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Energie fossili, inquinamento, rifiuti

di ROCCO MITIDIERI

 

Gli eventi di questi ultimi giorni, (prezzo del petrolio oltre i 100 $ al barile, Napoli sommersa dai rifiuti) rappresentano tanti campanelli di allarme in grado di farci riflettere su alcuni concetti fondamentali: 1) Le risorse della terra sono limitate e quindi i consumi non possono crescere all’infinito. 2) Le risorse devono essere distribuite più equamente fra i vari popoli della terra, se vogliamo contenere le migrazioni bibliche degli stessi alla ricerca del minimo vitale. 3) Il modello di sviluppo dei paesi ricchi, il nord del mondo, è perverso.

Ha bisogno per funzionare di una crescita costante, obbiettivo ineluttabile di tutti i  governi, che alimenta un circolo vizioso produzione-consumi reali ma anche sempre di nuovi, finti bisogni sostenuti con ogni mezzo dalla pubblicità. Questo modello di sviluppo, questa civiltà dell’usa e getta, è ormai diventata in sostenibile dal punto di vista ambientale e nello stesso tempo approfondisce le disuguaglianze anche all’interno dei paesi ricchi. Soprattutto mi preme sottolineare come in questo tipo di società diventi sempre più difficile mantenere i rapporti tra le persone, minati dalla consuetudine dell’usa e getta.

Sta riprendendo fiato nel nostro paese la campagna pro-nucleare. E’ un caso che siano gli stessi personaggi che vorrebbero far fare un balzo all’indietro al paese sulle conquiste sociali più importanti degli ultimi trent’anni quali divorzio, aborto? Per questi signori il ritorno al nucleare rappresenterebbe l’unico modo per soddisfare la richiesta energetica in aumento e non aumentare il consumo di combustibili fossili. Sicuramente le argomentazioni a sostegno sulla sicurezza più elevata degli impianti attuali sono reali. Ed è un dato di fatto che le centrali nucleari dei nostri vicini sono sui nostri confini e pertanto in caso di catastrofi saremmo comunque coinvolti. Peccato che in questi ragionamenti ci si dimentichi delle scorie radioattive, il vero problema irrisolto dell’energia a fissione nucleare. Non siamo stati in grado di trovare una collocazione definitiva al mucchietto di scorie prodotte dalla centrale di Montaldo di Castro nei pochi anni di funzionamento( le avevamo mandate in Francia, ma ce le rimanderanno al mittente), come potremmo pensare di smaltirne tonnellate? Appaltando il lavoro alla mafia o alla camorra?

Il nostro nucleare senza scorie l’abbiamo in casa. E’ il sole, il vento dei nostri crinali. La Svezia in pochi anni ha portato la % di energia prodotta da fonti rinnovabili al 26%, con molte meno ore di sole di noi. Basta adottare le politiche giuste ad incentivarne l’utilizzo, come sembra si stia cominciando a fare. Per la verità la comunità europea ci sta spingendo pesantemente in quella direzione, fissando il target da raggiungere entro il 2020 al 17%.

Ma la parola magica per il nostro sistema energetico è il risparmio e la razionalizzazione dei consumi. Le valutazioni più realistiche stimano lo spreco di energia od il cattivo utilizzo al 40% dell’impiego totale. Per recuperarne la metà basterebbe sostituire tutte le lampadine ad incandescenza con quelle a basso consumo e ridurre di un grado la temperatura delle nostre case, senza per questo patire il freddo. Molto pertinente lo spot tv che ci sprona a spegnere tutti i led di stand-by delle varie apparecchiature di casa. A questo punto facciamo ancora un piccolo sforzo e spegniamo oltre al led anche la tv almeno per un’ora ogni serata, da dedicare ad una buona lettura. Ne guadagnerebbe sicuramente lo spirito insieme al risparmio di energia e di CO2 prodotta.

Dovremo, o meglio saremo costretti a modificare stile di vita se non vorremo soffocare in un’atmosfera di anidride carbonica e sotto cumuli di rifiuti. Un giornalista di Repubblica, Paolo Rumiz ha voluto sperimentare direttamente per una settimana in che modo vivere per realizzare emissioni di CO2 più basse possibili,aiutato e confortato in questo sforzo titanico da una società di Lega Ambiente dal nome pertinente “ azzero CO2”.

Premettendo che la media giornaliera europea pro-capite è di 9 kg di CO2, facendo una vita monacale( senza riscaldamento, cucinando il minimo, viaggiando in bici ed usando poco il treno) è riuscito ad abbassare questa soglia della metà, cioè 4,52 kg; che è già un bel risultato, ma senza gli spostamenti sarebbe stato inferiore ad 1. E’ impensabile proporre un ritorno alla vita delle civiltà pre-industriali, ma sull’altra variabile qualcosa si potrebbe fare.

 La mobilità individuale, i trasporti  sono determinanti nella produzione di gas serra.

Se vogliamo riequilibrare il pianeta dobbiamo rinunciare ad una parte di mobilità (altro che voli low-cost). A cominciare dall’automobile, la nostra passione. Milano, seguendo l’esempio di alcune capitali europee, ha adottato l’eco-pass, cioè il pagamento di un tiket a carico dei veicoli più vecchi e perciò più inquinanti, per poter circolare in centro città. Per meglio capirci, se i cittadini proprietari di quella categoria di mezzi avesse pagato il tiket senza battere ciglio, il comune di Milano avrebbe disposto di una nuova tassa ma non avrebbe ridotto il livello delle polveri sottili.

Invece i risultati dei primi giorni sono molto positivi: il traffico in centro è diminuito del 20% e si è registrato un crollo del PM10 e del biossido di azoto. A che categoria sociale appartengono i cittadini proprietari degli autoveicoli più vecchi, con più di 10 anni di vita? Non ho consultato statistiche, ma penso che non siano tutti collezionisti di auto d’epoca. Sono di proprietà di quei cittadini con redditi inferiori a 2000e/mese, non in grado perciò di rinnovare il mezzo ogni 4/5 anni.

Uno studio effettuato a Londra, dove il tiket è introdotto da qualche anno, ha evidenziato che a fronte di una diminuzione in centro del 15%, sono aumentate in periferia del 20%. Non c’è ragione per pensare che a Milano non avvenga lo stesso fenomeno. Per concludere, per la categoria di cittadini con meno possibilità economiche,il danno, le beffe, e pernacchio finale ( l’inquinamento viene spostato a casa loro). L’eco-pass da l’impressione di un marchingegno discriminante, che spinge i cittadini a sostituire l’auto indebitandosi con nuove rate, non ad usarla meno che dovrebbe essere il vero obbiettivo. Quindi la solita politica. Sarebbe stato molto più democratico limitare la circolazione con le targhe alterne, come si faceva in passato e con risultati migliori se attuate con regolarità e per lunghi periodi, ovviamente bilanciate da politiche atte a migliorare e promuovere il trasporto pubblico locale (corsie e strade preferenziali, servizi a chiamata, car-sharing, autonoleggio self-service e soprattutto realizzando una rete di mobilità ciclabile.) Per imboccare questo percorso virtuoso avremo ancora bisogno di una spinta perentoria, che il petrolio arrivi a 300 $ al barile, e forse non basterà.

 Ancora una considerazione sui rifiuti di Napoli. Mi sembra che l’attenzione dei media sia concentrata solo sull’aspetto più…folcloristico della sceneggiata napoletana. Invece questa  è solo la punta di un iceberg che comincia giorno dopo giorno a venire alla luce in tutta la sua devastante ampiezza e complessità. La Campania è stata per anni utilizzata come un enorme discarica nazionale di rifiuti tossici, soprattutto dalle industrie del Nord che trovavano molto più conveniente smaltire tramite la camorra piuttosto che rispettare normative sempre più rigorose e costose. Sarà in circolazione nei prossimi giorni un documentario girato in Campania da personaggi veramente coraggiosi intitolato “happy country” e presentato da Serena Dandini nel suo programma domenicale. Definirlo sconvolgente è veramente limitativo. Forse non ci rendiamo ben conto che c’è in gioco la salute, la sopravvivenza di milioni di cittadini, di bambini. Che è compromesso il territorio e l’agricoltura di un’intera regione, comprese le falde acquifere. E’ lì la vera emergenza nazionale, che comporterà uno sforzo economico immenso se mai saremo in grado di fare opera di bonifica. Il chiamarsi fuori dalle responsabilità dell’intera classe politica della regione è veramente un comportamento eversivo. Se la magistratura non si farà intimidire e riuscirà a fare il suo lavoro sino in fondo, Napoli avrà l’opportunità  di ripulire la città, di spezzare il groviglio fra le istituzioni, i partiti-famiglia, la camorra. Il problema sarà come e dove smaltire. Non è consigliabile il riciclo.

Ma è solo un sogno. 

ROCCO MITIDIERI