Albenga puc pontelungo IL SECOLOXIX

«DIECIMILA NUOVI alloggi incombono sulla città delle torri, e neppure il nuovo puc riuscirà a fermarli». L'allarme arriva da Pontelungo, una delle principali aree agricole della città, dove lunedì sera si è svolta l'assemblea pubblica con i tecnici incaricati di redigere il nuovo puc.
«Il vecchio piano regolatore prevede, oltre a tutto quello che è già stato realizzato, la costruzione di altri diecimila alloggi, soprattutto nella zona di levante - spiega Franco Stalla, agricoltore ed esponente del Wwf residente nella zona -. Qualunque cosa venga stabilito dal futuro puc non si potrà fare nulla per bloccare questa ulteriore cementificazione».
«Molti cittadini si lamentano per i palazzi già costruiti - aggiunge Igi Viveri dell'osservatorio pubblico sull'urbanistica - ma non possono neppure immaginare cosa li aspetta nei prossimi anni. Bisogna realizzare un piano Âal ribasso, per tutelare l'agricoltura e la vivibilità di Albenga».
«Una volta sanciti, i diritti edificatori sono quasi impossibili da cancellare - ha risposto Marco Aicardi della Caire, lo studio incaricato della redazione del puc -, a meno che non si trovi un accordo con i proprietari».
Insomma, quelle diecimila case rischiano di essere inevitabili, e su una città di poco più di ventimila anime rappresentano un bell'impatto.
«Prima bisogna pensare a risolvere il problema dell'acqua e quello dello smaltimento dei rifiuti - è sbottata una settantenne -, poi eventualmente pensare a costruire le case e i palazzi, invece da sempre si sta facendo il contrario».
E a puntare il dito contro l'eccessiva cementificazione è anche Vincenzo Enrico, presidente provinciale di Confagricoltura.
«Le ultime megaoperazioni edilizie sono le responsabili principali degli allagamenti che avvengono continuamente in via del Cristo - sostiene -. Inoltre gli scantinati non vengono impermeabilizzati come si dovrebbe e questo causa lo spreco di enormi quantità d'acqua. Mi sembra che spesso si dimentichi che l'agricoltura è l'unico settore economico davvero vitale ad Albenga e che se muore quello muore l'economia. Il turismo? Lasciamo stare. Si parla di turismo di alto livello, ma forse senza sapere che gli agricoltori che hanno i campi vicino ai campeggi hanno dovuto smettere di coltivare i pomodori, perché tanto li rubavano tutti i villeggianti».
Intanto le preoccupazioni per la situazione idrogeologica della piana e per il pericolo della cementificazione delle aree rurali sembrano condivise da tutti gli agricoltori della piana ingauna. Dopo che i rappresentanti delle associazioni agricole avevano espresso queste preoccupazioni direttamente ai tecnici, ieri è toccato all'assemblea della Cia dire no a nuovo cemento.
«Il mantenimento delle destinazioni d'uso agricole ed il contenimento del consumo del territorio per la realizzazione di nuove infrastrutture - afferma il presidente Aldo Alberto - sono gli argomenti che preoccupano tutti i nostri associati, oltre alle possibili ripercussioni dello spostamento a levante della zona turistica, con la realizzazione del porto, dopo decenni di previsione a Vadino, dove nel frattempo l'agricoltura ha regredito. Le priorità, secondo noi, sono la realizzazione di nuove aree agricole con vincolo di destinazione, la soluzione dei problemi di regimazione e smaltimento delle acque piovane e la realizzazione di un acquedotto irriguo in particolare nelle zone dove la falda è contaminata da acqua salata».
L. Reb.