06 Marzo 2008  LA STAMPA

L’ACCUSA PARLA DI PRIVACY VIOLATA
False firme per le liste elettorali
“Vogliamo 10 mila euro di danni”

  SAVONA
«Voglio diecimila euro di danni morali». La richiesta arriva, a sorpresa, da un signore anziano, che con altre 26 persone affolla l’aula al secondo piano del palazzo di giustizia dove si sta svolgendo un processo per le «firme false» in calce alle liste elettorali per le Regionali del marzo 2005. L’accusa è di falso ma anche (soprattutto) di violazione della privacy e diffusione di dati sensibili: di qui la richiesta del giudice, se quelle firme abbiano o meno «procurato nocumento» agli ignari firmatari.
Come in una pubblicità tv, scatta l’effetto a catena. «Anch’io!» esclama un altro testimone-parte offesa, un altro savonese che ha scoperto di aver «firmato» per la presentazione della lista di Alternativa Sociale-Lista Mussolini. E così tutti gli altri. La vicenda è nota: esponenti della sinistra che avallano liste di destra e viceversa, scambi di favori spesso pilotati per spostare voti su liste anche «nemiche», ma meno pericolose di altre. Irregolarità erano state scoperte anche a Savona e Imperia: nel mirino le liste, appunto, di Alternativa Sociale ma anche di Italia dei Valori. Ci sono stati vari processi, quasi sempre è stata scelta la via dell’oblazione, piuttosto costosa (novemila euro) che però estingue il reato. Ieri invece, a Savona, l’attuale assessore comunale allo Sport Luca Martino, esponente del partito democratico (ma nel 2005 era consigliere provinciale dei ds) ha scelto, con il suo avvocato Franco Aglietto, di optare per il rito abbreviato: il giudice ha fissato la prossima udienza per il 21 marzo.
Nei mesi scorsi altri esponenti politici erano finiti davanti al giudice per questioni simili: Roberto Perrozzi, consigliere comunale di Quiliano, aveva patteggiato 4 mesi mentre un altro assessore savonese Rosario Tuvè, accusato per una sola firma falsa, aveva pagato un’oblazione di 688 euro.