C'È CHI provocatoriamente espone striscioni con la scritta
"vendesi" e chi addirittura decide di invitare i
rappresentanti delle istituzioni a vivere per tre giorni
nella propria casa di Portovado. Il clima nella cittadina
del ponente savonese si surriscalda ogni volta che attracca
una nave portacontainer: il Reefer Terminal, infatti, sta
accogliendo buona parte dei traffici che il porto di Voltri
non può sostenere dopo il drammatico inizio d'anno che ha
visto paralizzate le attività dello scalo genovese.
Ma l'arrivo di migliaia di container su Portovado sta
mettendo a dura prova i rapporti di vicinato con gli
abitanti della zona. «La prima nave era stata scaricata di
notte - racconta Massimo Savarese, che pochi mesi fa ha
acquistato due appartamenti - e i container erano stati
stoccati nel piazzale davanti alle case, tirando giù dal
letto tutti gli abitanti alle due di notte. Dopo mille
proteste ed esposti ai carabinieri siamo riusciti ad
ottenere che il piazzale non venga percorso di notte. I
container vengono depositati lì "solo in caso di emergenza",
ci hanno detto. Ma chi stabilisce i criteri? L'emergenza sta
diventando quotidiana».
Negli ultimi giorni ai traffici eccezionali della Evergreen
si sono aggiunti gli approdi di due navi della Costa
Container Line (che fa normalmente servizio su Vado). Gli
spazi in banchina si sono rapidamente esauriti e, oltre al
piazzale nei pressi della Sms di Portovado, le ruspe hanno
iniziato a lavorare nell'area adibita a parcheggio estivo
per le spiagge di Bergeggi.
La protesta investe indifferentemente il Reefer Terminal,
l'Autorità portuale e lo stesso Comune, accusato dagli
abitanti di non riuscire ad imporsi. E salgono anche i
timori legati al progetto della grande piattaforma che il
colosso Apm vorrebbe realizzare nella rada. Sabato un
centinaio di abitanti aveva esposto ai balconi delle case
grandi striscioni con la scritta "vendesi", ieri Savarese ha
lanciato la sua proposta: «Sono pronto a dare la mia casa
alle istituzioni. Se vengono, do le chiavi a Rino Canavese,
Alessandro Piccardo e Carlo Giacobbe (rispettivamente
presidente dell'Autorità portuale, direttore del Reefer
Terminal e sindaco di Vado, ndr) affinché vivano qui per tre
soli giorni. Io prendo moglie e due figli e me ne vado in
albergo. Al terzo giorno vedremo se saranno contenti di
stare qui in queste condizioni. Sia chiaro: non faccio parte
di alcun comitato né di gruppi politici. Questa è la
protesta di un semplice cittadino che vorrebbe veder
salvaguardati i suoi diritti minimi».
«L'emergenza che ha messo in crisi tutti i porti ha portato
più traffici su Portovado - spiega il sindaco Giacobbe -.
Era urgente trovare una soluzione tampone per non creare
caos anche fuori dal porto, ma è necessario che il piazzale
davanti alle case non sia utilizzato per lo stoccaggio dei
container. Questi problemi non si risolvono da un giorno
all'altro, non c'è la bacchetta magica, ma ritieniamo che
sia necessario evitare che si ripetano situazioni di questo
tipo».
Giovanni Vaccaro
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