Varazze ha
detto sì al nuovo retroporto |
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[FIRMA]MASSIMO PICONE
LA STAMPA
VARAZZE
Sono stati i «sì» a dominare nettamente i progetti di
edificazione e ristrutturazione del litorale di ponente di
Varazze. Così si sono espressi i 3461 elettori varazzini, pari
al 29,65% degli aventi diritto al voto, che, tra sabato e
domenica, hanno votato per esprimere il loro parere sui futuri
interventi del retroporto. Gli uomini sono stati 1819, le donne
1642.
Il 70% ha giudicato positivo l’intervento. Tre i quesiti cui si
doveva rispondere. Il primo chiedeva se si vogliono gli
interventi proposti dall’amministrazione, così come presentati
nell’opuscolo informativo a colori, inviato a tutti i
capifamiglia, dove erano sintetizzati i lavori che
interesseranno l’area, con accanto alle immagini delle ipotesi
progettuali, approvati dal consiglio comunale il 13 agosto 2007.
La seconda domanda, chiedeva il parere sulla realizzazione di 37
mila metri cubi residenziali, la ricostruzione del campo di
calcio «Pino Ferro», dei locali per i vigili del fuoco ricavato
sottostante l’impianto sportivo, la messa in sicurezza del rio
Cucco. Il tutto a carico di imprenditori privati proprietari
delle aree in questione. I volumi espressi in 37 mila metri
cubi, sostituiscono i 30 mila previsti dal vigente Piano
urbanistico comunale.
Nel terzo caso, nei dettagli, si era chiesto di condividere o
disapprovare la ristrutturazione dei Cantieri navali Baglietto,
a carico dell’azienda stessa, le nuove sedi di Croce Rossa, Avis
e Protezione civile, di una piazza pubblica, la trasformazione
dei manufatti ai margini dell’Aurelia, un albergo di alta
qualità e altre costruzioni dalla destinazione residenziale e
commerciale per 4 mila metri cubi.
L’analisi finale del voto fa ipotizzare che la furiosa battaglia
tra il centrosinistra al governo della città e l’opposizione di
centrodestra è stata recepita piuttosto moderatamente nell’esito
consultivo. La popolazione, in sostanza, si è espressa in
sintesi così: fate quello che volete in quella zona semi
abbandonata e fatiscente, ma fate qualcosa.
Si è sentita, però, l’assenza alle urne di parte degli abitanti
delle frazioni collinari, tra i quali molti anziani.
In questo caso, è da rilevare l’osservazione di sabato mattina
(senza nessun dato ancora alla mano) di Andrea Valle (Forza
Italia), consigliere comunale di opposizione. «Una delle ragioni
per le quali abbiamo spinto il referendum, anziché la
consultazione, era il rischio frazioni. Il referendum prevede,
come per le politiche, l’apertura dei 14 seggi relativi a quante
sono le sezioni elettorali. Quindi, anche le località collinari
sarebbero state interessate più attivamente al suffragio», ha
spiegato.
Sotto l’aspetto tecnico, ecco il parere di Fabio Poggio,
presidente provinciale dell’Ordine degli Architetti: «Chiediamo
sempre, per ogni intervento pubblico, un innalzamento della
qualità. Il programma retroporto di Varazze corrisponde ai
nostri indirizzi. Sul metodo siamo concordi a quanto presentato
finora alla cittadinanza».
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