La storia
LA STAMPA
«Come eravamo»
di presidenti
e assessori
STEFANO
PEZZINI
Cooperativa Artificio
e la fantasia va al potere
SAVONA |
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Artificio: come fuochi
pirotecnici capaci di incantare, stupire, disegnare figure
colorate. Tra Finale e Loano, fine Anni ‘80, Artificio era una
cooperativa formata da un manipolo di giovanissimi. Si occupava
di spettacoli ed eventi ma, soprattutto, era una fucina di idee,
progetti, dibattiti. E crescita politica. A sinistra,
ovviamente. C’era ancora la Dc e, naturalmente, il Pci che,
sotto la guida di Achille Occhetto, stava per diventare, con
tanto di dolorosa scissione, Pds. I ragazzi che formavano (o in
qualche modo frequentavano) la cooperativa stavano studiando da
leader. Nomi? Gianluigi Granero (attuale presidente provinciale
della Lega delle cooperative), Ferdinando Molteni (oggi
assessore alla Cultura a Savona), Nino Miceli (ex segretario
provinciale dei Ds e ora consigliere regionale), Roberto De Cia
(ex segretario provinciale dei Ds, ex assessore, oggi
consigliere socialista a Savona), Livio Di Tullio (ex
sindacalista oggi assessore a Savona con le deleghe più
importanti) ma anche Giacomo «Jimmy» Piccinini (lui era Dc e
oggi è assessore a Loano in quota Udc). Il «Gotha» del potere in
provincia, insomma.
Una sede vera e propria la cooperativa Artificio non l’aveva.
Molte riunioni avvenivano a Giustenice, nella locanda di piazza
San Michele. Pareti annerite dal fumo del camino, piatti
ruspanti e oste somigliante a Mangiafuoco ma prezzi alla portata
dei giovanissimi. Il presidente della coop era Gianluigi
Granero, Ferdinando Molteni era già allora l’intellettuale del
gruppo. Bravino con chitarra e pianoforte e, soprattutto,
ricordato per una canzone dedicata a «Betty Boop», scritta non
per celebrare il celebre fumetto ma per un amore finito male.
C’erano anche diverse ragazze che frequentavano Artificio.
Angeli del ciclostile, secondo la migliore tradizione di
sinistra ma anche abili distributrici di locandine per eventi e
rassegne. Come quella organizzata al Cucciolo di Orco Feglino
nell’estate del 1989. Grazie alla conoscenza con Luigi Delucchi
(il patron dell’Instabile di Genova, fucina di talenti come
Grillo, Ricci, Pistarino e tanti altri) nel giardino del
ristorante di Orco Feglino erano arrivati personaggi come Ernst
Thole (scomparso prematuramente ma di una bravura enorme al
punto di essere uno dei nomi di richiamo del Drive In
televisivo), Francesco Baccini e tanti altri.
Non mancavano le feste. Non era ancora la «sinistra champagne»
ma di certo non erano feste poco divertenti. Certo, qualche
personaggio rientrava appieno nell’«Esco, faccio cose, vedo
gente» di morettiana memoria ma in linea di massima, grazie
anche all’esuberanza di Paolo Repetti (oggi stimato maresciallo
dei carabinieri), erano feste che valeva la pena essere
invitati.
Poi la svolta. Nel febbraio del 1991 il Pci si scioglie e al
congresso di Rimini che vedrà la nascita del Pds vanno diversi
soci della coop Artificio. Al ritorno lasciano spettacolo,
musica e teatro. Hanno deciso cosa fare da grandi. |
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