Maersk, ha votato la metà dei vadesi
Giacobbe: affluenza secondo aspettative. Deluso il fronte del no
 
ANTONIO AMODIO LA STAMPA

ROBERTO PAVANELLO
VADO LIGURE
Non è vincolante, nel senso che il suo esito non influirà direttamente sul destino della piattaforma Maersk, ma i vadesi che ieri, dalle 8 alle 20, sono andati ad esprimere la loro opinione sul progetto, sono usciti di casa convinti che fosse giusto partecipare. Alle 11 della mattina avevano votato in 804, alle 17 il dato era salito a 2969, il 38% circa degli aventi diritto. A fine giornata i votanti sono stati 3494, pari al 49,82% (al recente referenduma per il retroporto di Varazze aveva votato il 30%).
Le procedure di voto si sono svolte tranquillamente, per la soddisfazione del sindaco Carlo Giacobbe («L’affluenza è in linea con le nostre aspettative»), così come per quella dei suoi oppositori che hanno voluto con forza la consultazione. Due i crucci principali di chi si sta battendo contro la piattaforma: il numero non alto di vadesi andati alle urne e, soprattutto, i problemi legati alla ricezione dell’invito. Molti infatti non hanno ricevuto a casa il certificato per poter votare e sono stati costretti a presentarsi all’Anagrafe per riceverne copia, creando così code in Comune: «Sul piano della burocrazia ci sono stati disguidi - è la denuncia di Franca Guelfi di Vivere Vado -, perché in tanti hanno ricevuto il certificato all’ultimo momento o non lo hanno nemmeno ricevuto. Penso che tanti non siano venuti a votare proprio per non andare all’ufficio anagrafe».
E così sarebbe anche spiegato il dato dell’affluenza, dal quale, confessa un non entusiata ex vicesindaco della Margherita Attilio Caviglia: «Discreto risultato, anche se ci aspettavamo di più», «Comunque - aggiunge Maria Teresa Abrate del Gruppo Firme - ci inchineremo alla scelta degli elettori».
Ai seggi si sono incrociate per tutta la domenica la ragioni del sì e del no. Tra i primi ha prevalso la visione positiva: «È una grande opportunità per Vado - ha detto il pensionato Sergio Grilli -, che ha bisogno che si creino posti di lavoro. E anche se fossero meno di quelli promessi, andrebbe bene lo stesso», pensiero condiviso da Monica Busto del Pd e da Gianni Marchetti Condipodaro: «Hanno già chiuso tante aziende, la piattaforma porterà lavoro».
Tra chi non vuole la Maersk ci sono gli studenti universitari Paolo Cortese e Stefano Piggi: «Oggi è in gioco il nostro futuro e quello prospettato non ci piace. E così la pensano tanti ragazzi. Ma soprattutto questo è un bell’esempio di democrazia».
Lo spoglio inizierà stamane, i risultati nel pomeriggio.