ORA È UFFICIALE. Subito dopo le feste una delegazione
savonese guidata dal sindaco Federico Berruti sarà a Torino.
Poi sarà il primo cittadino della Mole, Sergio Chiamparino,
a scendere a Savona. L'orizzonte dello scambio - come
anticipato dal Secolo XIX - è assai vasto: parte
dall'interconnessione tra i musei e le collezioni d'arte
delle due città (allo studio l'installazione a Savona di
parti della Gam, del Museo Egizio o del Cinema) per giungere
a riannodare legami antichi che assumono oggi - nel quadro
delle regione europee - un nuovo significato. Dopo la fine
del triangolo industriale, insomma, Savona - che ha stretto
accordi anche con Milano ed è tesa allo sforzo di ridefinire
la propria identità- si candida a un ruolo nella "nuova"
West Coast italiana.
La conferma arriva dallo stesso sindaco Chiamparino:
«Abbiamo accolto volentieri - dice al Secolo XIX - la
proposta che ci arriva da Savona». Aggiunge: «Anche perché
sono molteplici i temi che legano le nostre due città».
Spiega Chiamparino: «A cominciare dal fatto che Savona
rappresenta per Torino il più rapido e naturale accesso al
mare, sia dal punto di vista turistico-balneare sia dal
punto di vista industriale e commerciale». Il sindaco
torinese allarga poi lo sguardo al porto e alle crociere: la
suggestione è costruire un pacchetto di offerte che abbia
per contenitore tutta la maxi-regione del "Limonte": «Oggi
che Torino ha cambiato pelle - dice Chiamparino - ed è
diventata essa stessa un polo di attrazione
turistico-culturale, è importante creare un aggancio con il
terminal delle crociere a Savona. La proposta del Porto può
diventare un ottimo strumento di promozione del nostro
territorio». Conclude il sindaco torinese: «Per adesso è
soltanto un'ipotesi che va verificata negli aspetti
concreti. Per questo motivo abbiamo già preso contatto per
visitare il porto dopo le festività di fine anno».
In un ideale faccia a faccia dalle colonne del XIX - il cui
massimo comun denominatore è proprio lo sforzo di costruire
la nuova identità del Nord - il sindaco Berruti spiega:
«Savona deve aprirsi. Aprirsi significa avere rapporti con
altri territori, con altre città, preferibilmente con città
che siano laboratori. In questo modo anche una città piccola
può essere partecipe di grandi processi. La cultura è il
terreno più fertile sul quale costruire questi rapporti. Per
questo se ci saranno possibilità di scambi e di progetti
comuni con i musei torinesi ciò rappresenterà una grande
opportunità di sviluppo per Savona». Prosegue Berruti:
«Savona può offrire a Torino uno sbocco al mare forte,
perché forte è il suo porto. È chiaro che i passeggeri delle
navi da crociera rappresentano un pubblico naturale per un
sistema di offerta culturale e turistica vasto, che deve
mettere insieme il nostro territorio e il Piemonte, dalle
Langhe fino a Torino». Poi anche Berruti tocca il tema che
definisce il nuovo ruolo delle città del Nord: «L'asse
Savona-Torino è stato per noi nel secolo scorso un asse di
sviluppo economico almeno quanto quello Savona-Genova. È un
asse reso facile dalle infrastrutture, tutto sommato
efficienti, ma anche da una naturale affinità tra le
persone. Noi e i piemontesi siamo vicini». E aggiunge: «Qual
è il ruolo di Savona nel Nord Ovest? La domanda è quella più
importante per il futuro della nostra città. Se sapremo
partecipare attivamente alle dinamiche di sviluppo dell'area
strategica del nostro paese, la nostra città vivrà una nuova
fase di sviluppo, come accadde nel secolo scorso». Il primo
cittadino declina quindi una ricetta in tre punti: «I
terreni sui quali giocare la nostra partita sono tre. Uno è
quello del turismo. Un secondo è quello dell'Università e
del sapere, e qui la partita riguarda il ruolo del Campus
nell'Università di Genova, in rapporto ad Erzelli e, se ci
sarà, nel futuro Politecnico della Liguria. Il terzo è
quello della portualità e della logistica». Qui entra in
gioco anche un rapporto con Genova e il suo porto per il
quale Berruti vede la necessità di una svolta: «In questi
anni ha prevalso la logica della competizione, e ha pagato
per noi. Ma se guardiamo al futuro? Io penso che una fase
stia per finire, e il dibattito in corso a Genova sul porto
e sul terzo valico ce lo dimostra. Probabilmente nel nostro
futuro dovrà esserci più sistema e più integrazione con
Genova, se vogliamo essere nel cuore dello sviluppo del Nord
Ovest. Attendiamo che l'Autorità Portuale di Genova abbia la
sua nuova guida, e poi sosteniamo la nostra Autorità
Portuale in una nuova fase di riflessione sulla strategia
per il futuro del nostro porto nel Nord Ovest».
Antonella Granero
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