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CARI CERIALESI, VI SCRIVO…….

DALLE STELLE …ALLE STALLE
LO “SPETTACOLO” DEVE FINIRE !

 Raccontiamo per “Trucioli Savonesi” perché è fallito il rilancio di Ceriale rilegato a fanalino di coda in provincia di Savona. Lo documentano i dati e le statistiche. Sarebbe ipocrita non ammetterlo. Eccovi una carrellata, inedita, di storie viste e vissute, per 42 anni, da un cronista-testimone. Una raccolta di confidenze, lettere, denunce, articoli di giornali, riflessioni. Con il cerialese che ha volte ha deciso per il suo bene, a volte e troppo spesso si è dato la zappa sui piedi. Altre volte ha preferito guardare il “triste spettacolo” dalla finestra; la cosa peggiore che possa accadere.  Forse accadrà ancora con il rinnovo anticipato del consiglio comunale e per la scelta del futuro sindaco? Eppure Ceriale dal 1981 è “capitale della cultura”, del libro e dell’editoria ligure. Può, inoltre, vantare associazioni di volontariato molto attive, dinamiche, meritevoli. Oltre una quindicina.

di Luciano Corrado

 


Ceriale

Ceriale –  A chi andrà lo scettro di primo cittadino di Ceriale con il rinnovo del parlamentino comunale il 13-14 aprile? Tra i tre candidati è scontato che toccherà a Ennio Fazio e Giovanni Ravina contendersi la vittoria. Mentre a Silvio Gaggeri toccherà “l’onore delle armi”. Dai 4 mila votanti, con una prevalenza di 200 donne, avremo, finalmente, l’uomo nuovo, della svolta, della riscossa delle coscienze? O si proseguirà sulla strada del nuovo, ma finto. Con i “vecchi” che ritornano.

Con i devastanti condizionamenti della politica affaristica (casta) e di potentati avidi, campioni in facili guadagni. Maestri in egoismo e nella corruzione morale della pubblica amministrazione. Con troppi soldatini in consiglio comunale. Con la presenza di figure mediocri e per bene che vada chiacchierate. Alcune impresentabili per etica e conflitti di interesse. Apparentemente intoccabili, inossidabili.

Il “modello Ceriale”

Il “modello Ceriale” ha visto prevalere i danni sui benefici nella vita economica e sociale. Il “virus Ceriale” ha causato, in molti casi, agonia, desolazione. Sarebbe ipocrita non ammetterlo, non riconoscerlo.

La buona volontà, il coraggio, la trasparenza, l’operosità, l’intraprendenza, la speranza di pochi hanno dovuto soccombere all’irresponsabilità, all’incapacità di chi avrebbe dovuto, da anni, cambiare senza indugi rotta, tagliare il cordone ombelicale con un passato che ha fatto scempio di ogni valore.

Sei sindaci dimissionari 

Basti un esempio: sei sindaci su 12 hanno interrotto il loro mandato o rassegnato almeno una volta le dimissioni, per contrasti nell’edilizia o sugli strumenti urbanistici. E la storia insegna che dove c’è denaro facile, si annida la corruzione. A Ceriale, mai provata, documentata, va aggiunto e precisato. Ma è peccato mortale soffrire di “memoria corta”.

Almeno una dozzina di inchieste giudiziarie, nel corso degli anni, si sono scontrate contro un ammasso di maleodoranti operazioni. Hanno avuto il sopravvento il muro di gomma e l’omertà. Dall’usura (una decine di famiglie possidenti si sono ritrovate nullatenenti) alle aree edificabili, alla vendita di vecchi immobili, ai “giochini” sporchi sulle varianti al piano regolatore, ai rapporti fin troppo sfacciati tra pubblici amministratori chiamati a tutelare i supremi interessi dei cittadini ed un “clan” affaristico-imprenditoriale-massonico-finanziario. Alla miopia sull’irrazionale sviluppo urbanistico. Alla persecuzione sistematica degli “avversari” anche all’interno del palazzo municipale, vigili urbani compresi.


l'ex sindaco Camino, ad una premiazione di tennis con il costruttore Murialdo, proprietario del "Parco Acquatico".

Il richiamo di  Carlo Fizzotti

A chi parla di fantasie, di catastrofismo, disfattismo,  di becere illazioni, c’è la risposta. La prima risale al 12 aprile 1965, 43 anni fa. Scriveva, tra l’altro, il comm. rag. Carlo Fizzotti (il figlio Francesco è avvocato a Savona e possidente a Ceriale), nella veste di presidente dell’azienda di soggiorno, nella relazione economica relativa al 1964 inviata al consiglio comunale e all’allora ente provinciale del turismo:

<Nonostante la recessione, le presenze turistiche restano costanti e i segnali fanno presagire che Ceriale potrà inserirsi tra i principali centri turistici della Riviera, purché  lo sviluppo edilizio rimanga  contenuto nei limiti del vigente regolamento e sarebbe opportuno  che tutta la zona agricola fosse regolamentata per evitare indiscriminate costruzioni e la perdita della caratteristica ambientale che distingue Ceriale, rispetto ad altre località già cementificate..>.

Invece è accaduto esattamente l’opposto di quanto auspicava, sollecitava Fizzotti. Per quale ragione?

L’appello-profezia di Camino

Mi scriveva l’ex sindaco e ex presidente dell’azienda di soggiorno, cav. Carlo Camino il 2 ottobre 1976, su carta intestata del partito socialista italiano: <Caro Corrado, conoscendo ed apprezzando l’impegno profuso nella sua attività giornalistica, le chiedo aiuto, anche come nostro concittadino.Le allego  le osservazioni al Piano Regolatore del Comune. Come vedrà abbiamo raccolto 616 firme e potevano essere molte di più …Mi aiuti a smascherare, a bloccare le zone di espansione C, dove si potrà costruire. E’ come un vestito di Arlecchino, ubicate senza un criterio logico e urbanisticamente valido. Con la scellerata politica di gonfiare Ceriale di seconde case, il nostro paese si sta avviando al suicidio turistico ed economico. Dobbiamo scongiurarlo…>.

Una profezia? Camino aveva visto lontano. Non era un miope. La storia gli ha dato ragione.


Sergio ferrero

Il richiamo di Ferrero

Ecco cosa dichiarava  al Secolo XIX, l’11 marzo 1976, 32 anni fa, il consigliere comunale Sergio Ferrero, prima Dc, poi Unione Cittadina, medico ed ex primario, con 453 preferenze personali, 536 quelle raccolte dal suo capolista Giacomo Merlo:

<E’ inutile parlare di rilancio turistico, riempirsi la bocca, invocare nuove strutture alberghiere se non si creano le condizioni favorevoli. Passando dalla politica delle seconde case ad uno sviluppo urbanistico che non segua l’esempio della vicina Borghetto S. Spirito. Se non si ha la forza ed il coraggio di dire “no” a certe speculazioni, ai palazzi e palazzoni che crescono come funghi… Bisogna assolutamente. creare le condizioni per un turismo qualificato, dando la priorità a case per residenti ed il resto riservarlo a costruzioni  unifamiliari, penso a ville e villette, in aree circoscritte, creando dei borghi accoglienti, caratteristici per attirare clientela qualificata.  Tutelando il territorio – concludeva Ferrero – possiamo dare il massimo incoraggiamento alla scelta alberghiera e ai relativi servizi del dopo albergo, senza i quali non si fa turismo, ma caos turistico>.

Cosa sia accaduto in tutti questi anni è sotto gli occhi di tutti. Si è pensato soprattutto alla cementizzazione selvaggia, a lotte furibonde, più o meno sotterranee, dentro e fuori il palazzo comunale, con personaggi  che hanno fatto il bello ed il cattivo tempo, con la politica incapace e complice, in qualche caso forse mandante ed ispiratrice.


l'ex sindaco Vacca

Il “sasso” di Carlin Vacca

A questo proposito si leggano due precedenti servizi pubblicati da “Trucioli Savonesi”, nel maggio dello scorso anno, con altre testimonianze, come quella dell’ex sindaco Dc, Carlo (Carlin) Vacca, massacrato politicamente da alcuni “signori del cemento” nonostante fosse un mite, un moderato. E’ morto povero. In qualsiasi paese civile quelle dichiarazioni avrebbero avuto un seguito.

Non è un caso, dunque, se Ceriale ha finito per guadagnarsi, in provincia di Savona, una serie di primati negativi, vittima di un falso sviluppo. E senza il “Parco Acquatico”, sorto su un’area pubblica per iniziativa privata, sarebbe davvero un paese anonimo. Da mordi e fuggi.

Dalla “Fiorani Spa” ai “padrini”

Oggi è troppo tardi per rimediare a errori, scempi. E non sarà neppure un caso se persino la “famigerata” banda Fiorani (ex  banca di Lodi) aveva scelto pure Ceriale per scorribande. E sempre a Ceriale hanno dimorato ed operato personaggi in odore di ‘ndrangheta, capi-cosca zonali, gregari, inseriti in un contesto imprenditoriale, al centro di inchieste a livello nazionale e citati negli atti della commissione parlamentare antimafia. Per non parlare della mortificante “piaga della prostituzione” alle Muragne e non solo. Con gli abitanti costretti a convivere con le lucciole e clienti sotto le finestre. Alle 42 rapine in banche, posta, supermercati, in 25 anni.

La storia di ieri e di oggi fotografa una manciata di cittadini che si sono arricchiti, spesso in modo parassitario, mentre la stragrande maggioranza ha tirato e tira il carro tra sacrifici, rinunce, mortificazioni, alcuni costretti a vendere o svendere quanto avevano messo insieme da generazioni.

Chi ci ha guadagnato e chi ci ha rimesso?

 

La storia turistica

Iniziamo dal turismo, dai fatti concreti, inconfutabili. Da mezzo secolo non si costruisce un nuovo albergo tradizionale. Sono rimaste in attività 7 strutture che fanno “miracoli” mentre La Stampa del 22 novembre 2007 ha annunciato la chiusura, entro il 2008, dello storico Torelli, di Europa e Ilda. Erano 11 nel 1997, erano 13 nel 1966.

In compenso sono state realizzate 11 mila seconde case, con un’infinità di “case sfitte”, ma per trovare “casa in affitto” bisogna emigrare. Una mostruosità che penalizza i giovani e i meno abbienti e non si è mai interrotta. In prospettiva sono in arrivo altri monolocali e bilocali da 48 mq.

I 22 alloggi (18 bilocali e 4 trilocali) dell’edilizia convenzionata, di via Nava, sono “fumo negli occhi”. Ben poco cosa di fronte ad una grande emergenza.

Forse don Leandro Caviglia (l’ex parroco caduto in disgrazia per via di quella frase “infelice” sul partigiano Felice Cascione al quale addebitava di aver scagliato una bomba contro la chiesa di Vessalico e poi chiarì di essersi confuso) dal pulpito avrebbe dovuto lanciare ben altri strali ai parrocchiani. Non lo fece pensando, magari, alla sorte toccata a don Alessandro Ranoisio, parroco al San Pio X di Loano, richiamato all’ordine per le sue prediche contro il cemento e a favore dei senza casa, delle giovani copie in difficoltà, dell’insensibilità di certi ricchi. Ranoisio si dimise ufficialmente per “motivi di salute” e lasciò Loano, Caviglia non da oggi riscuote la stima di chi lo conosce dall’età del seminario, ma a Ceriale è tra i pochi che ha dovuto abdicare. Incredibile!

Il Baffo di Ceriale", personaggio che era spesso in tivu con Mike Bongiorno e con il conte Riccardi.

Era capitale dei campeggi

Ceriale, in Riviera, fu tra le prime “città dei campeggi”. Con 8 strutture (1966),  e tra essi l’International che occupava l’intera area dell’attuale pineta e spiaggia di levante. Sempre affollata da operai e impiegati dell’industria tedesca del dopoguerra che l’avevano promossa come meta prediletta. Una maxi-tendopoli da far invidia. Arrivavano già con le vacanze di Pasqua e gli ultimi partivano a fine ottobre. Una manna per i cerialesi, il commercio, gli esercenti, gli stessi agricoltori. Se qualcuno ha dubbi chieda la testimonianza del mitico “Baffo di Ceriale”(Riccardi).

Il villaggio olandese

Ceriale è stata anche la prima in Riviera ad essere prescelta dagli olandesi, fino a realizzare l’omonimo villaggio. Oggi è rimasto in attività 1 campeggio a una stella (Baciccia),  5 parchi vacanze (Pineta Aurelio, Pineo Mare, Delphis, il più longevo, Belvedere e Alì Babà, tutti a due stelle. Vanno aggiunti il “Villaggio Turistico”, Il Paese di Ciribì. Infine: due affittacamere (Meo Patacca e Monferrato). Cinque “Case Vacanze”: Mary,  Immobiliare Moresco, già hotel e residence, Residence Riviera, Venturino Rosalba, Zefiro.

Tra i residence figurano: Oliveto e Sabrina a tre stelle, La Marina ed Il Nautilus a due stelle.

Boom di Stabilimenti balneari

L’unica categoria prevalentemente turistica che si è raddoppiata, i Bagni Marini, passati da 11 (nel 1966) agli attuali 24: Angela, Cavallino Bianco, Ceriale, Comunale S. Sebastiano, Den Haag, Golden Beach, Ilda, Kitty, Lido, Lido Azzurro, Cinzia, Martini, Moresco, Non è Rimini, Italia, Pirata, Carlotta, Rosa, Samoa, Silvia, Tempo d’Estate, Turista, Vittoria, Torelli.

Poi ci sono i bar, ma qui il tournover di aperture, chiusure, cambi di gestione è tale che il sito ufficiale del Comune si limita a riportare i nomi dei soli Ristoranti-Pizzeria. Sono 19 e per la cronaca aggiungiamo che gli unici che hanno resistito dagli anni ’60 sono Torelli ed Il Pirata (nuove gestioni).

Il portale del Comune elenca: Al Grillo di Ciro Insolito, Bar-ristorante Gianni di Angela Orlando, Il Faro di Ugo Moisello (la struttura più dinamica della cittadina nel settore della ristorazione), Il Grottino di Alexandro Baglio, Il Quadrifoglio  di Francesco Giordano, La Grotta, La Tavernetta,  Mediterraneo, Mela Rosa di Emanuela Vaccaro e C, Meo Patacca di Antonio Sacchi, Monferrato, Pizzeria 2000 di Raffale Celardo, Prandini, di Matteo Prandini, Roma di Antonio Elefante, Rouge e Noir di Dalvivo e Bestoso, Tiffany, Oliveto, Ippocampo.

Come in altre località rivierasche c’è stata l’esplosione delle agenzie immobiliari, il sito comunale ne indica 25 e nel giornalino “Ceriale notizie” parlando di un progetto di rilancio del Centro storico si dava notizia (nel 2006) del blocco di nuove agenzie con un divieto derivante da una variante al piano regolatore. Battaglia persa. Oltre al divieto di trasformare in alloggio i pianiterra ed i sottotetti, sempre nel perimetro storico.

Testimonianza di un libro

Un’altra testimonianza scritta. Il volumetto La Storia di Ceriale, del 1970, 4 mila copie distribuite. Autore Nello Cerisola, a cura dell’Azienda di Soggiorno. <In quest’ultimo dopoguerra, pur continuando lo sfruttamento agricolo della favorevole piana con la produzione ed il commercio dei prodotti ortofrutticoli (pomodori, carciofi, asparagi, verdure e primizie in genere coltivate in apposite serre); di pesche, albicocche, cachi e con la floricoltura in località Muragne, Ceriale è diventata centro balneare con un notevole incremento turistico, favorito dalla vasta spiaggia rettilinea, ghiaiosa, sabbiosa, lunga circa 2600 metri e larga 40, mentre tra le attività industriali figurano soprattutto l’industria cantieristica da diporto e quella dolciaria>.

Sparita la produzione dolciaria (fratelli Pesce), in partenza per l’entroterra ingauno lo storico Cantiere Sciallino, chiuso il piccolo cantiere Patrone, le terre coltivate sono diminuite, secondo stime attendibili, del 30-40 per cento, come pure gli addetti. Sul mercatino comunale della frutta e verdura c’è un solo banco, un solo agricoltore interessato all’iniziativa.

E’ la fotocopia di quanto accade nella vicina pianura ingauna. L’urbanizzazione avanza e nessuno si chiede seriamente cosa accadrà domani con la sparizione dell’agricoltura, insostituibile risorsa umana e commerciale. Come andrà a finire? Si domandava con interesse Gerry Delfino, il libraio storico della piana.

C’è il precedente delle fabbriche chiuse nell’area di Savona, dove il cemento che avanza ha creato profitti per pochi, perdita di migliaia di posti di lavoro, non sostituiti. E non sono i supermercati o centri commerciali vari a generare valore aggiunto in grado di far fronte alle esigenze sociali della popolazione, dei giovani diplomati, laureati. Costretti ad emigrare fuori Liguria.

Il libro “Storia di Ceriale” ci racconta l’evolversi della popolazione e delle immigrazioni. Mille abitanti nel 1827, 1089 nel 1881, 1253 nel 1910, 1507 nel 1929 per salire a 2279 al censimento del 1951 e a 2602 nel censimento del 1961, suddivisi tra 2071 nel capoluogo, 95 a Peagna, 48 a Muragne e 388 in case sparse.

 l'ex sindaco Gianatti 

l'ex sindaco Delfino  

l'ex sindaco Revetria

I sindaci dal dopoguerra

Dal dopoguerra ad oggi si sono succeduti 12 sindaci. Sono trascorsi 63 anni. Si sono alternati Ascoli, Parodi, Camino, Merlo, Delfino, Vacca, Gianatti, Bruzzone, Balloni, Braggio, Cerruti e per ultimo Revetria. Sono in vita Gianatti, Braggio, Ballorni, Cerruti, Revetria).

Li ho conosciuti tutti. Con l’esclusione di Ascoli e Parodi (ero un bambino), degli altri conservo la “memoria storica” del loro operato. Cronista e testimone. Per non dimenticare. Custodisco un “dossier Ceriale” ricco di ritagli stampa, di documenti da giornalista di provincia, di lettere, fotografie. Ma anche esposti, denunce, segnalazioni anonime che arrivano al giornale, al giornalista. Unito al ricordo dei due corrispondenti “storici” Benedetto Noberasco (Il Secolo XIX) e il fotoreporter della Gazzetta del Popolo, Gianni Carbone (a Ceriale vive un fratello), per anni omnipresente sui fatti di cronaca del ponente, col suo inseparabile “obiettivo”.

Il rilancio mancato

Da 40 anni si parla, si scrive, si promette il “rilancio di Ceriale”; da 40 anni si ripete che il “paese è scollato”, bisogna invertire rotta, essere uniti in un grande obiettivo di rinascita. Si ripete che divisioni e spaccature non servono per amministrare il Comune e dopo ogni rinnovo elettorale la musica non cambia. Fino al ridicolo, se non fosse realtà, che per sostenere la squadra di calcio sono stati “consigliati” a contribuire, con versamenti, quanti chiedevano in Comune una concessione edilizia. Producendo un curiosissimo valzer di fatture. Ovviamente per il bene di Ceriale. E si potrebbe continuare con i progettisti di strumenti urbanistici che diventano progettisti di impresari in “loco”, con due alloggi dell’edilizia convenzionata assegnati ad un carabiniere e ad un vigile urbano, sotto il controllo rigoroso di una commissione esterna, aveva assicurato sul giornalino comunale l’assessore Eugenio Manieri. Con impiegati comunali che si dimettono, rientrano, come dalla porta girevole di un hotel. E, poi il capitolo promozioni. Fino all’ultimo capolavoro-perla del rifacimento di un tratto di passeggiata con progettisti “illustri”.

Bisogna pur domandarsi la ragione per cui nonostante Ceriale abbia inaugurato dal 1981 l’ottima iniziativa della Rassegna dei Libri di Liguria, con un crescendo di interesse e successo, tale da promuoverla “capitale della cultura”, non sia stato possibile il “colpo d’ala”. La cultura stessa si sia dimostrata impotente, incapace di incidere nel tessuto cittadino. Con i risultati, con statistiche che non sono opinioni, ma realtà e, come sta martellando Pier Ferdinando Casini dalle tivù nazionali, anche a Ceriale <bisognerebbe dire la verità agli italiani>. Senza giri di parole.

Dire almeno che a Ceriale bisognerebbe lasciare a casa quegli amministratori che con ruoli di responsabilità diretta hanno più volte fallito gli obiettivi di rilancio per incapacità o irresponsabilità. Si è persino dimesso un onesto parroco, per una frase di troppo, loro (i coartefici della decadenza morale, sociale, economica) vogliono restare, comandare. Incollati alle poltrone di governo e sottogoverno. Pagati e gettonati. Cechi e sordi.

E’ probabile che Ceriale, da decenni,  sia orfana di una personalità di grande prestigio, carismatica da catalizzare grandi consensi. Non per questo può essere giustificata la “non memoria” di eventi sciagurati che si sono susseguiti.

L’allarme di scrittori

Nel 1982 due giornalisti-scrittori, entrambi de Il Secolo XIX, Antonino Ronco, originario di Balestrino e Guido Arato, nel volume “Liguria Domani” osservavano: <Il fenomeno dell’irrazionale sviluppo edilizio ha assunto dimensioni macroscopiche. In molti comuni, Rapallo, Varazze, Loano, Borghetto, Ceriale, Andora, Bordighera, Camporosso, il numero delle abitazioni libere supera ormai quelle stabilmente occupate…Le conseguenze negative sono e saranno sempre più devastanti: distorsione dell’uso del territorio, speculazioni, carenze nei servizi, privatizzazioni di beni che dovrebbero essere di tutti, alti prezzi, qualità della vita. L’azione congiunta dell’abbandono dell’entroterra e espulsione dalla fascia costiera di chi invece cerca casa, determina il sorgere di anonime  periferie alle spalle e ai lati dei centri rivieraschi più rinomati>

Non conosciamo il peso e le “pressioni” a fin di bene svolte dalla Pro Loco (presieduta da 4 anni da Davide Scianchi), dal Gruppo Alpini (capogruppo Innocenzo Menini), da Ok Ceriale sorta nel 1985, dalla Lega Navale (presidente Marco Claveri) che opera dal 1968, dall’Associazione culturale “Il tempo ritrovato” (presidente Maurizio Bracali, 30 iscritti), dall’Avis, dall’Aib, dall’Anpi, dal Gruppo Ciclistico Ceriale, dal Basket Club Ceriale, dall’A.S. ginnastica Anthia, dal “tennis”, dalla Bocciofila, da “Seià Spiagge”, dal Civ (Centro Integrato di via), dal museopaleotologico “Silvio Lai” di Peagna. Da alcune associazioni di categoria. 

Commentava recentemente Eugenio Scalfari su La Repubblica, che il popolo è sovrano. A volte decide per il suo bene, a volte si dà il martello sui piedi, a volte resta a guardare lo spettacolo dalla finestra di casa. E’ questa la cosa peggiore che possa accadere.

Ceriale rappresenta, nel suo piccolo, un esempio lampante. Romano Prodi sostiene che <in parlamento abbiamo i rappresentanti che il popolo ha scelto, lo specchio della nostra società>. Silvio Berlusconi non perde occasione per rimarcare: <Ci vuole al governo del paese, delle regioni, delle province, dei comuni gente capace, che nella vita ha dimostrato col proprio lavoro di aver raggiunto risultati, traguardi, non chiacchiere. E bisogna cacciare i professionisti della politica, chi vive con i soldi della politica>.

Chissà se il cavaliere conosce alcune realtà di Forza Italia di Savona e provincia. A Ceriale, sotto la sua bandiera e in coalizione, c’è chi ha già dato una prova deludente. Liste elettorali comprese. Consigli almeno di “togliere il disturbo”, ma è troppo tardi.

Luciano Corrado

 Sul prossimo numero di “Trucioli Savonesi”: chi sono i candidati alle comunali di Ceriale, la loro storia, la loro “carta di identità”. E poi, gli ultimi due anni di fatti e misfatti nella città che si accinge a rinnovare il consiglio comunale. Con retroscena mai raccontati.

 

Peagna di Ceriale, 1956, il giorno dell'inaugurazione della nuova scuola elementare: il primo a destra, l'alunno Luciano Corrado mentre recita il discorso di benvenuto alle autorità, sulla sua destra Lorenzina Dani (ex alunna), che ora vive a Loano con la famiglia. Al suo fianco l'allora senatore prof. Roberto Lucifredi, politico Dc di grande rigore morale e preparazione giuridica, docente universitario, quindi il sindaco Parodi, il provveditore agli Studi. Dietro le spalle, Carlin Vacca, per due volte primo cittadino di Ceriale, don Fiorenzo Gerini, allora neo parroco, con a fianco Clemente Nattero che abita a Campochiesa. In seconda fila emerge anche Alessandro Provaggi, di Toirano, imprenditore di successo a Loano di successo. Il figlio Franco è proprietario di avviati ambulatori medici a Loano ed Albenga, ma anche di stabilimenti balneari. L'edificio, chiusa la scuola, ospita il museo peleontologico "Silvio Lai", a ricordo di uno degli eredi donatori del terreno al Comune di Ceriale. La famiglia Lai, di Imperia, a Peagna aveva una casa e vi trascorreva le vacanze.

 

Peagna di Ceriale: gli alunni della scuola elementare, dalla prima alla quinta classe, con la loro maestra Virginia Gerosa (abitava a Loano). Sono ancora tutti in vita con l'eccezione del compianto Severino Opizzo, primo a terra, davanti all'insegnante. A fianco verso sinistra, Nando Oggerino, Giulio Valgiraldo, Gianni Costa, Carlo Enrico (la figlia Laura, maestra a Pietra Ligure, è candidata alle elezioni comunali), Peppino Menini, Luciano Corrado. In piedi, da sinistra a destra, Lico Domenico (candidato nella scorsa legislatura), Gianni Oggero (vive ad Ormea), Giannina..........; Giuliana Opizzo, Rina Oggerino, Lorenzina Dani, Teresina Opizzo, vicino alla maestra