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TRE LETTERE DI UN EX SINDACO

CON LE “MANI PULITE”

UN PO’ DELUSO DELLA POLITICA

E CHE INVOCA RISCOSSA DELLE COSCIENZE

(con Berlusconi, Fini, Casini, Cesa, Bossi, Storace, Santanché, Dini, la Moratti, Bordon, Prodi. Per finire con Beppe Grillo e Antonio Ricci, la diossina, la prostituzione e dietro l’angolo la tragedia annunciata in provincia di Savona)

 

In questi ultimi giorni, dopo l’exploit di Berlusconi contro Fini e Casini, sono emerse alcune verità dal pianeta del centro destra. Verità di cui non ero certo, ma che ora appaiono in tutta la loro gravità comportamentale. Siccome sono un elettore di centro sinistra che ha votato controvoglia l’Ulivo, e non per convinzione come avrei desiderato, ho avuto una boccata d’ossigeno ascoltando alcune considerazione dell’onorevole Cesa (segretario del Udc) e Fini (An).

L’onorevole Cesa ha sostanzialmente detto, confermando il mio dubbio, che nella Casa delle Libertà l’onorevole Berlusconi ha pensato più ai suoi interessi che non a quelli del Paese con il consenso dell’Udc.

L’onorevole Fini ha affermato che in futuro avrà le mani libere su tivù e conflitto di interessi, confermando che in precedenza, quando era al governo ha accondisceso al “capo”.

Tutto è scoppiato, a mio avviso, perché Berlusconi, abituato a comandare da manager negli affari suoi, mal sopporta critiche sul suo operato, sulle sue previsioni. Berlusconi ha agito, da par suo, licenziando in malo modo alleati non più disposti a non essere presi in considerazione.

Storace e la Santanché hanno rimpiazzato, da par loro, una parte del vuoto che si era creato nel modo di gestire il potere.

Intanto Umberto Bossi, il senatur, sta a guardare.

Tutto mi conferma che un anno e mezzo fa ho votato il meno peggio. Purtroppo subito dopo l’esito elettorale Rifondazione comunista sentenziava “anche i ricchi piangano”.

Oggi i diktat di Lamberto Dini al governo Prodi e le conseguenti derisioni nei confronti di Rifondazione comunista che praticamente i diktat li ha subiti, sono l’immagine di quello che temevo quando ho espresso il mio voto.

Con senno del poi credo di poter capire la fibrillazione del senatore Dini mentre era in attesa del verdetto nei confronti della moglie e dopo la sentenza. La condanna per effetto dell’indulto non verrà espiata. Quindi buoni amici e compagni che l’indulto avete votato, datevi la mano ritornando a prendere il caffè insieme come hanno fatto, a suo tempo, Fini e Bossi.

Vorrei tanto poter scegliere tra persone educate e di buona, onesta famiglia. Quella che non è capace di fare debiti come principio e a maggior ragione falsi in bilancio con bancarotta fraudolenta.

Carlo Gambetta

 

 

PROSTITUZIONE SENZA FRONTIERE

TUTTI PROTESTANO, NULLA CAMBIA

 Ogni tanto mi capita di ascoltare dibattiti sulla prostituzione, in particolare quella proveniente dall’Est. Maggioranza e minoranza che si rinfacciano mancanza di risorse economiche per combattere il fenomeno da risolversi con l’aumento del controllo sul territorio.

Denunce, fotografie, multe ed altro. Se ne dicono tante, e credo proprio chi legge queste mie considerazioni sia anche lui stanco di sentire sempre le stesse cose che, a mio parere, non risolvono il problema, la piaga.

L’ultimo dibattito su Rai 3, domenica 9 dicembre, nel salotto delle 12,30, con il senatore Bordon, la senatrice Palermi, l’onorevole Cicchitto e l’onorevole Gasparri, riproponeva le stesse considerazioni finali. E soprattutto inconcludenti.

 Lo stesso giorno, apro La Stampa e a pagina 23 leggo l’intervista di Chiara Beria di Argentine al sindaco di Milano, Letizia Moratti. Titolo:<Non ho armi contro la prostituzione. Il governo di ignora. Case chiuse? Sarebbe una resa>. Il sindaco dice che ha aumentato i punti luce; che grazie a fondi statali ha fatto aprire un commissariato con 50 agenti in viale Monza e qui la situazione sarebbe migliorata; che ha deciso l’aumento di 200 vigili da inviare sul territorio.

Alla domanda se è d’accordo sulla possibilità di aprire le case chiuse. Ecco la risposta: <Sono d’accordo a non avere la prostituzione per le strade. Quartieri a luci rosse, case chiuse? Sono comunque un modo di sfruttare le donne. Occorre semmai investire di più sul recupero di queste giovani vittime. Prevenire, educare, recuperare: è questa la mia posizione. Il resto sarebbe una resa>.

Caro sindaco, cari deputati e senatori la sicurezza alle persone si attua solo con l’apertura di luoghi atti ad ospitare chi vuole prostituirsi per mestiere, necessità, vizio o quello che volete. E, nel contempo, ricevere i clienti, tutti.

Compresi quelli che, per diversi motivi, se non trovano oggi per strada lo sfogo dei loro desideri (naturali), usano androni, ascensori, le strade per aggredire, coltello alla gola, la donna di passaggio.

Sappiate che, a questo punto, visto che non siete in grado per diversi motivi di opportunità politica, decidere di essere coerenti con la realtà che millenni di storia su questo argomento ci viene tramandato, mi auguro che il coltello alla gola se lo trovino le vostre figlie, le vostre mogli. E non quelle appartenenti alla mia famiglia. E si perché basterebbe vedere come è stato risolto il problema prostituzione nella civilissima Germania, per capire che anche su questo fronte la nostra classe politica, da noi eletta, ha fallito. E poi se la prendono con Beppe Grillo che sarà qualunquista, ma almeno dice le cose come stanno.

Carlo Gambetta 

 


Marco Bertolotto

TURATEVI IL NASO, LA DIOSSINA

E’ TRA NOI, MA NON FATELO SAPERE

L’Espresso, 29 novembre 2007. <Emergenza diossina> di Emiliano Fittipaldi. Risulta che l’Italia occupa il primo posto nella stima della Commissione Europea per il rilascio di diossina sul territorio tra le 17 nazioni facenti parte la Comunità stessa.

Prosegue Fittipaldi, con interviste, ma udite: <In Italia i controlli sull’esposizione da diossina e Pcd sono in mano all’Arpa regionali, ma analisi sistematiche non vengono realizzate quasi mai>.

<Quando ero presidente del Consorzio dei rifiuti di Caserta ho chiesto la tracciabilità della diossina e degli altri inquinanti> ricorda il prof Vincenzo Pepe. <Ho subito minacce, mi hanno lasciato solo e mi sono dovuto dimettere. Le Arpa italiane lavorano malissimo, le analisi si contano con il contagocce. Il motivo? Sono carrozzoni politici, senza alcuna indipendenza scientifica. Pubblicare dati negativi turberebbe il consenso politico ed il direttore di turno perderebbe la poltrona>.

Sulla Stampa del 13 dicembre si legge di tutto e di più sulla strage alla Thyssenkrup. Romano Prodi nella sua lettera affettuosa e di circostanza  che ha inviato alle famiglie delle vittime, ha promesso, sarebbe opportuno, questa volta sì, aprire una commissione d’inchiesta che conforti quella già aperta dal procuratore aggiunto, Guariniello.

Ci sono le dichiarazioni dell’ex operaio Francesco Matera, a pagina 21, titolo “L’ultima accusa: ispezioni pilotate>, dove afferma che l’azienda era informata dei controlli dell’Asl con due giorni di anticipo. Se è vero verrebbero a confermare, se ce ne fosse bisogno, il dubbio della serietà comportamentale degli istituti preposti alla difesa della salute e dell’ambiente.

Presidente Prodi, ecco l’occasione per legiferare di conseguenza, cambiando quelle leggi a tutela del “padrone”, chiunque esso sia, e che colpiscano in maniera efficacia e senza sconti, chi dalla sedia del potere pubblico-politico offre protezione mafiosa.

A proposito, in provincia di Savona, come funzionano i controlli? Mica lo scopriremo dopo una delle tante tragedie? Come accadrà e su questo non ho dubbi, nel malaugurato caso di alluvioni, esondazioni e frane? Visto che si tace molto e volentieri sul dissesto idrogeologico, sulle case costruite quasi in riva ai corsi d’acqua, lungo i pendii delle colline. Si ignora lo stato di centinaia di strade comunali e provinciali, che con due gocce diventano torrenti, dove si riversano scarichi e detriti dalle aree circostanti, anche se urbanizzate.

Non allarmatevi, cari concittadini savonesi. Ci pensa ad informarvi compiutamente il neo bollettino della Provincia di Savona, con la bella foto del presidente Bertolotto.

Poi arriveranno i titoloni dei giornali con “Tragedia annunciata...”. Poi si aprirà un’inchiesta, si pagheranno periti per accertare le responsabilità. E giù polemiche, accuse, articoli che, come è dimostrato, lasciano il tempo che trovano. Perché alla fine tutti dimenticano. Nessuno va mai a fondo.

Ho una proposta, non offendetevi: quando incontrate i parlamentari, anche savonesi, i giornalisti, cioè chi, come dice Grillo, sono i “colpevoli” di questa Italia allo sfascio, non fischiateli, non usate violenza gratuita per rompere e distruggere, ma applauditeli, applauditeli. Meglio se sotto le loro case. Così sostiene Antonio Ricci, papà di Striscia, anche i figli sapranno e con loro i vicini di casa. E, forse, potrebbero vergognarsi.

Auguri per un sereno Natale, a chi ha la fortuna di vivere serenamente e in salute e grazie per l’ospitalità.

 Carlo Gambetta