IL SECOLOXIX |
È SCATTATO l'allarme criminalità cinese in provincia di
Savona. Sfruttamento della prostituzione, commercio di
materiale contraffatto, contrabbando, reati di natura
fiscale, tutti fenomeni troppo in aumento per non allarmare.
Sono parecchi i fascicoli aperti dai magistrati savonesi e
tante le operazioni che hanno visto protagoniste le forze
dell'ordine nei mesi scorsi. E così non stupisce che ora la
Direzione nazionale antimafia chieda alla Procura di
compilare una relazione sulle indagini in corso e in
generale sulla tipologia dei reati registrati per fare il
punto sul fenomeno della criminalità cinese e relativa
penetrazione sul territorio.
E' proprio ciò che è successo in queste ore con l'arrivo al
sesto piano del palazzo di Giustizia di una nota della
direzione distrettuale antimafia di Genova che ha girato la
richiesta del Ministero di raccogliere il materiale
investigativo delle Procure più attive. Savona è una di
queste per i tanti fascicoli pendenti ma anche per alcuni
parametri socio-economici che non possono essere trascurati:
l'aumento dei cinesi residenti e soprattutto il boom delle
attività commerciali in mano a loro.
«Magari non saremo proprio in balia della tanto citata mafia
cinese ma che ci siano organizzazioni, spesso di natura
familiare, che hanno fatto grossi investimenti e per questo
meritano attenzione, è un dato di fatto» dicono gli
inquirenti.
In Procura a Savona la nota dell'Antimafia ha fatto sì che
venisse chiesto a tutti i magistrati di fare il punto delle
proprie indagini e così consentire la stesura di una
relazione finale già in preparazione.
«Interessano in particolare i fenomeni di contraffazione,
contrabbando, violazioni doganali e reati fiscali in cui
risultano coinvolte organizzazioni cinesi - ha chiarito
l'Antimafia distrettuale - In particolare notizie e
considerazioni sulle modalità con le quali cittadini cinesi
si immettono nel mondo del lavoro, sull'origine degli
investimenti in contanti e sulle ragioni di sopravvivenza
economica di attività commerciali apparentemente
fallimentari».
Inutile dire che la richiesta è stata giustificata
dall'impennata dei reati ma anche da alcuni parametri che
nel savonese hanno sorpreso non poco. A cominciare dal fatto
che molte delle licenze ambulanti per i banchi del mercato
del lunedì siano state comprate da cittadini cinesi ed in
contanti in un periodo di generale crisi finanziaria. E che
alcuni negozi di vie centralissime, dove i canoni d'affitto
sono molto salati, siano in mano a cinesi e sopravvivano
nonostante la mancanza di un giro d'affari evidente. Per non
parlare dei tanti ristoranti cinesi sempre più con muri di
proprietà e di un boom di acquisti anche di immobili
residenziali, prime e seconde case.
Ma ad inquietare è anche l'impennata di arrivi di ogni
tipologia di merce contraffatta, e ultimamente dello
sfruttamento della prostituzione ad opera di cinesi. Proprio
la Procura savonese nel 2007 ha smascherato ben due
organizzazioni che sfruttavano ragazze sull'asse
Milano-Savona. Come mai proprio qui?
Oltre che il punto sulle indagini l'Antimafia ha infine
chiesto di inserire i dati dei cinesi indagati nel sistema
Sidda-Sidna, una sorta di database del ministero degli
Interni finalizzato alla gestione di tutte le attività
investigative. La spiegazione è semplice: consentire
indagini sinergiche tra le varie procure italiane.
Dario Freccero
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