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La civiltà barbarica

Margherita Pira

 

Molti, come me, avranno visto il film “La civiltà barbarica” e molti saranno usciti dal cinema angosciati.

Per lo meno, a me è successo così.

D’accordo, l’Italia non è il Canada e Savona non è Montreal, ma in quanto a società barbarica stiamo bene anche noi!

Si tratta dell’ultima opera di una trilogia di cui io non avevo visto l’inizio, ma quello che ho visto mi è bastato per uscirne angosciata.

Si tratta, riassumo per quelli che non l’hanno visto,della vita di un povero uomo che conduce una vita schiacciato da una civiltà che non ha senso e lui riuscirà a trovare il significato di tutto fuggendo  in una piccola casa sul mare.

Forse è assolutamente banale e sa di un”Già visto”, ma rimarcare le affinità con quello che accade attorno a noi mi sembra giusto.

 Cosa c’è di più barbarico della società odierna?

Passiamo la vita a cercare di difenderci in una società che tende a schiacciare l’individuo in tutti i modi.

L’esempio che mi viene alla mente per primo è il traffico convulso anche nella nostra piccola città di provincia.

Andare in centro nelle ore di punta è angosciante.

D’accordo, mancano i parcheggi,le strade sono troppo strette per reggere un traffico sempre più intenso, ma la barbarie di cui diamo un esempio quando siamo al volante di un’ auto è sconsolante.

Persone, normalmente educate, si agitano e si insultano. Le parolacce  volano a fiumi e la cosa più allucinante è l’uso dissennato del clacson. Io mi chiedo perché due esseri che normalmente si salutano con relativa cortesia diventino improvvisamente nemici e debbano darsi dell’imbecille reciprocamente.

Pochi rispettano le precedenze e, al contrario, cercano di fare i furbi e di fregare l’avversario.

Perché?

Perché diventiamo tutti nemici?

Sembra una nevrosi collettiva a cui nessun medicinale può porre rimedio.

Le modifiche alla circolazione viaria in questa città sono discutibili, ma, gestiti con un minimo di correttezza dagli utenti, potrebbero diventare sostenibili.

Altro punto, la situazione politica.

In questa città in cui il potere è gestito da una maggioranza molto larga c’è un continuo litigare tra i partiti.

Ogni provvedimento è salutato da un coro di “no” dagli stessi alleati che lo dovrebbero sostenere.

A livello nazionale la cosa è molto peggiore poiché, tra l’altro, non esistono maggioranze nette.

Io, lo confesso, sono stata col cuore in angoscia per le sorti del Governo.

La caduta del Centro - Sinistra in cui ingenuamente avevo creduto è stata dolorosa

Ma la cosa assurda mi è sembrato il fatto che un mini partito con appena l’uno per cento di voti avesse nelle mani il destino di un Paese.

Ma la cosa più difficile da sopportare è stata l’indegna gazzarra in Parlamento.

Io nelle istituzioni democratiche credo e vederle offese mi ha fatto male.

Parlamentari che stappano bottiglie di champagne alla caduta di una maggioranza mi straziano.

Non so se andrò a votare la prossima volta.

Non è vero, so che lo farò, ma con tanta reticenza.

Siamo in tanti a credere in questa Repubblica che ci è stata consegnata da persone che sono morte o hanno sofferto molto per ottenerla.

Esisterà qualcuno che alle sorti del paese pensa ancora!

Uno scandalo segue e precede un altro e nessuno è incolpevole.

Città devastate dalla cementificazione più forsennata, affari che celano imbrogli…

Possibile che non si capisca che stiamo andando verso un baratro da cui sarà difficile risalire?

Epidemie che hanno diffusione a livello mondiale, carestie bibliche, guerre nei più diversi punti del globo, prigionieri seviziati, bimbi costretti a prostituirsi e altro ancora…

Probabilmente la caduta del Governo Prodi che ho vissuto con angoscia personale, mi fa vedere le cose da un’angolazione che deforma la realtà, ma temo che invece la realtà sia proprio questa.

Allora il regista aveva ragione a parlare di civiltà barbarica.

 Dai barbari ci siamo poi salvati, ma attraverso secoli di medioevo. Non potremmo evitare di caderci per nostra scelta?

Il protagonista del film si salva fuggendo dalla così chiamata civiltà, ma non si esce dalla storia.

La via della fuga è preclusa, cerchiamone un’altra.

In certi momenti torna buona la letteratura e allora vai con il Petrarca:

“Chi m’assicura? Io vo gridando:pace, pace, pace”

Chissà se Prodi si aspetta di aver scomodato Petrarca?

 

Margherita Pira