Busta con un bossolo al Secolo XIX
indagine di procura e digos
Una lettera minatoria dopo l'inchiesta sull'archivio dei partigiani in vendita alla De Mari
IL SECOLOXIX
UNA BUSTA gialla con dentro un vecchio bossolo della Seconda guerra mondiale, probabilmente di un moschetto 91, e poche righe minatorie che si concludono con un "ora e sempre Resistenza" che sa tanto di vecchio partigiano ferito nel sentimento.
E' arrivata ieri mattina nella redazione del Secolo XIX in modo anonimo facendo scattare l'allarme e l'indagine della Digos. Ad ogni evidenza è la conseguenza degli articoli della settimana scorsa sulla trattativa tra Nanni De Marco e la fondazione "De Mari" Carisa per acquisire l'archivio storico della Resistenza in possesso dello stesso De Marco, figlio del capo partigiano "Ernesto". Archivio che potrebbe contenere rivelazioni importanti e inedite su alcuni misteri irrisolti della Resistenza. Secondo il consigliere provinciale Roberto Nicolick potrebbe soprattutto fare luce su un episodio oscuro e infamante: la scomparsa del tesoro della divisione San Marco.
«Apprendo che il signor De Marco - ha scritto Nicolick - sta per vendere un grande ed importante archivio che contiene moltissima documentazione legata a ciò che accadde in provincia di Savona durante la Resistenza. Secondo me questo preziosissimo materiale dovrebbe essere pubblicato e reso fruibile a tutti coloro che ne facessero richiesta per avere chiarimenti e cercare informazioni. Per esempio il 26 aprile del '45 sparì la cassa della divisione San Marco che era schierata sul territorio di Savona (Altare) e conteneva 92 milioni di lire dell'epoca, un'autentica fortuna. Dove sono finiti quei soldi?».
E' soprattutto questo riferimento ad aver offeso e armato il firmatario della lettera minatoria.
«E' l'ora di finirla con gli attacchi ai veri VALORI - c'è infatti nel foglio bianco scritto con penna nera e normografo per impedire riconoscimento della calligrafia - La lotta contro il subdolo fascismo è un valore da non diffamare con tesi stupide e faziose e inviti a ricerche di tesori mai esistiti. Sempre a morte il nemico fascista! Sempre pronti a colpire. Ora e sempre: Resistenza».
Il fatto che in questa busta ci fosse anche un bossolo arrugginito ha dato al tutto un tono più inquietante. Per questo la Digos della Questura ha preso in consegna il materiale e ora avviato le indagini per capire da dove possa essere stata inviata e se per caso ci siano impronte digitali dell'estensore. Il bossolo verrà analizzato dagli esperti della Scientifica. La Procura, come da prassi, ha aperto un fascicolo contro ignoti.
«E' un vecchio bossolo, neppure un proiettile, e quindi potrebbe essere stato custodito da chiunque - dice il procuratore capo Vincenzo Scolastico - in ogni caso la Digos sta indagando e farà tutte le verifiche del caso».
Toni e linguaggio del messaggio ("subdolo fascismo") spalancano la porta a una rivendicazione partigiana ma non è escluso neppure il contrario, e cioè che il clima di tensione possa magari essere alimentato ad arte da un vecchio "repubblichino" che spera di attirare ombre e sospetti sui rivali.
Sempre che l'autore non sia semplicemente un balordo che ha scelto di cavalcare il momento e seminare un po' di caos approfittando del fatto che in queste ore si sta trattando la cessione dell'archivio della Resistenza di Nanni De Marco.
Dario Freccero
 
«grave minaccia alla libertàdi stampa»
ordine, sindacato
UNA PALLOTTOLA e minacce a Il Secolo XIX e ai suoi giornalisti da parte di sedicenti esponenti dell'antifascimo che, utilizzando la "Resistenza", vorrebbero impedire al mondo dell'informazione di fare il suo lavoro. Accade a Savona dove un plico contenente una pallottola e varie minacce è stato recapitato ieri alla redazione savonese de Il Secolo XIX. E' un ben strano concetto di libertà e di "Resistenza" quello espresso da chi, come sempre nascosto dall'anonimato, minaccia ritorsioni nei confronti di chi ha esercitato semplicemente il proprio dovere di cronaca e di fare informazione, raccontando la storia di un archivio partigiano, della sua cessione a pagamento a una fondazione bancaria e delle polemiche, delle opinioni che ne sono seguite. Il tutto sempre "firmato" sia da chi ha realizzato i servizi, sia da chi ha espresso legittime opinioni. La violenza contro i media in questi ultimi giorni si è espressa in vari modi: verbali, con intimidazioni che hanno colpito in tutto il paese con pestaggi, aggressioni e rapine di mezzi di lavoro a giornalisti impegnati sul tema dell'emergenza rifiuti, sul tema della mafia e dell'ndrangheta con libri di denuncia e controinformazione in Calabria e in Sicilia. Con comici che fanno i politici e politici che fanno i comici. A Savona sedicenti ereditieri della lotta che fu per la libertà colpiscono, nella loro ignoranza e violenza, uno dei principi che chi ha davvero combattuto per la libertà dell'Italia ha voluto difendere e consegnare alle generazioni successive: quella della stampa. "Per fortuna che c'è la Costituzione": è con questi valori che esprimiamo ai colleghi de Il Secolo XIX e in particolare a quelli di Savona, la nostra solidarietà e vicinanza».
Marcello Zinola Associazione Ligure dei Giornalisti
Natalino Famà Gruppo Cronisti Liguri
Attilio Lugli Ordine dei Giornalisti Liguria