TRUCIOLI SAVONESI
spazio di riflessione per Savona e dintorni |
POLITICA AMBIENTALE e SVILUPPO SOSTENIBILE Siamo solo in due laureati in sviluppo sostenibile in Liguria .... ma pensi che a qualcuno interessi qualcosa? Questa settimana Milena Debenedetti "nonna Abelarda" risponde ad una lettera che ha ricevuto dopo il suo intervento della settimana scorsa.
Carissima nonna Abelarda
Caro Massimiliano,
ti ringrazio per l'apprezzamento dell'articolo. Davvero, non solo sono molto interessata a quello che scrivi, ma non credere poi che le mie reazioni alla fiera siano state tanto diverse. Soprattutto, nessuno ti capisce piu' di me. E scusa se saro' alquanto prolissa.
Dopo una laurea in chimica che non e' stata certo una passeggiata, dopo vent'anni di lavoro in un laboratorio di ricerche con numerosi brevetti americani ed europei alle spalle, dopo aver sperimentato ruoli da team leader in gruppi di lavoro internazionali, e l'orgoglio di aver dato il mio piccolo contributo, sono stata costretta ad andarmene, per la crisi dell'azienda ridimensionata di botto a meschina realta' locale, che metteva di fronte a scelte ricattatorie e non lasciava piu' spazi di discussione, lavoro, lotta genuina per salvare la fabbrica e le ricerche, per non piegarmi a una situazione invivibile di umiliazioni inutili, per non ritrovarmi magari dopo qualche anno ugualmente senza lavoro e in piu' psicologicamente annientata. Da allora, naturalmente, sopravvivo di lavoretti ben diversi dalla mia qualifica ed esperienza, buttate alle ortiche e non piu' utili ad alcuno. Cosa pensi che sia stato per me visitare quella mostra, se non amarezza e nostalgia e frustrazione? Siamo in tanti, in tantissimi nella mia e nella tua situazione. Precariato, lavori sottoqualificati, nessun rispetto di esperienza e professionalita', sono una realta' dura e concreta di questa Italia particolarmente decaduta all'interno dell'Occidente in crisi. Particolarmente decaduta per via delle debolezze di fondo, accentuatesi ultimamente: grandi industrie quasi solo come ex carrozzoni statali o parastatali in crisi, multinazionali in fuga, piccola e media impresa poco dedita a innovazione e tecnologia, con scarsa presenza di figure qualificate, laureati o anche solo diplomati ( "l'industria italiana vuole solo analfabeti! " sbottò Mussi un giorno a un convegno, constatando questa realta' ); inoltre, scuola, universita' e ricerca lasciate allo sbando (tanto interessa un popolo bue di televisomani, e' piu' docile e manipolabile), assenza totale di meritocrazia, totale immobilita' di classe (nel senso che un figlio di operaio o impiegato, a parita' di laurea e magari con competenze e voti superiori, sara' sempre penalizzato rispetto al figlio di un professionista o di un politico o di un raccomandato di vario tipo), clientelismo e cosi' via. L'ignoranza al potere di questi anni di dominio mediatico ha fatto il resto, combinandosi con le dure realta' della globalizzazione qui arrivate senza ammortizzatori né resistenza né riscossa, in un tessuto già debole. Si', siamo in tanti, ma secondo me, pur se ormai vecchietta e un po' sfiduciata, non dobbiamo, non dovete soprattutto voi, piu' giovani, gettare la spugna. Il senso del mio pezzo non era tanto di speranza concreta o di illusione rosea, figuriamoci, ma solo di constatazione che le potenzialita' esistono, eccome. Di fronte all'amara visione della cupola di grigiore e connivenze che ci soffoca, non ci si dovrebbe mai scoraggiare del tutto, soprattutto voi giovani. Ricordiamoci che loro, per quanto potenti, compatti e arroccati nella "casta" politico economica, sono pochi. Noi, gli italiani che ancora non si sono rassegnati o che cominciano a svegliarsi, in teoria siamo tanti, molti di piu', anche con qualifiche e spirito imprenditoriale, e dipende da noi cambiare la società. Ecco quello che volevo dire. Ti garantisco che in mezzo a noi, e non perche' apparteniamo a ideologie o partiti comuni o altro, anzi, il contrario, ci sono tante persone che la pensano indipendentemente nello stesso modo: sviluppo sostenibile, decrescita felice, una vita più a misura d'uomo, dei suoi valori, affetti bisogni, e meno a misura di economia e consumismo sterile. Che non vuol dire declino o rinuncia,ma autentico progresso e benessere. E queste idee cominciano a venire fuori. Ad aggregarsi. A trovare sbocchi e azioni semplici, civili e concrete. A circolare, a farsi strada e spazio. Nonostante il boicottaggio reiterato dell'informazione asservita. Secondo me basterebbe una cosa, piccola semplice banale: qualche fonte di speranza, concreta, nel cambiamento positivo. Sarebbe una scintilla in grado di propagarsi e di riaccendere le menti e il paese, che non aspetta altro. Perché tutta questa gente, in blocco, questa gente sordida di cui non riusciamo a liberarci, non sa darcela. Sanno darci solo idee e parole e soluzioni vecchie, vuoti slogan, trattarci da bambini deficienti, sanno ostentare grettezza, paure false o ingigantite per tenerci buoni: gli immigrati, la sicurezza, le crisi provocate, l'emergenza rifiuti, le minacce terroristiche, la criminalita', il declino economico... E mentre siamo inaciditi, frustrati, incolonnati nel loro vicolo cieco, ci ricattano per bisogno, con miraggi di posti di lavoro per lo piu' di bassissima qualita', ci mettono abilmente gli uni contro gli altri, per continuare i loro lucrosi affari. Pero' esistono coloro che, dentro la politica, l'economia, l'informazione, si piegano ma continuano a mantenere in se' un grumo di dubbio, di dissenso, e forse se si riuscisse a creare una svolta riemergerebbero, chissa', collaborerebbero al cambiamento, che si propagherebbe e diverrebbe epocale. In ogni caso, siamo al punto di rottura, e' certo: che finisca in sfacelo o che sia una rinascita dipende da tutti noi, singole persone, da quanto sapremo fare come nuova politica concreta, alta, nel vero significato del termine, cosi' come da quanto sapremo aggregarci, confrontarci, trovare nuove strade sociali ed economiche. Avere iniziativa personale e coraggio. Permettimi un'ultima constatazione sulla questione emissioni vs. piattaforma. Ecco, e' un discorso che ho sentito girare in questi giorni, e la cosa mi preoccupa. Attenzione alla teoria strumentale, tanto utile e sfruttata, del "benaltrismo", secondo la quale, di fronte a un potenziale problema, ce ne sarebbe sempre un altro peggiore di cui occuparsi prima. Di solito chi la propala e propugna non e' mai in buona fede. Certo, sono d'accordo che, se guardiamo al problema in se', le emissioni di centrali e industrie possono essere un danno ambientale piu' grave e immediato di una "innocua" piattaforma, di un "simpatico" megaporto con torre. Ma non e' cosi' che si deve ragionare: separare i problemi o dare ordini di priorità indebolisce i discorsi, mette contro le persone, favorisce chi vuole i peggiori scempi. I problemi sono da affrontare e valutare insieme, per trovare soluzioni vantaggiose per la comunita' e piu' rispettose dell'ambiente (che non significa dire sempre no!), in un'ottica di pianificazione lungimirante e interconnessa, estesa nello spazio e nel tempo, che quasi sempre manca in questi progetti a casaccio tesi a favorire pochi grandi interessi. Non sono contro la piattaforma cosi' perche' mi piace il mare blu, e non e' che non mi occupi di fabbriche perche' intanto quelle gia' ci sono... No, non e' questo il punto e il ragionamento. Di ogni questione si devono valutare (ma lo saprai certo meglio di me), i rapporti costi (anche ambientali e di territorio)- benefici , posti di lavoro e prospettive in relazione ai sacrifici, infrastrutture e problemi correlati, conseguenze dirette e indirette, anche nel tempo. Ebbene, e' da questa analisi che la piattaforma si rivela fallimentare. Dobbiamo smetterla di accettare il peggio o il meno peggio, e' la strada sbagliata. Piu' la crisi e' profonda, come adesso, piu' sono necessarie soluzioni innovative e coraggiose che vadano oltre il banale, per superarla. Non e' neppure un dire sempre di no, a tutto, lo ripeto e lo sottolineo. Esistono progetti articolati, avanzati, alternativi, validi, quantificabili in vantaggi e posti di lavoro, tramite i quali si potrebbe fare di Savona e provincia un esempio di rilancio virtuoso, e fare da guida per altre realtà . Progetti che hanno il solo torto di essere boicottati e mai discussi proprio perche' in opposizione inconciliabile con quel modello a senso unico, di scempio a beneficio di pochi, che ci propinano senza discussione. Ma non potranno rimanere nascosti ancora a lungo. I tempi sono maturi per provare a cambiare rotta.
Se vuoi saperne di piu', se vuoi discutere, confrontarti, partecipare (e la tua competenza credo potrebbe essere utilissima) fra i gruppi che si stanno aggregando in positivo ci sono gli Amici di Beppe Grillo.
Ci riuniamo tutti i giovedi' sera alle 21 al Milleluci di Legino. Ora siamo all'Expo, nel primo corridoio all'ingresso. Oppure puoi seguire qualche discussione al sito http://beppegrillo.meetup.com/136/boards/
Mi scuso per aver trasformato questa risposta in una concione, ma gli argomenti mi stanno molto a cuore. Anche perche', se per me e' tardi, vorrei tanto dare un futuro migliore a mia figlia diciottenne.
Un cordiale saluto
Milena Debenedetti "nonna Abelarda"
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