Strappo di Bertolotto  IL SECOLOXIX
elezioni del 13 aprile, primi effetti a savona
Annuncio-choc in giunta: potrei candidarmi alle Politiche. Il Pd va in fibrillazione
CADE il governo, c'è già la data delle nuove elezioni (13 aprile) e le ripercussioni politiche sono già arrivate a Savona. E più precisamente a palazzo Nervi, dove il presidente dell'amministrazione provinciale Marco Bertolotto ha annunciato ai colleghi di giunta la possibilità di dimettersi per esser candidato al Parlamento.
Un annuncio per certi versi clamoroso - significherebbe lo scioglimento automatico del consiglio provinciale - che è stato fatto in apertura della riunione di giunta martedì mattina e che è caduto nel panorama politico-amministrativo savonese come un autentico fulmine a ciel sereno. Al punto tale da indurre il coordinatore provinciale del Partito democratico Giovanni Lunardon a correre in Provincia per chiarire cosa stesse accadendo. Ma gli imbarazzi nel Pd sono parecchi, tanto che lo stesso Lunardon, dopo un pomeriggio nervoso, ieri ha preferito non rilasciare alcuna dichiarazione.
Qualche particolare in piùè invece possibile averlo dal diretto interessato, il presidente Bertolotto. Il quale non ha smentito le ambizioni capitoline: «Si è trattato di una semplice chiacchierata che ho voluto fare con i colleghi di giunta - spiega Marco Bertolotto - Ho semplicemente riferito che se mi fosse arrivata l'offerta di una candidatura a Roma sarei stato costretto a dimettermi e il consiglio provinciale automaticamente sarebbe stato sciolto. Niente di più. Personalmente sono convinto di aver sino ad ora ben operato nell'interesse della collettività savonese e di poter continuare a farlo. Ma al tempo stesso ritengo che potrei essere in grado di rappresentare gli interessi di questa provincia a livello parlamentare».
Ma il posto sul treno per il Parlamento, a Savona, pare già occupato da Zunino, vicino a una riconferma...Si dice che Bertolotto possa però vantare buone amicizie romane: il responsabile della protezione civile Bertolaso e addirittura Francesco Rutelli. «Se è per questo sono ancora più amico con Beppe Fioroni - replica il presidente della Provincia - che in questo momento all'interno della Margherita conta forse più dello stesso Rutelli. Ma questo non c'entra».
Quindi, si sente di escludere che possa esser candidato al Parlamento e quindi che siano in vista le sue dimissioni da presidente della Provincia. «Non ho detto questo - afferma ancora Marco Bertolotto, che amministra palazzo Nervi dal giugno del 2004 - in questo momento non è possibile escludere niente. Dico soltanto che ieri mattina (martedì per chi legge, n.d.r.;) abbiamo affrontato l'argomento in giunta in linea generale. Ripeto, sono convinto di avere ancora molto da dare ai savonesi come presidente».
Gianluigi Cancelli

 
Caviglia (Psi): «una mossa che avevo già previstonel pd che correrà da solo c'è posto per tutti»
le reazioni
 
SI ACCENDE la bagarre politica dopo l'annuncio effettuato martedì mattina in giunta provinciale dal presidente Bertolotto.
Il più severo nel giudizio è il segretario provinciale dei socialisti, Paolo Caviglia. «Che Bertolotto ambisse a candidarsi per andare a Roma - sottolinea Caviglia - lo si era capito da ormai molto tempo. Ad un politico esperto come me non era certo sfuggito l'obiettivo finale del blog da parte del presidente dell'amministrazione provinciale e tutti quei manifesti giganteschi con il suo volto comparsi in ogni angolo del savonese. Che si candidi non è comunque scandaloso, d'altronde in un partito come il Pd che pensa di andare da solo e prendere il 45 per cento dei voti c'è posto per tutti. Anche per Bertolotto. Tra l'altro mi aveva confidato il suo malumore per non essersi saputo imporre su questioni importanti come il piano dei rifiuti, finendo con il dover accettare le pressioni da parte dei Ds».
«Che possa decidere di candidarsi per il Parlamento - afferma Antonello Tabbò, sindaco di Albenga - non mi sorprende più di tanto. Credo che sia importante per la nostra provincia avere il maggior numero possibile di rappresentanti sia a Roma che a Genova». Più cauto l'assessore provinciale al turismo Carlo Scrivano, della Margherita come Tabbò. «A mio avviso chi vuol dare le dimissioni non le annuncia - sottolinea Scrivano - Credo che il presidente abbia affrontato il discorso in linea generale, non credo che intenda lasciare l'attuale incarico per candidarsi al Parlamento». «In giunta - aggiunge Mimmo Filippi, anche lui assessore provinciale - abbiamo fatto una serie di riflessioni che devono restare all'interno della giunta. Non posso dir niente». Infine Livio Bracco, presidente del gruppo consigliare di Forza Italia in Provincia. «Quello che ha detto Bertolotto mi sembra di pessimo gusto - afferma Bracco - Il presidente sa di non aver mantenuto gli impegni presi con i savonesi e deve portare a termine il suo mandato. Se si vuole dimettere lo può fare, ammettendo però il fallimento suo e della sua giunta».
G. Canc.