«Voglio una città con meno auto»
intervista all'assessore sotto accusa per villapiana e maxi-isola
Di Tullio: l'obbiettivo è rendere Savona più sicura. Al via campagna di controlli sullo smog
IL SECOLOXIX
antonella granero
L'ASSESSORE Livio Di Tullio si toglie i sassolini dalle scarpe. Parla della viabilità in via Torino, risponde alle critiche sull'esperimento di chiusura domenicale del centro, definisce i punti-cardine del suo ruolo e lancia un appello agli imprenditori: servono box in centro per togliere auto dalle strade. Il tutto nel contesto più globale di un «progetto di città» - finanziato anche attraverso i proventi delle operazioni private - basato sulla qualità. Per una Savona «più vivibile e bella».
L'hanno messa sotto accusa per via Torino, assessore.
«Io sono uno che dice quel che pensa e fa quel che dice. Significa che su via Torino non c'è affatto un muro di gomma. Avevo detto che ci sarebbe stato un periodo di sperimentazione. Per testare gli effetti sotto il profilo ambientale c'è bisogno di tempo. È questione di giorni, ne trarremo le conseguenze».
Pronto a qualunque soluzione?
«Dico semplicemente che se la situazione in via Torino si rivelerà critica sotto il profilo ambientale, torneremo indietro come ci eravamo impegnati a fare. Ho un'idea precisa di come si fa l'assessore al traffico...».
Parla di un'idea precisa del suo ruolo. Un messaggio cifrato?
«Tutt'altro che cifrato. Intendo dire che se io lavorassi, poniamo caso, per un costruttore di auto avrei tutto l'interesse a far andare le macchine dappertutto. Invece lavoro per la città di Savona e nel fare l'assessore al traffico mi attengo sempre a tre principi di interesse generale».
Quali sono, i tre principi?
«Il primo è la sicurezza, il secondo è l'ambiente, ovvero l'aria che i miei concittadini respirano, il terzo è la promozione dell'uso consapevole dell'auto».
Iniziamo dal primo.
«C'è un piano della sicurezza che comprende tanti interventi piccoli e grandi. Abbiamo già iniziato a realizzarlo».
Il secondo...
«Dobbiamo progettare una rete di rilevazione in tutta la città. Oggi non sappiamo cosa respiriamo neppure nelle vie più trafficate, i controlli sono necessari».
Ha in mente zone potenzialmente problematiche?
«La stessa Villapiana, indipendentemente dalla viabilità di via Torino. E il centro ottocentesco».
Terzo punto...
«Partiamo dalla doppia fila. A Savona è una piaga. Sia chiaro: io stesso non intendo rinunciare all'auto e non è questo che sto proponendo. E posso capire che si lasci l'auto in doppia fila, capita a chiunque. Ma non posso accettare l'atteggiamento di chi ritiene che farlo sia un diritto».
Veniamo al dunque. I commercianti non hanno gradito il progetto di chiusura domenicale del centro.
«Intanto torniamo a sottolineare un concetto che tanto il sindaco Berruti quanto il sottoscritto hanno detto con chiarezza. Ciò di cui si parla, nell'immediato, riguarda solo alcune domeniche di svago. E i residenti, anche in queste domeniche di chiusura al traffico, potranno entrare e uscire liberamente dal centro. Vorrei fare io una domanda ai concittadini».
Prego...
«Vorrei sapere se nella nostra città ci sono altri con i miei stessi problemi. Io sono padre di tre figli: sono l'unico che, senza creare fastidio a residenti e commercianti, desidera passeggiare senza aver paura che i propri figli siano investiti?»
A questo punto dovrebbe provare anche a rispondersi...
«Dico di no: non sono l'unico padre di questa città. E non credo neppure di essere l'unico a coltivare questo desiderio».
A proposito di domeniche. L'amministrazione lo ha definito un test, per decidere poi se imboccare la via di una chiusura più ampia. Avete parlato, nel caso, di un processo di anni, che ha come presupposto la realizzazione di alcune infrastrutture...
«Nessuno ha mai pensato di chiudere totalmente il centro al traffico in poche settimane. Il punto è che, se anche il processo durerà anni, la strada va imboccata ora. Ovvero: si tratta di declinare questi problemi avendo per obiettivo la qualità, anche a fronte delle operazioni urbanistiche di cui si discuterà nei prossimi mesi».
Sta dicendo che in ballo c'è un "progetto di città"?
«Esattamente. Dobbiamo iniziare a progettare una città vivibile e bella. Le basi vanno poste ora. In questo sta anche lo spazio per gli imprenditori che hanno o potrebbero avere operazioni in città».
Si riferisce a "Binario blu", nei cui contesto dovrebbe nascere il parcheggio che è stato definito uno dei presupposti per la chiusura al traffico?
«Se pensiamo a Binario Blu o al silos Dellepiane appare evidente che stiamo pensando a creare parcheggi di cintura. Lancio anzi un appello agli imprenditori: penso sia necessario realizzare box in centro per contribuire a liberare le strade dalle auto. Ma, più in generale, il punto è che tutte queste operazioni devono essere belle operazioni. "Binario Blu", per fare l'esempio più importante, deve riqualificare la città. In questo c'è un ruolo alto, che non è di costrizione, anche per le imprese».
Un ruolo nel "progetto di città"?
«Sì: abbiamo bisogno delle imprese, e delle loro operazioni, per avere i denari necessari agli investimenti pubblici. In altre parole, per dare gambe ad un'idea di città».
Ultima domanda: uso consapevole dell'auto non significa anche più trasporto pubblico?
«È fondamentale. Il Comune investe molte risorse nell'azienda pubblica di trasporti e credo che occorra sostenere l'importante opera di razionalizzazione in corso da parte del nuovo management. Per rispondere ad esigenze nuove e incentivare l'uso del bus tra i savonesi».