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L’ASSESSORE DAI SUPERPOTERI:
UN “MOSTRO” per “ ECOMOSTRI “

di ANTONIA BRIUGLIA

 

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L' assessore regionale Ruggeri

Un segmento di riflessione sull’intervista di E. Branca all’assessore Ruggeri comparsa sulla Stampa del 10/02/08...leggi

 

Gestiva, in Regione Liguria: l’Urbanistica, la Pianificazione Territoriale, la Valutazione di Impatto Ambientale.

Il Presidente Burlando, appartenente al suo stesso partito, pensando evidentemente che questo fosse poca cosa, gli affida ultimamente anche la gestione e la responsabilità delle: Infrastrutture e della Logistica, < facendone come sostiene Rifondazione: UN MOSTRO DAI SUPERPOTERI>.

 

LA PIANIFICAZIONE E L’IMPATTO AMBIENTALE

 

L’Assessore sostiene, nell’intervista, di non conoscere più le dinamiche del Comune di Savona pur giudicandole complicate, ma a Savona tutti sanno che dietro alle questioni savonesi aleggia sempre la sua presenza (vedi ultimamente Metalmetron). Quando si parla di “questioni”, si parla sicuramente di scelte urbanistiche: quelle che proprio dopo l’avvicendamento della nuova Giunta hanno riempito le cronache dei giornali e hanno turbato i sonni dei savonesi e non solo.

In Liguria, infatti, chi pianifica le scelte urbanistiche, è lo stesso che ne valuta subito dopo l’impatto ambientale.

 Difficile pensare che l’autocritica sconfini nella schizofrenia. Oppure credere all’assessore che, invece di difendere la collegiale democraticità delle scelte, sostiene che le due aree sono gestite da <tecnici formidabili che svolgono un lavoro indipendente e di prestigio>.

Chi può immaginare tecnici che, dipendendo nelle loro funzioni dallo stesso assessore, si contrappongano alle scelte politiche dello stesso e del partito che egli rappresenta? 

LA CEMENTIFICAZIONE

 

L’assessore alle domande sulla continua e dissennata cementificazione ligure, risponde difendendo l’esistenza di strumenti urbanistici come: i Piani Paesistici e il “fatidico” Piano della Costa.

 I primi, costantemente e impunemente aggirati; il secondo, invece di essere uno strumento di protezione ambientale, è stato il volano privilegiato degli appetiti cementificatori, mascherati spesso da nuova, quanto inutile, portualità.

L’assessore, comunque, ci rassicura:< invece di 10.000 posti barca previsti dal Piano della Costa se ne costruiranno solo 6.000 e non si daranno più nuove concessioni di volumetrie a terra, sono sufficienti quelle già in atto>.

A TERRA! Perché in mare invece tutto si può fare, anche quello che chiama  <procedimento già avviato della Margonara> oppure quello della Piattaforma Maersk  che, ignorando l’opposizione referendaria dei cittadini vadesi, andrà avanti ,perché< sugli impegni presi la REGIONE NON SI TIRA INDIETRO>!!!!!!

 

LE MANCATE SOLUZIONI ALLA VIABILITA’.

 

In compenso la metropolitana leggera a Savona non si farà più e i 27 milioni andranno a Genova.

 Anche l’Aurelia Bis torna lontanissima, a causa di convenzioni e di espropri, ma  si costruirà l’autostrada Albenga-Predosa e  l’ex-sindaco di Savona sa che non è certo tra le aspettative di coloro che hanno a cuore la soluzione dei gravi e ormai inaccettabili problemi di viabilità e di traffico del savonese.

La politica dei porti e del cemento a Savona andrà avanti, con la benedizione del super assessore che <ormai vive in campagna> e quando torna a Savona apprezzando i palazzi ottocenteschi restaurati, dispone che <se si costruisce qualcosa di nuovo, l’architettura risponda necessariamente allo stile di Bofill o di Fuksas>.

 

 GENTILE ASSESSORE,

 

Non è retorica o “becero ambientalismo”, ma qui non si tratta di stile o di tipologie, quanto di opportunità e proprio d’impatto ambientale, quello che lei dovrebbe valutare col suo assessorato e che trasforma gli edifici che lei difende in ecomostri.

Qui si tratta di imparare proprio dall’inabitata torre Bofill , l’inutilità di quella volumetria . Il quartiere del porto avrebbe avuto certamente uno sviluppo migliore con la ristrutturazione e la sola valorizzazione delle volumetrie esistenti, più che sufficienti e più compatibili con la vecchia darsena.

 Invece si persevera negli errori col Crescent e con la Margonara, perché l’atteggiamento succube nei confronti dell’investimento ha intaccato anche quei partiti della sinistra storica che un tempo, erano paladini della tutela del territorio.

Quando si analizzano gli elementi di popolarità elettorale, non si può minimizzare sulle ripetute” cadute di stile” di un Presidente della Giunta Regionale, sulla scarsa incisività della politica Provinciale savonese, o ignorare che a Savona la perdita dei consensi potrebbe essere un vero problema anche in una città dove si è abituati a “tapparsi il naso”.

A Vado c’è stata un’inversione di rotta, anche le roccaforti della sinistra possono dare dei forti segnali di autodeterminazione che potrebbero scompaginare i piani proprio di un” Partito Democratico” che ha già deciso di cambiare interlocutori.

 

ANTONIA BRIUGLIA