Centro aiuto vitae "dottor Morte"scontro sulla Ru 486
acceso dibattito a borgio verezzi
Nel teatro Gassman sfida sulla pillola abortiva tra il ginecologo Viale e Ciangherotti («farmaco letale»)
IL SECOLOXIX
«L'ABORTO chirurgico è un frullatore meccanico. Il rischio di complicazioni letali è di un caso su 100 mila». «Con la RU 486 le complicazioni sono dieci volte maggiori rispetto a quelle che si hanno con l'aborto chirurgico. I 16 decessi che si sono avuti nel mondo parlano da soli». Due tesi a confronto. Da una parte quella del "rivoluzionario" Silvio Viale, ginecologo dell'ospedale Sant'Anna di Torino, il primo in Italia a sperimentare la pillola RU 486. Dall'altra quella "conservativa" di Renzo Puccetti, internista, membro dell'associazione "Scienza e vita" di Pisa. Due visioni antitetiche sull'uso della tanto discussa pillola RU 486, che ieri pomeriggio sono state messe a confronto al teatro Gassman di Borgio Verezzi in un terreno di parte.
A organizzare il dibattito è stata infatti "Scienza & Vita Ingauna", presieduta dalla presidente Ginetta Perrone, che ha moderato il dibattito. L'associazione è molto legata al Movimento per la vita. In una platea di un'ottantina di persone, fra cui diversi medici, qualche suora, qualche prete e persino diversi bambini, sono stati molti gli applausi rivolti al dottor Puccetti (autore di un libro fresco di stampa "L'uomo indesiderato - dalla pillola di Pincus alla RU 486") e pochi quelli diretti a Viale, soprannominato "Dottor Morte" anche per la sue prese di posizione a favore dell'eutanasia, da sempre in prima linea quando bisogna combattere. Oggi è un radicale (ma per anni ha legato la sua esperienza politica ai verdi). Avrebbe dovuto candidarsi nelle liste del Pd, se non ci fosse stato il veto di alcuni cattolici del partito. L'incontro è stato organizzato nell'ambito della campagna elettorale. A chiuderlo è stato infatti Eraldo Ciangherotti, capolista in Liguria alla Camera nella lista "Aborto? No grazie" con Giuliano Ferrara.
«Non capisco perché molti definiscano aborto chimico l'interruzione della gravidanza con la RU486: la pillola è un farmaco a tutti gli effetti, come lo è l'aspirina» ha esordito Silvio Viale, il quale preme che in Italia si arrivi al più presto alla registrazione del farmaco, così come auspica che la pillola del giorno dopo venga venduta senza ricetta. Presentando uno studio interdisciplinare pubblicato su questo numero della rivista della Società italiana di ginecologia, il dottor Puccetti ha elencato i motivi per cui l'aborto farmacologico va contrastato: è più pericoloso, provoca dolori forti, crea problemi maggiori sotto il profilo psicologico, ha un'efficacia minore («Spesso le donne devono sottoporsi anche all'intervento chirurgico di revisione»). Mentre sul maxi schermo compariva l'elenco delle 16 donne morte nel mondo durante la sperimentazione della RU 486, accanto all'immagine di un bimbo che accarezzava una piccola tomba, il giovane candidato della lista "Aborto? No grazie", nonché presidente del Centro aiuto per la vita di Albenga, concludeva l'acceso dibattito. «In una campagna elettorale che si è combattuta fra Alitalia e le mozzarelle di bufala - ha detto Ciangherotti - noi abbiamo vissuto questa avventura in difesa della vita. Forse qualcuno ci ha frainteso: non intendiamo cancellare la legge 194 del '78, ma siamo contrari alla RU 486 perché i casi di mortalità sono dieci volte superiori ripetto all'aborto chirurgico».
Il tema continua a far discutere, insieme a quello della pillola del giorno dopo, che Il Secolo XIX ha trattato in un'inchiesta. Per il candidato del partito socialista in Liguria, Renato Giusto, ex presidente dell'Ordine dei medici di Savona, «non è possibile che un medico possa rifiutarsi di prescrivere la pillola del giorno dopo». Giusto ha inoltre ringraziato il giudice Fiorenza Giorgi «per essersi attivata ad assistere dal punto di vista legale le giovani che devono eventualmente prendere la cruciale decisione di interrompere la gravidanza in tempi e mezzi leciti».
Stefania Mordeglia