Ex Metalmetron, sì agli alimentari
passa il progetto del gruppo Unieco-Barbano
Accordo in giunta sulle aree: al Comune un milione e 400 mila euro in più
IL SECOLOXIX
DOPO LA PISCINA, l'ex Metalmetron. In soli tre giorni è ripartito l'iter amministrativo di due tra le operazioni più importanti per il futuro della città, da tempo - anche se per motivi assolutamente diversi - in fase di stallo. Ieri, infatti, la giunta municipale ha riaperto ufficialmente la partita del progetto Metalmetron, bocciato dal consiglio comunale lo scorso 15 gennaio. Il via libera alla trasformazione del sito industriale dismesso in un complesso con centro commerciale, artigianale e alberghiero, arriva al termine di una trattativa con il gruppo Unieco-Barbano che ha assicurato a Palazzo Sisto un introito supplementare di un milione e 400 mila euro.
Sono denari freschi che vanno ad aggiungersi al milione 44 mila euro già previsti quali costi di costaruzione e ai 5 milioni 60 mila euro (erano 4 milioni 225 mila euro prima dell'ultima trattativa precedente la bocciatura in consiglio) in opere realizzate quali oneri di urbanizzazione. Tra queste, le fognature di piazzale Moroni e il by pass di via Cilea, la riorganizzazione stradale di via Stalingrado, la rotatoria di connessione tra il nuovo passante di via Stalingrado e l'insediamento artigianale di Parco Doria, la piazza pubblica all'interno della stessa area ex Metalmetron. In tutto, la città avrà in cambio - dunque - 7 milioni 500 mila euro, tra denaro fresco e opere pubbliche realizzate. Ma Palazzo Sisto annuncia di non voler perdere di vista anche le ricadute occupazionali dell'operazione, compreso il riassorbimento dei tagli che il nuovo complesso commerciale potrebbe provocare nel resto del tessuto economico cittadino. E subordina il definitivo via libera al pieno accordo con i sindacati.
L'atto approvato ieri affida al dirigente Luciano Campagnolo l'incarico di provvedere «all'adeguamento della convenzione urbanistica a corredo del progetto, trasponendovi i risultati della trattativa» (con i risultati già citati). E poi: «Di redigere una proposta di deliberazione da sottoporre al consiglio comunale, allo scopo di superare la deliberazione n. 3/2008 alla luce del rilevante interesse pubblico sotteso alla realizzazione del nuovo insediamento e di pervenire al definitivo assenso all'iniziativa, anche con riferimento alla media struttura di vendita alimentare ivi prevista». In altre parole, dopo la bocciatura di gennaio, la pratica torna in consiglio («nel giro di qualche settimana, non di più»), con i nuovi risultati acquisiti e prevedendo in modo esplicito la vendita dei generi alimentari, sui quali si era incagliata la pratica originaria (il progetto approvato nel 2005 dal consiglio non ne parlava, il progetto presentato nel 2007 dagli imprenditori invece li prevedeva). La stesura dell'atto è stata vista e rivista, limata e ripresa varie volte, ieri, in una seduta di giunta lunga e tesa, con toni a tratti concitati, conclusa però con il sì di tutti.
«I risultati conseguiti sono molto importanti per la città - ha detto al termine il sindaco Federico Berruti - Credo che l'assessore Di Tullio e il vicesindaco Caviglia abbiano fatto un ottimo lavoro». Ha aggiunto: «La questione occupazionale rimane dirimente: la nostra volontà politica di dare il via libera al progetto rimane subordinata al fatto che prima di andare in consiglio i sindacati ci confermino che è stato raggiunto l'accordo». Ha proseguito il sindaco: «C'è poi una dimensione politica. Questa vicenda aveva suscitato una divisione nella maggioranza, sono soddisfatto perchéè stata superata trovando un terreno d'accordo più avanzato di quanto fosse il precedente. Tutti, del resto, avevamo come unico obiettivo l'interesse della città». Ha concluso: «Il nostro via libera si deve accompagnare anche a misure a sostegno del tessuto commerciale della città». In proposito anche l'assessore Di Tullio ha detto: «La trattativa resa possibile dall'iniziativa socialista ha portato alla città un milione e 400 mila euro in più. Vedremo poi come utilizzarli, ma sicuramente sarà per opere pubbliche di riqualificazione della città, anche con riferimento al tessuto commerciale».
A. G.