La Riviera con l'incubo delle frane  IL SECOLOXIX
da andora a Cogoleto, viaggio del secolo xix tra le minacce del traffico
I tecnici: crolli sull'Aurelia possibili lungo ogni promontorio. Una serie di tunnel come soluzione
DA CAPO MIMOSA al confine comunale di Cogoleto è una teoria quasi ininterrotta e ossessionante di rischi per la viabilità. Non c'è promontorio che non corra il pericolo di cedimento. Frane, mareggiate, smottamenti nel sottosuolo, fenomeni sempre più frequenti per via delle intense precipitazioni, concentrate in poche ore o pochi minuti, incombono, minacciando tutto il Ponente Ligure ricco di attività costiere e povero nella viabilità.
Non è in condizioni migliori l'entroterra anch'esso minacciato dal dilavamento e dall'abbandono delle coltivazioni. Qui i pericoli di movimenti del terreno, improvvisi e imprevedibili, si sommano ai rischi di esondazioni dei corsi d'acqua.
Per prevenire, se non per evitare, tutto questo c'è un'attenta azione di monitoraggio, nonché di sorveglianza quotidiana, esercitata dalle squadre tecniche dell'Amministrazione Provinciale. Sono le stesse intervenute a Capo Noli, con grande sforzo giornaliero e a volte notturno, da quasi una settimana.
«Continuiamo a tenere sott'occhio l'Aurelia lungo tutto il tratto che attraversa la provincia, che poi è un susseguirsi di promontori lungo i quali l'Aurelia si inerpica - spiega la situazione il geometra Renato Falco, del Dipartimento viabilità della Provincia, uno dei tecnici al lavoro attualmente a Capo Noli - Da Savona sino al confine della provincia di Imperia è il tratto più a rischio. Per cui, grazie ai nostri strumenti, ad ogni precipitazione di una certa consistenza, drizziamo ancor più le antenne del monitoraggio».
Tutti i promontori sono più o meno a grave rischio secondo gli esperti dell'amministrazione provinciale.
«Dire dove toccherà la prossima volta? Impossibile - afferma - Di volta in volta tutto può mutare. L'importante è riuscire ad agire per tempo in quelle occasioni».
Capo Noli, Malpasso, Caprazzoppa, sono certamente prioritari in graduatoria. Seguono nella classifica dei pericoli Capo Mele, Capo Mimosa e il tratto di Aurelia tra Albenga e Alassio (Santa Croce). In posizione di poco più defilata Piani d'Invrea, Bergeggi, Albisola - Celle, Pietra Ligure-Finale.
«La soluzione sarebbe una serie di lunghi tunnel, a scapito della suggestiva vista che offrono i promontori. E' praticamente improponibile, per i costi e per i tempi. Possiamo solo tenere questo esteso territorio ben monitorato. Ed è quello che stiamo facendo».
Poi c'è tutto l'entroterra. «Lungo la strada provinciale 490 del Melogno e la vasta porzione di hinterland finalese , le rocce sono prospicienti o adiacenti alla carreggiata stradale - spiega Falco - Qui sussistono le condizioni più gravi. Sono già state collocate reti di contenimento, ma quando avvengono precipitazioni così copiose le frane o piccoli movimenti di terra sono inevitabili».
Nel tracciare una sorta di mappa dei rischi idrogeologici non sono trascurabili infine i pericoli di esondazione.
«Dalle planimetrie ricavate dai piani di bacino sappiamo quali tenere sotto maggiore attenzione - conclude il suo studio il geometra Falco - Riusciamo a intervenire prima, non per proteggerci dal danno, inevitabile, ma quantomeno, per evitare conseguenze sulle persone. Non c'è torrente , ritengo che non sia da considerare pericoloso».
Natalino Famà