IL SECOLOXIX |
«STO INDOSSANDO un camice che sicuramente è sfuggito alla
vostra attenzione, confuso con tutti gli altri paramenti. E'
un camice non molto bello. Ma per me è il camice più
prezioso che esista e l'ho riservato per voi, per questa
cerimonia. E' il camice che mia madre ha preparato, ricamato
con tanta pazienza e tanto amore per il suo figlio che stava
per diventare sacerdote. Vorrei pregare mia madre, che ora è
in cielo, che mi aiuti ad avere per tutti voi gli stessi
sentimenti con cui ha confezionato e ricamato questa veste».
Savona è commossa. Savona è stupita da tanta semplicità,
tanta umiltà e sensibilità. Savona applaude per un minuto in
Cattedrale il suo presule. Savona, autorità comprese, ha già
accolto come un fratello, monsignor Vittorio Lupi, ora
ufficialmente insediato vescovo della diocesi.
E' stato un pomeriggio di giubilo e di sensazioni forti
quello vissuto ieri da tutti, oltre tremila fedeli, radunati
dentro e fuori il Duomo. Una folla felice soprattutto. E'
durata quasi tre ore la cerimonia, un autentico abbraccio
che sembra aver unito indissolubilmente Vittorio Lupi alla
città.
La conferma che è già amore fraterno probabilmente oltre i
confini di mera cristiana fede, tra i savonesi e monsignore,
la si è colta nelle parole di benvenuto dell'amministratore
diocesano, monsignor Andrea Giusto.
«Vorrei dirle innanzitutto che prima di fare il suo ingresso
qui ha segnato parecchi punti preziosi a suo vantaggio - ha
detto nel suo messaggio - E lo ha fatto attraverso quelle
brevi interviste concesse ai giornali subito dopo la nomina.
Abbiamo capito, e parlo a nome di tutti i fedeli, che aveva
un po' di paura. E questa è una cosa positiva perchè solo un
incosciente potrebbe accettare a cuore leggero il compito
delicato e complesso del vescovo. Ma lei ha fatto di più: ha
camminato dritto al Santuario per chiedere luce e forza e
questo gesto ci ha fatto capire subito che lei era già uno
di noi».
Vittorio Lupi ha ricambiato la stima e l'amore che Savona
gli ha rivolto, nella sua prima omelia in Cattedrale. Parole
toccanti, semplici e, come molti hanno interpretato,
sincere. «Sì. Voglio fare alla mia chiesa, alla chiesa di
Savona-Noli la mia dichiarazione d'amore» ha detto,
premettendo: «Dovrebbe essere questo il momento in cui ci si
aspetta che il vescovo indichi le linee programmatiche del
suo servizio pastorale. Vi confesso che non mi sento a mio
agio a fare questo. Mi sembrerebbe di essere uno sposo che
quando incontra per la prima volta la sua sposa le dice per
prima cosa quello che lui ha intenzione di compiere e come
dovranno essere regolati i loro rapporti. Mi sembra molto
più naturale che lo sposo si rivolga alla sposa contemplando
la sua bellezza, esprimendo tutto il suo amore,
dichiarandole tutta la sua gioia».
E ancora, rivolgendosi a Savona, ideale sposa, in prima
persona: «Fin dal primo istante in cui ho percepito che il
Signore voleva legarci in un rapporto perenne ti ho amata e
ho pregato per te ogni giorno. Non ti conoscevo ancora, ma
una mamma in attesa del suo bimbo ha forse bisogno di
vederlo per amarlo? Quale altro motivo avrei dovuto avere
per amarti?».
Infine una citazione di Sant'Agostino: «Se mi atterrisce
essere "per voi", mi consola l'essere "con voi". Perchè per
voi sono vescovo, con voi sono cristiano, quello è il nome
di una responsabilità, questo di una grazia. Quello di un
pericolo, questo della salvezza. Anch'io, Savona, ti dico le
stesse cose».
Natalino Famà
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