I sindacati: basta con le lobby dei primari IL SECOLOXIX
la battaglia per la carenza di personale e gli impegni di neirotti
Sit-in davanti all'Asl e al Santa Corona. «Temono di perdere letti e potere ostacolando i Dipartimenti»
«ORA BASTA con la lobby dei primari». Toni duri, con pochi precedenti in passato, quelli usati dai sindacati per indicare - secondo loro - uno dei freni (se non il più importante) al piano di riorganizzazione ospedaliera che consenta al personale di tirare il fiato.
Diego Calcagno (Cgil), Silvio Valdiserra (Uil) e Giovanni Oliveri (Cisl) - ieri mattina impegnati nella plateale protesta con picchettaggio e striscioni davanti agli uffici dell'Asl in via Manzoni e nei vialetti all'inglese del Santa Corona - hanno puntato l'indice accusatore contro i camici bianchi. «La strada per arginare le carenze di organico passa attraverso un modello di organizzazione per dipartimenti - spiegano - le unità operative, i vecchi reparti per capirci, si mettono insieme seguendo criteri di specialità affini in modo da razionalizzare infermieri e operatori sanitari. Soltanto che diversi primari, di fronte al rischio di vedersi togliere dei letti o del personale, credono venga meno il loro potere e la loro autorità. E così mettono i bastoni tra le ruote agli interventi di revisione delle dotazioni organiche negli ospedali. Ma adesso è ora di dire stop a questi privilegi».
E giù a snocciolare dati e numeri. Ma soprattutto una percentuale: «Oggi in corsia viene sostituito solo il 65 per cento del personale che va in pensione e in questa percentuale rientrano anche le assenze per maternità. Logico che siamo in sofferenza». Secondo i sindacati sono stati disattesi precedenti accordi, in particolare quello dell'estate 2007 stipulato al tavolo con l'assessore Montaldo relativo alla definizione dei contingenti minimi di personale.
Per tutta la mattina i sindacalisti hanno simbolicamente occupato gli uffici dell'azienda sanitaria fino all'apertura di un tavolo di trattative con il direttore generale Flavio Neirotti. Da una parte, l'accorata denuncia per i turni di riposo saltati, per un lavoro che si è fatto massacrante, per le mancate sostituzioni, per un'assistenza ai pazienti che rischia di risentirne. Dall'altra, un'apertura al dialogo che ha preso - con malcelato piacere - un po' in contropiede i sindacati. Con quali risultati? Innanzitutto, l'impegno, già la prossima settimana, di fissare delle regole per la mobilità interna, applicando graduatorie e garantire maggiore trasparenza riducendo al minimo le proteste di chi - in assenza di criteri oggettivi - si sentiva scavalcato da altri colleghi.
«Come azienda abbiamo sottoscritto un impegno a sostegno dei lav oratori - ha poi spiegato lo stesso Neirotti, confermando buona predisposizione alla mediazione - un impegno che ci porterà in breve tempo alla riorganizzazione del lavoro negli ospedali compatibilmente con le disposizioni di legge. Ad esempio, loro lamentano che solo il 65 per cento del personale in uscita viene rimpiazzato, ma questo è un limite imposto dalla Regione e al quale non possiamo derogare. Ben vengano le maternità fra le nostre dipendenti, così diamo una mano alla demografia savonese, ma certo questo crea una criticità. Comunque, sull'accordo del 2007 cercherò di fare il possibile con Genova. Intanto - ha detto ancora Neirotti - abbiamo cominciato a stabilizzare i precari e siamo arrivati a quota 133».
Sull'attacco dei sindacati ai primari, infine, Neirotti è tornato a risfoderare la diplomazia: «Primari più deboli se perdono posti letto? Ma io non credo che la bravura di un medico si giudichi da questo. Esistono altri parametri. Comunque, il progetto dei dipartimenti andrà sicuramente avanti nei prossimi mesi seguendo le indicazioni regionali. Sono convinto rappresentino una buona soluzione per razionalizzare il personale»
Maurizio Pellissone