IL SECOLOXIX |
"Non luogo a procedere". Si chiude così il procedimento a
carico dell'impresa accusata anche di lesioni ai negozi
05/03/2008
"NON LUOGO a procedere". Si è concluso così, con una
sostanziale assoluzione, il procedimento a carico di cinque
persone imputate per le crepe alla Pinacoteca e ai negozi di
via Pia che nell'estate 2006 provocarono lo stop del
cantiere dell'ex Astor.
I cinque - titolari di imprese e responsabili del cantiere:
Federico Bertone, Agostino Molfino, Giambattista Vezzolla,
Daniele Castiglia e Felice Rettondini - se la sono cavata
con una semplice oblazione: pagheranno 2 mila euro e così
estingueranno il reato. L'oblazione è stata sancita ieri
mattina davanti al giudice Marco Canepa alla presenza dei
legali dei cinque.
I danni a Palazzo Gavotti, sede della Pinacoteca, erano
stati provocati durante la demolizione dell'ex cinema e la
procura aveva subito avviato l'indagine per accertare le
responsabilità visto che si configuravano reati pesanti, a
cominciare dall'articolo 734 del codice penale: "distruzione
o deturpamento di bellezze naturali".
I primi sopralluoghi vennero eseguiti dai vigili urbani che
accertarono l'entità dei cedimenti e segnalarono nominativi
e ruoli dei vari responsabili del cantiere: dal titolare
dell'impresa impegnata nella demolizione, al direttore dei
lavori, a tutti i tecnici.
Emerse poi che a provocare le crepe era stato soprattutto
l'assestamento degli edifici vicini dopo la demolizione
dell'Astor. Il Comune corse ovviamente ai ripari bloccando i
lavori e chiedendo perizie e rassicurazioni sul proseguo.
Nacque così il procedimento a carico dei cinque che ieri si
è concluso con il non luogo a procedere pronunciato dal
giusto ed il pagamento della (modesta) oblazione. Gli
imputati erano difesi dagli avvocati Rulfi, Foti, Caratti e
Rossi.
D. Frec.
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