svolgere quel ruolo di animazione del territorio che le compete».
Dunque, Grasso dovrebbe fare un passo indietro. E poi? Forse il direttore degli Industriali Luciano Pasquale? »Beh, non sta a me indicare successori -è la risposta di Bertolotto -, però mi sembra un nome eccellente. Pasquale è il personaggio simbolo del mondo imprenditoriale savonese. Dovrebbe essere lui a mettere la Camera di Commercio nelle condizioni di far compiere al paludato sistema economico locale quello scatto di cui si sente il bisogno». Il "nuovo impegno" costringerebbe però Pasquale a lasciare la presidente di Fondazione Carisa, posto che è il massimo delle aspirazioni per un politico in cerca di consenso. La Fondazione finanzia progetti, assegna contributi, sostiene associazioni culturali e sportive: attenzioni che attirano consensi e voti. Per cui, in fondo, alla "Politica" non dispiacerebbe se la poltronissima della Fondazione si liberasse prima del 2010, scadenza del mandato. s. d. s.