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Il giorno della (non) memoria. Dagli “altari” al dimenticatoio.

VENT’ANNI FA CI LASCIAVA

ANCHE SECONDO OLIMPIO

Fu capo ufficio stampa di Taviani. A Bardineto arrivavano in “processione” per chiedere il suo aiuto.
Dove sono finiti lacchè, miracolati, raccomandati? Disattese le solenni promesse di una borsa di studio per studenti universitari e scultura-monumento in Municipio per ricordarlo. Quando Taviani disse: <Bardineto è stata creata da Olimpio ed il paese avrà riconoscenza, come le tante persone in Liguria che ha aiutato disinteressatamente>.

di LUCIANO CORRADO

 


Loano: anni '60, il ministro Taviani con l'allora sindaco Elice, a sinistra si intravvede Secono Olimpio, a destra il segretario particolare Paccagnini

BARDINETO – Sono trascorsi vent’anni. Era un martedì quando alla clinica San Michele di Albenga ci lasciava il prof. Secondo Olimpio che riposa nella tomba di famiglia a Borghetto S. Spirito. Il giorno dopo, il 20 gennaio 1988, la notizia sui giornali di tutta Italia, dalla Sicilia all’Alto Adige. Sul Corriere della Sera, il più diffuso quotidiano italiano, il maggiore numero di necrologi, anche perché il figlio Guido era un redattore (oggi “inviato speciale”, assai noto ed autorevole come esperto del terrorismo arabo e di servizi segreti, dopo la gavetta al settore Esteri).

L’annuncio: <E’ serenamente mancato all’affetto dei suoi cari Secondo Olimpio, ne danno il triste annuncio la moglie Piera. I figli Guido e Marina. Il fratello Guido. I funerali si svolgeranno oggi nella chiesa di N.S. di Pontelungo ad Albenga>. Seguivano altri necrologi: 120 redattori del Corsera (tra essi molte firme illustri).

Sul Secolo XIX riportiamo (vedi….) la notizia che racconta i funerali. Non c’era grande folla. E’ utile ripercorre l’elenco dei presenti più “autorevoli”. Intanto la precedenza al gonfalone del Comune di Bardineto dove Olimpio era nato (10 aprile 1927), cresciuto (fu primo cittadino per 15 anni), con il sindaco Ico Mozzoni e l’ex sindaco Giuseppe Balbis che era la persona a lui più vicina quando Olimpio resse da sindaco le sorti del paese. C’era il gagliardetto, zeppo di medaglie, della Federazione Italiana volontari della Libertà. Una trentina di sindaci ed ex sindaci del savonese e dell’imperiese. L’ex sindaco di Genova, Giancarlo Piombino, il presidente della Carige, Gianni Dagnino. Una nutrita rappresentanza di esponenti della Democrazia Cristiana ligure, guidati dal segretario regionale, Gianni Bonelli, con Carlo Russo (giudice, allora, dell’Alta Corte dei diritti dell’uomo), il senatore Franco Varaldo, l’altro “storico” parlamentare imperiese Aldo Amadeo, il giovane parlamentare Alessandro Scajola (fratello di Claudio), il segretario provinciale Dc, Aldo Gasco, per anni tra gli amici più cari; infine Giacomo Gualco, capogruppo Dc in Regione. 


Francesco Briozzo quando era cancelliere
capo della Pretura di Savona 

<Una cerimonia mesta e semplice – scriveva sul Secolo XIX, Luciano Corradocosi come è stato modesto e semplice, in vita, il prof. Olimpio. Pochi fiori, poche corone, non mancava nessuno degli amici più cari che lo stimavano e gli volevano bene. La messa celebrata dal fratello, don Guido Olimpio, che tra la commozione generale, ha avuto la forza di pronunciare poche parole. “La tua vita, caro fratello, era ancora tanto preziosa e necessaria, solo tu sai quanta gente hai aiutato e quanti ancora hanno bisogno di te. Ci lasci accompagnato dalle tante opere buone che hai profuso per tutti quelli che ti chiedevano aiuto>.

Poi don Guido (ufficiale di polizia in quanto cappellano militare) ha voluto ringraziare il prof. Libero Nante, comproprietario della San Michele (dove Olimpio fu ricoverato per un male incurabile): <Grazie caro Libero, più di tutti gli sei stato vicino per alleviare le sue terribili sofferenze>.

Tra i presenti il Secolo XIX citava Lelio Speranza (presidente dell’AVL, Associazione volontari Liguria, presidente dell’Istituto storico di Resistenza e dell’età contemporanea, inossidabile presidente provinciale del Coni, comitato olimpico nazionale italiano). E Francesco Briozzo, ex cancelliere capo della pretura di Savona, ex consigliere ed assessore provinciale Dc, uno della vecchia guardia, un vero galantuomo, tra i più ascoltati e stimati da Olimpio quando si trattava di affrontare problematiche locali.

Secondo Olimpio, giornalista professionista dal 19 febbraio 1963, iscritto all’Albo di Roma, una precedente esperienza da insegnante, un fine carriera come direttore dell’agenzia di stampa Asca. La sua figura è stata soprattutto legata alla storia di Paolo Emilio Taviani che ha ricoperto i dicasteri-chiave della Repubblica Italia, dalla Difesa agli Interni. Solo per citare i principali. E fu nel periodo del dicastero degli Interni che Secondo Olimpio ebbe modo di sviluppare al meglio le sue capacità come capo ufficio stampa, braccio destro operativo del ministro. Anche in settori delicatissimi del ministero. Ecco un passo di quanto Taviani disse a Luciano Corrado: <Olimpio svolse con grande riservatezza, malgrado fosse giornalista, alcune delicatissime missioni internazionali, a lui affidate e se ne potrà riparlare, se la famiglia è d’accordo, solo dopo la mia morte>.


Lelio Speranza, con GB Bianchi alle spalle

Secondo Olimpio che aveva scelto Bardineto come “rifugio”, nei fine settimana, come medicina alla stressante “vita romana”, era stato il protagonista  di quello che veniva definito il “miracolo della piccola Svizzera ligure”. Comprò anche una vecchia casa di campagna dove in una fornitissima dispensa-cantina incontrava gli amici, seduto a tavola. E se il caso lo richiedeva, si trasferiva al “Piccolo Ranch”. Ovviamente erano parecchi i giornali, anche a tiratura nazionale, che a Bardineto dedicavano servizi con “inviati speciali”. Decine di articoli. Un periodo di storia gloriosa e fortunata per quest’angolo di Liguria.

 Ecco cosa scriveva Nino Giglio sulla “Gazzetta del Popolo” il 25 luglio 1970: <A Bardineto, centro di poco più di 900 anime, fra alberghi e case in affitto, offre ospitalità ad almeno 5000 mila persone, non c’è più una stanza libera, mentre nelle città balneari della costa ligure, attrezzate per ricevere migliaia di persone, il tutto esaurito è assurto in questa estate a sogno irrealizzabile. A Bardineto il “pienone estivo” è ormai a tenuta stagna, quasi tutti fanno la spola tra la collina ed il mare. Bardineto al “miracolo” del suo sfruttamento turistico, nel rispetto dell’ambiente, è arrivato in pochi anni, praticamente dal 1954. Cercando di sfruttare e salvaguardare quanto madre natura, da sempre, le aveva dato>.

E vale la pena citare un altro spunto. Giglio intervistò Armando Zunino, albergatore: <Questo paese ha percorso molto cammino rispetto ad altri, la prima lottizzazione dei terreni del demanio comunale, al prezzo di 50 lire il metro quadrato, risale al 1954. Erano terreni che non valevano nulla, dato il loro scarso reddito agricolo. Ora costa oltre mille lire al metro e a rimorchio della lottizzazione comunale, è già avviata un’ iniziativa privata, interessante per lo sviluppo, anche occupazionale di Bardineto>.


Enrico Mozzoni sindaco di Bardineto
dal 1976 al 1999

Il giornalista ricordava  che il giorno dopo Bardineto celebrava il decimo raduno nazionale delle auto storiche (tra i primi e più gettonati d’Italia, a quei tempi), con sfilate di moda e con una specie di controcantagiro. Manifestazioni che erano a carico quasi totale della Recoaro, col sul “Gran Premio” e dell’Agip.

Altro significativo affresco da “eco della stampa”.

L’inviato di punta dell’allora Decimonono, Giuliano Crisalli (da pensionato si occupa ora della rivista nazionale dell’Ordine dei Medici), raccontava l’11 agosto 1976 di una “Bardineto, diventata capitale ligure dei funghi, con migliaia di villeggianti genovesi, savonesi, imperiesi, dove dal 1970 ad oggi tra ville ed appartamenti ne sono stati costruiti oltre 200, Un mondo di media borghesia che sceglie la campagna vicina alla città e la preferisce ai “tuffi” in alta montagna, ai defatiganti trasferimenti, al cibo “corrotto” dall’altitudine>.

Crisalli annotava che <il sindaco, cav. Uff. Giuseppe Balbis, di antica origine spagnola, non lo incontro, apprendo che dirige l’amministrazione comunale dal 1964>. Ci sono servizi speciali da Bardineto da “inviati” de La Stampa, Il Giorno, Il Messaggero, Gazzetta del Lunedì, da settimanali come Oggi, Epoca, l’Europeo, Gioia, Famiglia Cristiana e la Rai di cui Olimpio era stato collaboratore.

In nessun servizio giornalistico compare il nome del “vero protagonista” del miracolo, l’ideatore, la mente che si consigliava e consigliava, che sapeva decidere e se il caso imporre. Secondo Olimpio, non amava stare sotto i riflettori e quando proprio non ne poteva fare a meno (quando doveva occuparsi del partito, la Democrazia Cristiana di Savona di cui è stato anche segretario provinciale, spaccata come sempre in correnti) lo faceva con discrezione e meglio se dietro le quinte. <Non citarmi, parla semmai di…- soleva ripetere al giornalista>.

Olimpio uno stile di vita, un modo di far politica tramontato, di gestire il potere (e che potere! A Bardineto al suo arrivo facevano la spola prefetti, questori, generali, parlamentari, industriali, costruttori, sindaci). Processione che si ripeteva quando la domenica, raggiungeva intorno alle 23 la stazione ferroviaria di Albenga e saliva sul treno-vagone letto, con destinazione Roma. Con quella calma e pacatezza che peraltro tradiva una forte tensione emotiva dell’”uomo Olimpio”, sempre parco di parole, accettava e metteva nella tasca della giacca l’appunto, la segnalazione, il pro memoria.

E’ probabile che non si possa chiedere “conto” del mancato ricordo ai giovani amministratori bardinetesi di oggi. A monte, ma soprattutto a valle, nelle città costiere dove abitano i “viventi”, i testimoni, gli ex tavianei senza memoria e senza coerenza (parliamo solo di quella umana e non morale che sarebbe forse pretendere troppo), i molti “beneficiati nella vita, nel lavoro, nella professione o con una dignitosa pensione, che dovrebbero arrossire. Magari farsi un piccolo esame di coscienza.

Alla proposta di Taviani vivente, in visita a Savona al Priamar e un’ultima volta a Loano (G.H. Garden Lido per una serata ristretta preelezioni, per impedire, disse Taviani, <una deriva antidemocratica che mi preoccupa di un miliardario come Berlusconi con troppi conflitti di interesse da salvaguardare>) vennero date ampie assicurazioni.

Il ritaglio stampa che pubblichiamo (vedi…), col titolo “Bardineto ricorderà Secondo Olimpio”, non solo è testimonianza-verità, ma Taviani pochi mesi prima di morire chiedeva ancora al cronista notizie su quelle promesse.

Non ci sarebbe altro da aggiungere, se non un senso di tristezza. E un monito per i “potenti” di oggi.

La riconoscenza, anche per i meritevoli verso la società, non abita più da questi parti.

Luciano Corrado