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Lettera aperta ai candidati Fazio, Gaggeri, Ravina

VOTIAMO UNA LISTA ASSENTE:

DIFENDI CERIALE DAL CEMENTO !

Nella storia di Ceriale, di ieri e di oggi, fa capolino anche la massoneria, nessuno l’aveva mai scritto. Ma i temi cruciali, destinati a tenere banco, a segnare il destino della città, sono il varo del Puc (Piano urbanistico comunale) bloccato con grande gioia degli speculatori. La sorte e gli indici delle zone agricole (in particolare il Pascolo Bianco, 17 ettari). L’allaccio al depuratore consortile di Borghetto che comporta una spesa di 8 milioni di euro (16 miliardi delle vecchie lire). L’acquedotto irriguo realizzato dopo 40 anni di attesa e da un anno e mezzo senz’acqua nei tubi. Il peso della “San Lazzaro Spa”. Chi sono gli aspiranti che chiedono di amministrare il denaro dei contribuenti? Hanno le carte in regola? Una curiosa carrellata di fatti (non opinioni) e misfatti.

di Luciano Corrado

      da La Stampa


Ceriale, una rara immagine della città. ripresa dal Castello Borelli di Borghetto quando ospitava seminaristi negli anni sessanta.

CERIALE – La massoneria a Ceriale? Pagina 143, atti della Commissione parlamentare d’inchiesta sulla loggia massonica P2 del maestro venerabile Licio Gelli. Negli allegati alla relazione, volume 4, il capitolo “Altre forme massoniche coperte”, un fascicoletto giallo (“Camea”) con l’elenco dei fondatori, a Ceriale, della Loggia “Zefiro”. E’ datato 21 febbraio 1980. Nella documentazione figura una seconda loggia, “Gemma”, sempre a Ceriale.

La scoperta (mai divulgata da giornali o libri) risale all’ordine di sequestro dei giudici milanesi, Gherardo ColomboGiuliano Turone, impegnati nell’indagine siciliana sulla presunta mafiosità del dottor Michele Barresi al quale venne sequestrato il materiale.

Di cosa si trattava? Riporta il volume, “Fratelli d’Italia”, di Ferruccio Pinotti, a pagina 531 (‘Ndrangheta e massoneria): <…le logge siciliane del Camea (Centro attività massoniche esoteriche accettate) sono un’organizzazione fondata a Rapallo nel 1958 dal medico Aldo Vitale, insieme al generale Giovanni Allavena (alla guida del Sifar nel 1966, legato a Gelli, ed iscritto alla P2). Con Vitale, Jordan Vesselinoff, finanziatore di Carlo Fumagalli, fondatore del Mar, gruppo terroristico di estrema destra… E ancora, Giacomo Vitale, Michele Barresi e Joseph Miceli Crimi, coinvolti nell’inchiesta sul finto rapimento in Sicilia del banchiere Michele Sindona, avvelenato in carcere>.  

Ceriale non è terra di mafia (da lupara), né di massoneria deviata (da colpi di Stato e bombe), ma resta il fatto, quasi inspiegabile, che una frangia massonica deviata in odore di mafia l’abbia scelta, facendo proseliti. E per chi conosce il “giuramento massonico” (l’abbiamo pubblicato integralmente, sempre su Trucioli Savonesi)  c’è da porsi più di una domanda.

Inoltre nel corso degli anni ottanta ci fu l’inchiesta su una finanziaria di Albenga (azionisti principali alcuni medici massoni) che prestava soldi, in qualche caso, per l’accusa, a tassi usurai. A Ceriale non mancarono le vittime, la più significativa (le vicissitudini finirono  su “avvisi di vendita” del Tribunale di Savona) riguardava Andrea Merlo ed il suo complesso residenziale ad uso alberghiero su un’area di 4.409 mq. messo in vendita (15 settembre 2000) con una base d’asta di 5 miliardi, 250 milioni, oltre alle spese di una sanatoria edilizia per 40 milioni e spese di trasferimento per 787 milioni.  La famiglia Merlo iniziò con un debito di 30 milioni con la finanziaria ingauna. Avevano realizzato un’ottima struttura, lavoravano soprattutto con clientela straniera. Avranno fatto degli errori, il passo più lungo della gamba, ma…restano dubbi mai chiariti.

Massoneria non è sinonimo di “male” assoluto, di malaffare ovunque. Tra gli affiliati, da sempre, ci sono figure che hanno fatto storia, esempio di rettitudine, onestà, altruismo. Certo sarebbe utile spiegare pubblicamente (pura utopia!) perché due ex sindaci, alcuni professionisti (medici, avvocati, commercialisti), alcuni imprenditori, un alto dirigente statale (allora) dell’Ufficio Imposte (oggi Entrate), un giornalista, si siano uniti nella pratica esoterica del Camea, in quel di Ceriale.

I MISTERI INSOLUTI

L’elenco dei “misteri” di Ceriale è ricco, in gran parte inedito. Potremmo citare quell’ imprenditore-artigiano che si trovò contemporaneamente tra due fuochi. Da una parte il Comune che lo accusava di abusi edilizi (reali), dall’altra la banca con cui operava che di punto in bianco gli revocò tutte le linee di credito, cercando di fargli terra bruciata.

Ancora un passo indietro nel viaggio-scenario attraverso la storia di Ceriale.

I fatti-verità (non opinioni) descrivono che la deriva urbanistica di Ceriale (poi si trasformerà nel declino-crisi, oggi riconosciuto dalla stragrande maggioranza degli operatori economici e dai cittadini sulla loro pelle) ebbe inizio col secondo mandato (1965-1970) del sindaco Francesco Merlo, un ottimo veterinario imprestato alla politica, iscritto a quella che era la “potente”Dc al potere. Si diede avvio ai primi palazzi, quasi in riva al mare, a levante. Una prosecuzione di altri palazzi  sorti, in via Orti, ad opera della famiglia dei banchieri Galleani di Alassio e dell’impresario Riolfo, fautore del monumento al partigiano.

 


Ceriale, l'ex sindaco Francesco Merlo, ad una serata di miss. In piccolo, il viso di un allora giovane ceriale, soprannominato "Sciakin"

IL SINDACO-VETERINARIO

Dalle colonne dell’allora “Settimana Ligure” e poi “Nuova Liguria” (settimanali) diedi timidamente avvio (con l’aiuto dei colleghi Romano Strizioli,  Gilberto CostanzaAldo Dompè) ad una campagna stampa per “denunciare quei mostri di cemento”, a ridosso della battigia, con il rischio di avviare Ceriale, sciagura che è avvenuta,  in “gemella” di Borghetto.  “Muraglie” di cemento sul mare e a monte dell’Aurelia. Monolocali e bilocali senza criterio, senza logica.

All’inizio non capivo le ragioni di quelle scelte fatte da un uomo, con la fama di saggio e stimato, come Francesco Merlo. Solo anni dopo e varie  vicende (inchieste giudiziarie) emerse che, già allora, i “poteri forti” della politica ebbero il sopravvento.

Il supervotato sindaco Dc si spinse al punto che  (conservo i documenti) cercò di intimorirmi con la notifica di una cartella esattoriale (imposta di famiglia) dalla quale figuravo tra i più ricchi contribuenti di Ceriale (un milione 820 lire di reddito netto annuo, a quei tempi una fortuna). Avevo 20 anni, ero figlio di umili pastori e contadini, ero studente. Dovetti presentare ricorso, chiesi di essere ricevuto dall’apposita commissione comunale e ricordo, come non richiesto, venni difeso dall’assessore Cavalli che neppure conoscevo.

La sorte, il destino riservarono a Francesco Merlo ciò che non si dovrebbe augurare a nessuno. Lui morì in un tragico incidente stradale (strada bagnata sul rettilineo di Torre del Mare) e toccò a me scrivere la cronaca. Non solo, qualche anno dopo mi trovai il figlio, ammanettato in tribunale, per un’accusa di spaccio di droga, con una madre affranta, distrutta. Oggi vive ancora una figlia del dottor Merlo, chi la conosce parla di una donna eccezionale, di grande talento.

Ho racconto la vicenda del sindaco Merlo per confermare che sarà il mercato edilizio, delle aree edificabili, a farla da padrone, a condizionare fino ai nostri giorni, ad inquinare pesantemente la vita politico-amministrativa di Ceriale, il suo futuro. A ritardare di anni scelte che hanno messo in ginocchio l’economia sana, un razionale sviluppo, ad ostacolare l’interesse generale. A compromettere l’avvenire delle prossime generazioni. 

LEGALITA’ E GIUSTIZIA SOCIALE   

La storia documenta, insegna che non c’è futuro senza legalità e giustizia sociale. Non c’è futuro senza trasparenza e corretta informazione.

Ceriale da troppi anni è in ostaggio: del malaffare, della malapolitica, di interessi inconfessabili, della disinformazione.

L’obiettivo di questa seconda puntata di Trucioli Savonesi, alla vigilia del rinnovo del consiglio comunale, non è tirare la volata, fare il tifo a questo o quel schieramento, a questo o quel candidato. Non hanno bisogno del nostro simbolico aiuto.

 Semmai informare i cittadini, descrivere scenari che nessuno ha fino ad oggi documentato. Ognuno trarrà le somme, magari non condividendo nulla di queste pagine di cronaca senza pretese.

Una speranza: Ceriale avrà finalmente, grazie alle urne elettorali, la forza di uscire da un’emergenza economica (turismo, commercio, agricoltura) e morale (classe dirigente chiamata a governare, a gestire la risorsa territorio)?

 


Il giornalino “Ceriale notizie”

LA “TANGENTE” DA PUC

Vale a dire, basta rinvii del Puc (gli atti su iniziativa della minoranza consiliare sono finiti PERSINO alla Procura della Repubblica).

Basta rinvii per la messa in funzione dell’acquedotto irriguo (ULTIMATO) in lista d’attesa da 40 anni. Si decida, nel solo interesse di Ceriale, sul depuratore consortile avvolto da nebbie.

Sia subito avviata un’opera di rilancio dell’agricoltura con strumenti finora mai attuati. Si incentivi, con tutte le agevolazioni possibili, non con promesse, chi fa turismo, commercio, artigianato, a partire dal centro storico.

Sarebbe stato più saggio, promettente unire, con il rinnovo del consiglio comunale, le forze migliori e non compromesse col passato, senza etichette di partito.

Secondo quanto hanno pubblicato i giornali, senza smentite, il primo “altolà” sarebbe arrivato proprio dal partito che a Ceriale, dopo l’era Dc, detiene lo scettro del potere e del consenso popolare, Forza Italia.

Lo scontro, le lacerazioni, almeno per quel che si è letto, sono iniziate ai primi di febbraio, con la notizia che il coordinatore provinciale berlusconiano, Angelo Vaccarezza, sindaco di Loano, ottiene la nomina di “commissario ad acta” per scegliere i candidati azzurri alle elezioni per il rinnovo del parlamentino locale.

LA GUERRA DEI COMUNICATI

Nel comunicato si dice, tra l’altro, che <Forza Italia, a Ceriale, sarà presente con il suo simbolo e a pieno titolo…>. Una mossa che, come la cronaca descrive successivamente, sarà foriera di divisioni. E soprattutto, a quanto si è capito, fa scempio di quel tentativo, appena abbozzato, di dare  una svolta, una robusta iniezione di ottimismo non parolaio in una città ridotta a fanalino di coda. Cresciuta solo a base di seconde case, mortificata, disincentivata dalla morte dell’attività alberghiera, prima risorsa turistica anche per i posti di lavoro che può offrire.

Un passato di promesse elettorali disattese nelle linee guida. Dove pochi hanno guadagnato moltissimo, speculando su un bene primario come la casa, le aree verdi o edificabili.

IL RUOLO DI VACCAREZZA

Tra l’altro Angelo Vaccarezza non era uno “sconosciuto”,  proprio a Ceriale. La sua famiglia aveva dato vita, con successo, all’allora prima televisione locale, con spettacoli musicali (per tutti El Merenderos), ma anche con i primi notiziari di Teletrill e di cui mi sono occupato in una puntata sulla “Teardo story” (l’ex presidente della Regione incarcerato nel 1983 e condannato con sentenza definitiva assieme a 12 componenti del suo clan) su “Trucioli Savonesi”.

Prima ancora (anni settanta) le cronache dei giornali e gli atti comunali raccontano di furibonde tensioni e polemiche tra sindaci, amministrazione comunale, costruttori edili (una quindicina) e proprietari dei terreni in zona di “espansione C  1” e “C 2”, tra cui figurava, in tre lotti (349-350-351), Nicola Vaccarezza e C.

Uno scontro durissimo, con polemiche, accuse, articoli di giornali, al punto che non si badava a nulla, pur di ferire. Fu tirato in ballo (lo diciamo solo per la storia) anche un piccolo proprietario –erede (Gualtiero Ascoli, contadino buontempone ), rendendo di pubblico dominio che era il padrone dell’immobile in cui aveva sede la sezione del Pci (esente da affitto).

 

 

Ceriale, un cartellone dell'impresa Vaccarezza & Zatterin quando costruiva palazzi

I COMUNICATI DI GIANATTI

Torniamo al febbraio 2008, alle divergenze pubbliche in Forza Italia. Su La Stampa esce la notizia che <la Casa delle Libertà potrebbe avere problemi a raccogliere i voti della vecchia guardia forzista, guidata dall’avvocato Paolo Gianatti (figlio di Aldo, ex sindaco di Ceriale, ndr) e dal coordinatore cittadino Gianvittorio Berengan (il padre Aldo, al quale fui legato da sincera collaborazione, era tra i più tenaci avversari dei primi palazzinari, ndr) e dell’ex assessore Giuseppe Repetto (con un record di conflitti di interesse, stando ai giornali, ndr)>.

Paolo Gianatti dichiarava: <Sono certo che non esce male solo la mia immagine, che mi aspettavo venisse difesa, ma soprattutto la tua (rivolto a Vaccarezza ndr) e quella di Forza Italia, considerato che si è trattato di consultazioni “farsa” e di una procedura antidemocratica, incoerente con i principi di coinvolgimento della base, da te sostenuti al congresso provinciale. Per Forza Italia è deleterio il terrorismo psicologico che hai inflitto agli iscritti di Ceriale, quando hai sostenuto di agire in forza di un commissariamento che è illegittimo e con il mandato di Scajola, Nan, Montaldo, non presenti alla discussione su Ceriale al comitato regionale>.

 Dalle colonne de Il Secolo XIX , ancora Gianatti, un fiume in piena: <Vaccarezza ha gestito Forza Italia senza rispetto delle regole, della democrazia e l’unica cosa che ha portato il suo intervento a Ceriale è stato il proliferare di iscrizioni elettorali, di persone che hanno preso la tessera, o promesso di prenderla, solo per essere candidate, senza avere mai fatto nulla per il partito e nel partito>.

Fuoco-amico anche da Pietra Ligure dove il coordinatore comunale azzurro, Piero Cordiale, rimprovera (vedi Il Secolo XIX del 13 marzo) Vaccarezza perché <da quando Enrico Nan, avvocato e parlamentare, non è più coordinatore regionale, in questa provincia abbiamo perso i comuni di Cairo e Boissano  ed è saltato il Comune di Ceriale che ora si presenta alle elezioni con divisioni interne a Forza Italia, mentre a Rialto non è stata presentata neppure una lista e a Laigueglia appoggiamo un sindaco dell’Udc che alle elezioni politiche voterà contro Berlusconi>.

Un altro esponente cerialese di spicco ha espresso perplessità chiedendo una risposta. Si tratta di Pasqualino (Luciano) Mambrin, un passato di lungo corso nel Psi, vicino ai “compagni” Nucera.

LA DELUSIONE DI REVETRIA

In questo burrascoso contesto è nata la candidatura a sindaco, per il centrodestra, di Ennio Fazio, che forse non meritava di finire nell’arena di una corrida. Con tutti i rischi che comporta.

E’ questa la ragione che impone a Ennio Fazio (più avanti vedremo il suo curriculum) di farsi carico dell’ex sindaco Piero Revetria, una vita in politica e nell’amministrazione pubblica. Da due anni in pensione dall’Asl, presidente della Comunità Montana Ingauna e con un risultato “bulgaro” era stato chiamato per la seconda volta a reggere le sorti della città.

Revetria, scuola democristiana, propugnatore dalle colonne del giornalino comunale della “trasparenza e della corretta informazione” (papà Achille era il meccanico ciclista per antonomasia) che sostiene: <Ceriale ha nella cultura il suo punto di forza>.

Il sindaco Revetria si è trovato a perdere, cammin facendo, metà dei suoi alleati, di chi l’aveva sostenuto.

LA DERIVA DI UN SINDACO

 Il giornalista Romano Strizioli.  Il suo gruppo  cura anche 15 giornali finanziati da Comuni ed enti pubblici, Comunità Montana Ingauna compresa

Ecco una breve carellata degli episodi più significativi. Quattro colonne di titolo il 23 dicembre 2005: <Ceriale, bagarre in consiglio comunale per l’operazione immobiliare Murialdo>. Occhiello: <L’opposizione, troppi favori a certi impresari>. Il sindaco “Tutto regolare”.

L’articolo: <Al centro della contesa è l’intervento da 10 mila metri cubi in via Campo Sportivo su un’area di proprietà della famiglia Murialdo, titolare del parco acquatico le Caravelle, di casa Girardenghi a Peagna e di in numerosi altri immobili e terreni. Da un lato l’acquisto di Casa Girardenghi per 450 mila euro, dall’altro la convenzione per tre grosse ville, divise in alloggi. E’ assurdo approvare una convenzione simile a 15 giorni dall’entrata in vigore del nuovo regolamento edilizio – sosteneva il consigliere Michele Lenzi, dell’Idv>.

Mentre la Lega Nord, con Giancarlo Roatta, criticava l’acquisto da parte del Comune di Casa Girardenghi, attraverso scomputo di oneri di urbanizzazione. <Soldi dei cittadini a cui l’amministrazione rinuncia; la verità è che i Murialdo non sanno cosa fare della casa di Peagna e vogliono venderla, dopo aver realizzato e venduto, col frazionamento, numerosi alloggi ristrutturati. Questi impresari sono gli stessi che avrebbero dovuto realizzare anni fa la piscina pubblica, come oneri, ma non lo hanno mai fatto>.

<Nessun regalo – era stata la replica del sindaco Revetria - , il nuovo regolamento edilizio non è entrato in funzione e dobbiamo applicare  quello vigente, cioè il vecchio, altrimenti rischiavamo una denuncia>.

Sul giornalino “Ceriale notizie” i Democratici di sinistra scrivevano:<L’acquisto di casa Girardenghi non può che vederci favorevoli…Le modalità di pagamento ci invece lasciano perplessi…scomputo su oneri di urbanizzazione secondaria…Nell’operazione edilizia di via Campo Sportivo è stata approntata una variante apposita per utilizzare l’area e iniziare lo scomputo. Numerose le deroghe concesse. L’impresario non ha il lotto minimo per costruire, ma può farlo. Per realizzare il nuovo ingombro non si può rispettare la distanza minima dalle altre proprietà, che è stata cosi abbassata. Fino ad oggi il Comune ha applicato il massimo dell’ampliamento previsto  dalla normativa regionale  su oneri e standard. Per Murialdo, invece, per tutte le opere che concorreranno allo scomputo di casa Girardenghi l’aumento degli oneri sarà dello 0,25 invece dello 0,50 con evidente risparmio>.

Il Secolo XIX del 30 settembre 2007 ha scritto, col corrispondente Luca Rebagliati: <Certamente le vicende urbanistiche ed edilizie hanno avuto un peso fondamentale fin dai primi momenti del secondo mandato della giunta Revetria. Dopo l’avvio di legislatura costellato da sequestri di cantieri, culminati con le dimissioni dell’assessore Giuseppe Repetto ed il terremoto che ha sconvolto il Ceriale calcio….E a confermare che l’urbanistica sia stata il vero pomo della discordia…da un lato la Cia che a nome degli agricoltori (in minoranza rispetto alla Coldiretti ndr) lamenta il tentativo di trasformare in residenziali vaste aree del ponente cerialese…ed è chiaro che le questioni urbanistiche saranno al centro anche nei prossimi mesi per le alleanze, la formazione delle liste elettorali…>.

IL CALVARIO DEL COMANDANTE

Un altro passo indietro per inquadrare il tormentone edilizio di Ceriale, l’aria maleodorante che circOnda non poche operazioni. Le coincidenze. I giornali nel giugno 2006 danno grande risalto al siluramento del comandante della Polizia Municipale, Daniele Fui  (battagliero consigliere di minoranza ad Alassio). Il suo sarcastico commento di allora è eloquente (apparso sul Secolo XIX): <Sono contento di essere considerato cosi bravo da meritare una promozione, ma almeno il sindaco Revetria poteva dirmelo, anziché farmelo sapere dai giornali. Spero che il trasferimento non sia collegato alla mia attività investigativa sull’edilizia>.

Ancora Il Secolo XIX, mai smentito: <Con Daniele Fui si contano decine di cantieri sequestrati, con proprietari e progettisti denunciati…con gli assessori Giuseppe Repetto (poi dimessosi) e Pier Carlo Nervo, più volte contestati, non solo dall’opposizione, proprio per i loro incarichi professionali, in alcuni cantieri finiti sotto i sigilli. Per non parlare dell’inchiesta sul Ceriale calcio, società di cui Antonio Pianese, (un’eminenza grigia in divisa lanciata ai tempi di (don) Baucia assessore, ndr) era dirigente…>.

E i giornali dell’11 marzo scorso (Secolo e Stampa) riproponevano la notizia che per il <Ceriale calcio, la Finanza ha ascoltato imprenditori, giocatori ed ex dirigenti>. Tra essi Orazio Claveri, geometra dell’Ufficio tecnico comunale, all’epoca dei fatti presidente e Pianese, commissario della polizia municipale ed in passato attivo  nella dirigenza del Ceriale, scriveva Angelo Fresia.

Notizie quasi analoghe sul Decimonono. In precedenza (24 febbraio) l’annuncio di un “blitz” nella sede della società, con sequestro del computer della segreteria e documentazione relativa alle sponsorizzazioni raccolte <da alcune imprese edili cerialesi>, riportava il blog “Il Vostro Giornale”, molto presente nella cronaca di Ceriale.

Il clima di “ritorsione”, “muoia Sansone con tutti i filistei”, a Ceriale, da qualche tempo, va di moda.


Ceriale, il primo palazzo realizzato a ponente, negli anni '60 e una spiaggia, allora, senza arenile

LA STAGIONE DELLE VENDETTE

Frecce avvelenate al nuovo corrispondente della Stampa, Angelo Fresia, figlio del costruttore Franco (villa nel verde sulla collina di levante), collaboratore  fino al 2006 del giornalino “Ceriale notizie” (realizzato dal gruppo Strizioli che cura anche 15 giornali finanziati da Comuni ed enti pubblici, Comunità Montana Ingauna compresa).

E’ Il Secolo XIX del 24 ottobre 2007 ad indicare quel nuovo fronte di “vendette”. Titolo: <Lettera anonima segnala abusi, sigilli al cantiere dell’ex colonia>. Testo: <Distanze dalle proprietà vicine non rispettate, difformità negli interrati,  conteggi maggiorati rispetto al volume originario dell’edificio, ufficio tecnico e vigili urbani sequestrano il cantiere per il recupero di Casa Serena, ex colonia religiosa affacciata sul mare…il sopralluogo ha visto impegnati i vigili guidati dall’ispettore Antonio Pianese che hanno messo i sigilli al cantiere, in fase di ultimazione, ad opera della “Fresia 1952”…impegnata a trasformare l’ex albergo  in 56 appartamenti  ed una sessantina di box…>.

Tra le altre cose, a Ceriale, esiste un regolamento comunale  che impedisce di piastrellare le facciate esterne della case, ma in via Orti non è stato rispettato.

 E il 27 febbraio, nuova notizia. Dopo il dissequestro del cantiere, i vigili urbani sono tornati all’ex “Casa Serena” su ordine dell’Ufficio Tecnico per rimettere i sigilli in quanto la ditta <non avrebbe sospeso i lavori nonostante la licenza edilizia fosse scaduta>.

 Altro paradosso? Il 13 agosto 1992, molti anni indietro, trapela la notizia  che <ignoti tra martedì e mercoledì hanno rubato le sei pistole Beretta, calibro 7.65, dalla cassaforte dei vigili urbani, oltre a 200 pallottole. Utilizzando un trapano, si sono pure impossessati  di documenti (quali?) e denaro in contante per 2 milioni 400 mila lire>.

 


l'ex sindaco Revetria

INDICE AGRICOLO? UNA BEFFA

La “Ceriale story” potrebbe descrivere cosa è successo a palazzo civico con l’ultimo mandato di Revetria. I primi screzi della neo amministrazione dovuti all’adozione del piano regolatore. Con la promessa (nel gruppo di maggioranza) che entro un anno si sarebbe varato il Puc. A spingere erano agricoltori e “Coldiretti” (allora presidente della sezione Ivo Valgiraldo, rimasto in carica 6 anni).

La categoria, Ennio Fazio d’accordo, premeva affinché fosse adottato l’indice 0,6, ma si sono ritrovati lo 0,3, con vincoli assurdi. Chi poteva disporre di un lotto di 15 mila metri per una casa agricola, pensando anche ai figli?

C’era l’impegno che tornassero a destinazione agricola (per non favorire nuove colate di cemento e seconde case) , le aree verdi nella zona del Pascolo Bianco, verso ponente, a monte dell’autostrada. Sono circa 17 ettari di terreno, 170 mila metri quadrati. Un business che vale miliardi. Che fa gola. Cosa è successo? Chi ha comprato nel corso degli anni i terreni, a chi appartengono?

A titolo di cronaca riportiamo che tra i proprietari di quei terreni risultano i titolari dell’Agenzia Milano e che l’avvocato Salvatore Serratore, 34 anni, come riportano le notizie stampa del 29 marzo 2008, è stato eletto neo segretario  della Lega Nord  ed è candidato in consiglio comunale nella lista Fazio. Del direttivo leghista fanno parte Giovanni Buscaglia, Augusto Cottino ed Alessia Petriccione. Resta “sospeso” per aver scelto la lista avversaria, il consigliere comunale uscente, Giancarlo Roatta.

Altro proprietario, il cui nome è legato ad una storica e facoltosa famiglia di Ceriale, è Roberto Poggi (il papà, era persona eccezionale per il fiuto negli affari, soprannominato “Finun”). Molte le loro proprietà soprattutto nella zona di San Giorgio, in parte vendute; una figlia ha sposato un Tagliasacchi. Il dottor Tagliasacchi senior era un medico amatissimo da generazioni di cerialesi, assieme all’indimenticabile e benemerito dottor Bartolomeo (Bertin) Merlo, tuttora vivente.

Dalla mancata adozione del Puc, dai saltimbanchi che il sindaco Revetria ha dovuto fare in questi anni. Alla sua ferrea “riservatezza” proprio sul Puc.

Chi ci ha guadagnato e chi ci ha rimesso in assenza di Puc? Ne ha giovato, dati alla mano, il mondo che ruota attorno all’edilizia, agli affari, ai progetti comprati e venduti.

Anche i bambini sanno che andando avanti a suon di varianti (non lo scriviamo certo per gli addetti ai lavori) al piano regolatore, non solo si rafforzano le clientele, ma si mette in moto il meccanismo infernale che porta dritto a quella che in Italia viene conosciuta come “stagione delle tangenti”. Non importa che nessuno possa documentarlo, meglio se non sono mai esistite in quel di Ceriale. Ma si crea l’humus, il terreno idoneo. E  c’è la prova provata, questa sì, di 40 anni di lotte politiche, su questo fronte caldissimo. Sei sindaci, su 12, costretti alle dimissioni.

Un pericolo in agguato assai più strisciante degli stessi Lavori pubblici, dove, sempre a Ceriale, in questi ultimi anni non sono mancate le polemiche, le storielle del “dico, non dico”.

E al centro - altro elemento di cronaca -  si è a volte trovato l’assessore Giovanni Bruzzone (Lavori pubblici e servizi in economia). Bruzzone che conduce un’azienda agricola, come uomo pubblico, investito di una funzione di rilievo come quella degli appalti, si ritrova (e può succedere a chiunque) con qualche problema di bilancio nella sua attività privata. Ci sono gli annunci dei protesti cambiari. Ci sono le banche che operano a Ceriale. Era proprio il caso di “mettere tutti in difficoltà” affidando l’assessorato a Bruzzone (al di là delle sue capacità)? Era proprio necessario mettere forse in  difficoltà il candidato sindaco Fazio?

DEPURATORE DI BORGHETTO

L’altra “bomba innescata” è quella del depuratore consortile, con grossi interessi economici, ma soprattutto di gestione del potere politico e delle prebende della “casta”. Il sottogoverno degli enti.

Altra documentazione. Parlano gli atti. Nel dicembre 2005, sul giornalino comunale, col titolo “Depuratore infinito”, la Lega Nord, ha presentato un’interpellanza al sindaco. <Ricordiamo che i cittadini di Ceriale pagano l’imposta di depurazione da 11 anni, dal 1966, pur senza usufruire del servizio. Ricordiamo che la Cassazione il 7 luglio 2005, sentenza n. 14314, ha condannato diversi comuni d’Italia a restituire le somme ai cittadini, in assenza di un depuratore…Dopo 11 anni siamo ancora ai progetti>.

Già, chi ha amministrato Ceriale in questi 11 anni? Altrimenti, tutti colpevoli, nessun colpevole!

Aprile 2007. Il giornalino, pagato dal Comune e distribuito gratis a tutte le famiglie residenti (i turisti con seconda casa possono trovarlo all’ufficio del turismo), titola: <Depuratore consortile, allaccio entro il 2007>. Testo: <I tecnici della società “Servizi Ambientali” stanno ultimando la redazione del progetto definitivo per l’allaccio alla fognatura cerialese al depuratore consortile di Borghetto, Loano, Pietra. Balestrino, Toirano, Boissano>. Oggi l’ente, con sede a Borghetto, è in mano a Forza Italia.

 E ancora, spiega il sindaco Revetria: <L’intervento sarà terminato entro la fine del 2007, periodo entro il quale contiamo di essere collegati.. Il percorso sarà poco meno di 6 chilometri, con un dislivello complessivo di 36 metri. Le acque depurate verranno raccolte in località Torsero ed usate a scopo irriguo. Nel tratto di capo Santo Spirito, le tubazioni scorreranno a fianco dell’Aurelia e permetteranno la realizzazione di una passerella panoramica sul mare>.

Il 4 aprile 2007, riportano le cronache (Il Vostro Giornale): <Il consiglio comunale di Ceriale ha approvato il collegamento al depuratore di Borghetto con 9 voti a favore e 7 contrari, con una spaccatura in maggioranza i consiglieri della Margherita, Luigi Romano, Adriano Viano e Marilena Costa, hanno espresso perplessità sui tempi e sui costi dell’opera, 7 milioni e 90 mila euro, nonché disagi che apporterebbero gli scavi lungo l’Aurelia, oltre a criticare l’ostilità del sindaco nel valutare l’alternativa di Villanova d’Albenga>.

Voci mai pubblicate, di avversari, sostengono che <gli uomini della Margherita di Ceriale, si siano accodati all’imput del sindaco di Albenga, dello stesso partito, avvocato Antonello Tabbò>. Dunque motivazioni partitiche. Dai giornali si apprende che: <I tre consiglieri della Margherita hanno lamentato, nella vicenda depuratore, una grave mancanza di trasparenza del sindaco, il mancato coinvolgimento nelle scelte, una gestione personalizzata al limite dell’esasperazione, come quella dei lavori pubblici e di discutibili  profili progettuali>.

A Ceriale operano 344 imprese commerciali, tra cui 20 aziende agricole, 17 imprese edili, 25 agenzie immobiliari.

Se il motore turistico è in panne non da oggi, l’agricoltura dovrebbe essere un cavallo vincente. Dopo una lunga attesa, è stato finalmente realizzato l’acquedotto irriguo. Tutto bene? Magari! Anche in questa circostanza è successo qualcosa di molto strano.

ACQUEDOTTO IRRIGUO IN PANNE

Il sindaco Piero Revetria, giunto al termine del suo primo mandato, ha ritenuto “interesse generale” firmare un accordo con la San Lazzaro Spa (famiglia dell’ingegner Enrile, non da oggi vicino ad esponenti di Forza Italia), per la gestione dell’acquedotto civico di Ceriale. Un preaccordo investe anche l’acquedotto irriguo?

Enrile ha dimostrato di essere un “calibro da 90” già all’epoca in cui acquisì l’acquedotto di Loano, lasciando di stucco quegli esperti societari che videro una società, allora srl San Lazzaro, con un piccolissimo capitale sociale, comprarsi senza particolari difficoltà (A Palazzo Doria comandava Dc, Psi, Psdi) un acquedotto pubblico per 13 miliardi di lire.

Al di là della tariffe, non certo basse se paragonate, ad esempio ad Alassio, agli utenti loanesi non è più mancata l’acqua. Ed anche nel caso di Ceriale, l’arrivo di Enrile ha risolto il problema del “salino dai rubinetti”, pur con la grana dell’attingimento nel Varatella a Borghetto, ma  provvederanno i “padrini politici”, a trovare una soluzione.

L’acquedotto irriguo di Ceriale ha ottenuto finanziamenti dalla Regione Liguria, dalla Comunità Europea. Ha i suoi pozzi nel Torsero, con diramazioni su tutto il territorio. I vasconi di raccolta nella zona del Faro e rischiano le conseguenze del mancato uso.

Tra gli agricoltori si erano registrati consensi alla proposta di affidarne la gestione alla locale Società agraria cooperativa che non ha più alcuna attività, proprietaria di uno stabile sul lungomare percepisce l’affitto (per locazione commerciale), col rischio di una grana formale per inoperosità. La gestione dell’acquedotto sarebbe una garanzia di sopravvivenza legale.

L’agricoltura della Piana ingauna, Ceriale compresa, meriterà un discorso a parte se si vuole evitarne l’estinzione come accaduto per le fabbriche savonesi.

Manca da anni un’organizzazione  (Consorzio o Coopertiva), come succede, con successo, in altre zone d’Italia, per la vendita dei prodotti dei campi. Nella produzione dei fiori e delle piante aromatiche si vende solo dietro richiesta dei grossisti. Sempre in ostaggio. Per la frutta e verdura c’è ancora la possibilità di “spedire” la merce ai mercati del Nord e Centro Italia. Agli agricoltori manca, insomma, una rete di vendita che dia garanzie di commercializzazione.

La Cooperativa ingauna, con la sua ultradecennale storia, oggi resta funzionale solamente come “ magazzino concimi”. Se non si vuole seguire la sorte (Cooperativa floricola di Villanova),  i comuni di Albenga, Ceriale, Cisano, Villanova,  Camera di Commercio in prima istanza, dovrebbero farsi carico di questa realtà, per non far “morire il mondo agricolo”, il patrimonio di storia, di valori.

CURRICULUM DI ENNIO FAZIO

Ed ora la carellata di presentazione dei due candidati a sindaco che hanno maggiori “chanche” di successo, senza sminuire il ruolo attivo che può venire dallo schieramento di sinistra in cui milita Silvio Gaggeri.

Sulla carta e gli stessi suoi attivisti sembrano convinti, il futuro sindaco dovrebbe essere Ennio Fazio, papà e mamma una vita da agricoltori e lui stesso titolare dell’azienda di famiglia. Una vasta conoscenza del suo mondo, e lui stesso avrà fatto le spese della mancanza di risultati concreti per la categoria.

Nel dare la notizia delle sue dimissioni (meglio sarebbe dire congelate in attesa del responso delle urne) da consigliere regionale Coldiretti, una nota dice: <A Fazio vanno i ringraziamenti per le battaglie e le istanze, le proposte che in questi anni hanno portato l’associazione a consolidare la sua posizione di leader in Liguria, con il 64 per cento della rappresentanza agricola>.

Da ex figlio di contatini, iscritti alla Coldiretti, avrei preferito leggere inoltre: <Ne apprezzano i risultati concreti raggiunti>.

Ennio Fazio rappresenta un’autorità nel mondo agricolo savonese, da 18 anni ricopre ruoli di primo piano nell’associazione, come presidente provinciale, regionale e chiamato a presiedere una commissione agricola a Bruxelles, nell’ambito della UE.

 Riportava “Savona Economica” (periodico della Camera di Commercio curato dall’agenzia di stampa di Romano Strizioli): <Il nuovo incarico europeo ha sconvolto la sua vita di coltivatore diretto. Per sostenere il settore primario, infatti, oggi è necessario non solo il lavoro nei campi, ma la capacità di divenire dirigente e manager. Una sfida che Fazio ha accettato di affrontare nell’interesse della categoria per la quale si è sempre battuto>.

Fazio lo ritroviamo ancora in primo piano quando, nell’ottobre 1999, fu insediato il nuovo consiglio della Camera di Commercio, con presidente Giancarlo Grasso, artigiano mobiliere di Borghetto S. Spirito.

Per Ennio Fazio le “spine” nel fianco, tuttavia, non mancano, ad iniziare dalla non esaltante eredità del predecessore, Revetria, al quale si dovrà trovare un posto, magari nel Consiglio dei “Servizi Ambientali” (depuratore) di Borghetto. O addirittura in giunta, all’edilizia, all’urbanistica. Al Consorzio intercomunale, Ceriale ha già versato due milioni e mezzo di euro e dovrà, secondo gli impegni, partecipare all’aumento di capitale sociale e realizzare un allaccio pieno di incognite. C’è il “caso Bruzzone”, c’è l’inchiesta sull’assegnazione degli alloggi dell’edilizia convenzionata e di cui si è occupato l’assessore di An, Eugenio Maineri. Ha un assessore in pectore (incarico che già ricopriva), Andrea Alessandri, ex ingegnere dell’ufficio tecnico comunale, dunque già dipendente dell’ente pubblico e in rapporti di collaborazione con lo studio dell’ingegner Podio di Albenga.

Ennio Fazio, agli amici, va ripetendo che con lui sindaco i “partiti”non avranno diritto di veto. L’edilizia sarà limitata al completamento della “T1” (ex aree Fiorani, Banca di Lodi, 70 mila mq) oggi acquistato dal gruppo Nucera, già consigliere comunale nei primi anni ’90 quando sui banchi sedeva anche Fazio che promette <nessun condizionamento, ma rilancio deciso del paese con uomini ed idee nuove>, tipo la società unica che dovrebbe essere chiamata a gestire Farmacia Comunale, spiaggia pubblica, parcheggi ed altri servizi.

CURRICULUM DI GIANNI RAVINA 

L’impronta del manager che gli calza a pennello è subito emersa nelle prime iniziative del candidato sindaco della “Lista civica per Ceriale”, Gianni Ravina. Ad iniziare dal blog, dai comunicati, dalla stesura del programma, dalla cura di dimagrimento degli assessorati e della macchina comunale, dal porta a porta. Dall’attuazione (dalle parole ai fatti) di una lista orfana di partiti. Nessun parlamentare si è visto in città, gli ex Ds sono rappresentati da Giancarlo Bertolotto (dipendente Asl) e Igor Bruzzone, precario alla locale Croce Rossa. In fase di “stallo” gli ex margheritiani, Luigi Romano, Adriano Viano e Marco Gallea.

Ravina, famiglia storica di Ceriale, proviene dalla “scuola Fiat”, con incarichi prestigiosi e di responsabilità decisionale diretta. Ha iniziato la gavetta nella più importante azienda privata italiana come responsabile delle relazioni sindacali e gestione del personale nell’era Ghidella. Ha proseguito passando alla “gestione organizzativa” con Cantarella. Poi tre anni in India, come amministratore delegato. Quindi cinque anni al progetto della CNK, società quotatata alla Borsa statunitense. Con una riorganizzazione aziendale ed una “cura da cavallo”. Società che al suo arrivo accumulava perdite  per 600 milioni di dollari e che ha lasciato nel 2005, in ottima salute.

Insomma verrebbe un potenziale manager di talento, imprestato alla pubblica amministrazione e solo Dio sa quanto c’è bisogno, soprattutto a Ceriale, di risanamento e rilancio, a cominciare dalle classi sociali più deboli ed indifese, al commercio, al turismo, all’agricoltura.

Sono lontani i tempi di don Camillo e Peppone, abbiamo documentato in due puntate (speriamo poco noiose) la fotografia di Ceriale, ieri ed oggi, lasciando parlare i documenti, la cronaca  quotidiana.

Non è un libro, non mancheranno le lacune, dimenticanze. Con lo sforzo di descrivere e parlare di temi che stanno a cuore alla gente comune. Argomenti reali. Ognuno tragga le sue conclusioni, nella più assoluta libertà di coscienza.

Luciano Corrado 

 

Pubblichiamo la pagina di... "Savona Economica"... quando fu eletto, nel 1999, il presidente  Giancarlo Grasso; nel consiglio camerale anche due esponenti di Ceriale, Ennio Fazio, (candidato a sindaco) e Marinella Fasano, agente immobiliare, candidata per Forza Italia nel consiglio comunale. 

 

Ceriale, nel tempo, raccontata da due articoli.

 
Il primo de... La Stampa (nel 1972), il secondo de... Il Secolo XIX del 1997.

Cosa è cambiato in meglio o in peggio da allora ad oggi?