IL SECOLOXIX
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CARABINIERI in Comune a Cairo, dopo che una denuncia delle
associazioni ambientaliste, depositata in Procura a Savona
nei mesi scorsi, ha fatto scattare un'indagine su Ferrania.
Falso ideologico commesso da pubblico ufficiale e da privato
in atto pubblico, riferito agli uffici della Regione e
all'azienda, in atti e documenti arrivati in Comune. Sono le
ipotesi di reato nel mirino dei militari. Trapelate dopo il
loro arrivo all'Ufficio Tecnico di Cairo.
Gli uomini del nucleo operativo dell'Arma cairese hanno
acquisito oltre ad atti e delibere di giunta, anche copia
del progetto di centrale elettrica a biomasse (legname e
vegetazione come combustibile per alimentarla), risalente al
2006. E oggetto da parte della Regione, nell'autunno
dell'anno scorso, prima di una valutazione di impatto
ambientale (Via) negativa, poi diventata positiva in deroga
ai parametri liguri (potenza non superiore ai 4 megawatt).
Infine ridimensionata - da 10 a 4 megawatt - secondo il
testo del nuovo accordo di programma che dovrebbe essere
ratificato da enti locali, istituzioni e azienda la prossima
settimana, l'8.
Le attenzioni dei militari si sono concentrate soprattutto,
secondo le indiscrezioni trapelate, sull'autenticità di
quanto dichiarato negli atti prodotti dall'ufficio Via e dal
dipartimento ambiente della Regione e dall'azienda stessa
per ottenere le autorizzazioni.
L'obiettivo degli inquirenti, dopo la denuncia, è capire
l'esistenza o meno di una vecchia centrale a metano, ad uso
interno, nello stabilimento di Ferrania. La circostanza,
dichiarata dall'azienda e recepita dalla Regione, che fosse
da dismettere la centrale preesistente aveva permesso di
concedere il permesso favorevole per la Via in quanto
l'impianto sarebbe stato in deroga al Pear, piano energetico
ambientale regionale, aggirando così il divieto.
«È in sostituzione di impianti e caldaie, a metano già
esistenti»,, la motivazione della riconversione permessa.
Sin da subito partì la contestazione degli ambientalisti, in
particolare l'associazione "Are?Energie Rinnovabili
Valbormida" e "Per Ferrania" che chiesero anche l'intervento
e i controlli dell'amministrazione comunale cairese: «Non
esiste alcuna centrale interna che può essere riconvertita».
Tanto da presentare un esposto-querela la scorsa estate.
L'assessore all'ambiente Ermanno Goso, più volte segnalò
tramite lettere a Regione e Provincia quella che fu ritenuta
un'anomalia, una vera e propria irregolarità, anche dal
Comune. Del progetto- biomasse è stata acquisita anche una
serie di delibere non solo della giunta comunale attuale, ma
anche di quella, all'epoca dei fatti - 2006 - guidata
dall'allora sindaco Osvaldo Chebello. Troppa, secondo gli
ambientalisti, per la realtà boschiva valbormidese che
avrebbe dovuto fornire legna come combustibile, la "taglia"
della centrale fissata in un primo momento a 10 megawatt.
Oltre all'architetto Elvezia Trucco dell'Ufficio Tecnico, in
precedenza i carabinieri hanno anche sentito i firmatari
dell'esposto, tra cui il geologo Giuseppe Boveri.
Alberto Parodi
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