IL SINDACO, Carlo Giacobbe, sta cercando di portare a
compimento un'operazione che, con la piattaforma portuale,
modificherà radicalmente il tessuto urbano. Domani è in
programma la consultazione popolare.
Un clima pesante?
«Il fronte del no, sempre più a corto di argomenti, non
vuole riconoscere la realtà e le spara sempre più grosse.
C'è chi è sempre stato contro, chi è stato prima per il no,
poi per il sì, poi per il ni. C'è chi è stato per qualcosa,
ma non se lo ricorda. Siccome ogni loro argomento non trova
riscontri nella realtà delle cose, ricorrono a due sistemi:
negano l'evidenza sui risultati che si possono raggiungere e
drammatizzano le paure, esagerando le conseguenze
ambientali. Non si può nascondere un aspetto cardine: se si
arresta il progetto, si perdono le possibilità dei
miglioramenti attesi da molti anni e si arretra nella difesa
dell'ambiente».
Uno dei punti caldi è l'occupazione...
«I dati presentati derivano sia da impegni contrattuali che
Maersk ha assunto presentando il progetto all'Autorità
portuale, sia dalle situazioni reali analoghe. C'è un
impegno concreto perché i cittadini di Vado abbiano
un'effettiva priorità. E ci sono grandi possibilità per
l'indotto e le imprese locali».
Sollevano dubbi sulle garanzie...
«L'accordo di programma parla chiaro: tutti gli interventi
previsti, e non solo la piattaforma, sono impegnativi per
gli enti firmatari e tutti devono essere realizzati
contestualmente alla piattaforma».
Ma Vado migliorerà?
«Il terminal contenitori sarà più sicuro e pulito degli
attuali pontili, tutta la spiaggia sarà salvaguardata e in
parte recuperata, la qualità del mare non subirà
peggioramenti, i contenitori non costituiranno un muro, per
le altezze limitate e per la distanza dall'abitato,
l'aumento di traffico non sarà esorbitante e con il nuovo
casello inciderà sull'abitato meno di quanto oggi pesa il
traffico pesante».
Giovanni Vaccaro
Canavese: «Tirerò un sospiro di sollievo solo dopo
domenica» |
l'autorità portuale |
Favorevole anche l'assessore provinciale
Peluffo. Contrari Verdi e Legambiente:
«Impatto negativo sulla città»
19/01/2008
«TIRERÒ UN SOSPIRO di sollievo solo dopo
il 20 gennaio». All'indomani
dell'approvazione in consiglio comunale
della bozza dell'accordo di programma,
il presidente dell'Autorità portuale,
Rino Canavese, aveva detto che c'è
ancora un passo da affrontare: la
consultazione popolare di domani.
«Dietro questo Piano regolatore portuale
- commenta Canavese -, che è l'unico
strumento di programmazione in vigore e
quindi unico riferimento per
progettazioni e sviluppo in aree
portuali, si è lavorato per cinque anni
d'intesa con le istituzioni locali. Sono
state accolte le richieste di modifica
fatte dal Comune di Vado, su questo
progetto ha creduto anche il Governo che
l'ha finanziato. Ritengo che non farlo,
sarebbe un danno gravissimo e una
battuta d'arresto allo sviluppo
economico dell'intera provincia». Sulla
stessa linea l'assessore provinciale
all'industria, Roberto Peluffo: «Lo
sviluppo dei traffici è un'enorme
opportunità anche per il rilancio
industriale della Val Bormida. I
progetti per Ferrania Technologies
presuppongono il trasporto via mare:
stiamo lavorando per attivare un
efficace raccordo ferroviario fra porto
e stabilimento. Si è operato inoltre per
favorire l'incontro fra Maersk-Fincosit
e le imprese di Vado per avviare
collaborazioni per la costruzione e la
gestione del terminal».
Nettamente contrari Verdi e Legambiente,
che hanno sottolineato: «L'impatto
negativo della piattaforma sulla città
di Vado e sulla vita dei cittadini -
spiega Carlo Vasconi, consigliere
regionale dei Verdi -. Il 60% dei
container andrà su gomma, intasando le
autostrade liguri già al collasso, e
rischiando di paralizzare il Savonese in
caso di chiusura del porto per il vento
come accaduto a Genova. Sul fronte
occupazionale, non esiste solo il porto:
che riflessi ci saranno sul turismo e
sul commercio della zona? Ma soprattutto
sulla salute delle persone?».
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