Prezzi, stangata in città IL SECOLOXIX
inchiesta del secolo xix su dati istat-comune di savona
Dal Duemila rincari superiori al 25%. La lista nera guidata dalle assicurazioni auto
QUANTO MALE ha fatto ai savonesi l'ingresso nel Terzo Millennio? Se parliamo del portafoglio, davvero tanto. Basta un'occhiata alla tabella qui a fianco (dati fonte Istat-Comune di Savona, riferiti rispettivamente al febbraio 2000 - con la necessaria conversione dei prezzi dell'epoca, espressi in lira, in euro - e al dicembre 2007). Qualche esempio? Il prezzo del latte ha fatto un balzo del 50%. L'abbonamento mensile alla palestra, praticamente, è raddoppiato. La carne, ad occhio e croce, è aumentata dal 20 al 30%, non importa se bovino di prima qualità (filetto o girello) o più semplice (e salutare) petto di tacchino. Per non parlare dei dolori degli automobilisti: il gasolio per i diesel fanno quasi peggio della benzina verde, ma la ferita sanguinante sono le assicurazioni. Le tariffe comunali? Nel periodo di passaggio dalla lira all'euro si è assistito ad autentiche impennate, parzialmente assestate negli ultimi due anni: è aumentato l'ingresso in piscina (il singolo come i corsi dei bambini), ma anche l'asilo nido (quasi il 25% in più). La tariffa sui rifiuti è passata da 1.3 a 2.04 al metro quadro ogni anno (tradotto: per un alloggio di 80 metri quadri, da 104 euro a 163.2). L'abbonamento al teatro è schizzato da 144 euro ai 210 di oggi. Non va meglio, poi, per chi voglia dedicarsi qualche attenzione estetica: una messa in piega è passata da 10 a 18 euro. Le statistiche nazionali dicono che gli stipendi dei lavoratori dipendenti sono rimasti praticamente fermi, negli ultimi anni, mentre tariffe e prezzi sono saliti oltre il 25%. I dati savonesi, come visto, in qualche caso vanno anche oltre a questa soglia già molto pesante. Gli antieuropeisti ad oltranza se la prendono con l'euro. Ma la spiegazione non è così banale. Anzi, di fronte alle fibrillazioni degli anni Duemila (un esempio per tutti? La crisi argentina prima, quella dei subprime Usa ora), il solido ancoraggio delle finanze italiane a quelle europee ha evitato alle tasche dei cittadini guai anche peggiori. Ma vediamo qualche dato più nel dettaglio.
svago e divertimento. L'ingresso al cinema è approdato oggi ai 7 euro. Partiva da 5.5. In piscina aumento più contenuto: da 5.1 a 5.5. Più significativo quello dell'abbonamento per i corsi bambini, passato da 98 a 126 euro. Ma a fare boom è stata la frequenza in palestra: una moda che ora si paga a caro prezzo.
Alimenti. Il prezzo del pane, al contrario delle convinzioni, ha subito fluttuazioni recenti molto forti (crisi del grano), ma non si segnala per aumenti particolarmente forti se considerati nel lungo periodo. Il peggio lo dà invece il latte. Ma non scherzano neppure i formaggi, i prosciutti e le carni. Il borsino dice malissimo alle massaie anche per i pomodori. Per non parlare della patate, che sia pure con un prezzo di base basso, hanno visto praticamente raddoppiare il proprio costo. Tra la frutta di stagione, l'incremento maggiore è quello delle mele: difficile giustificare, dal momento che non sono un prodotto di importazione.
auto. Il tasto dolente. Se il prezzo di benzina e gasolio è una piaga nazionale, il costo delle assicurazioni fluttua da provincia a provincia. E Savona si aggiudica poco ambiti rincari: se non si può parlare di un raddoppio secco delle spese, poco ci manca.
tariffe e rette. La retta per l'asilo nido è passata da 155 a 196 euro al mese. Dei rifiuti già si è detto. Ma va male anche per il gas da cottura e riscaldamento, balzato di oltre il 20%.
Quella pubblicata qui a fianco è insomma una "lista dei dolori". Parafrasando "Ottocento" di Fabrizio De Andrè, si potrebbe dire che "Domani andrà meglio" , anche senza "Ein klein pinzimonie". Basterà, più alla buona, che si moderi il pezzo dell'insalata (da 3.4 euro a 4.7). E magari, pur maledendo la Banca centrale europea che non abbassa i tassi - operazione attesa dai tanti alle prese con mutui e prestiti - si concederà un minimo di comprensione al banchiere centrale Trichet, ostinato nel «tenere sotto controllo l'inflazione».
An. Gran.