Vado giacobbe   IL SECOLOXIX
Vado. Ultima chiamata per il treno della giunta: dentro o fuori.
Non è ancora un ultimatum, ma gli somiglia molto, la richiesta che ieri sera il sindaco Carlo Giacobbe ha rivolto agli ex assessori Attilio Caviglia, Enrico Illarcio e Maria Teresa Abrate, ancora non convinti della validità della bozza di accordo di programma sul progetto della piattaforma container che Maersk vorrebbe realizzare nella rada di Portovado.
Nel corso di una riunione-lampo di maggioranza (convocata dopo la spaccatura che si era verificata venerdì scorso quando Caviglia, Illarcio e Abrate avevano paventato la possibilità di non sottoscrivere l'accordo), Giacobbe ha chiesto una chiara espressione di consenso ai membri del gruppo allargato di centrosinistra.
Illarcio e Abrate hanno ribadito la loro contrarietà alla bozza attuale, Caviglia non si è ancora espresso, pur mantenendo forti perplessità.
Non è stata fissata una scadenza vera e propria per un ultimatum, ma il sindaco vuole capire di quanti giocatori è costituita la sua squadra e, quindi, se è in condizione di schierare in campo undici maglie. «Quando chiederò un'adesione chiara ai consiglieri comunali - spiega Giacobbe -, chi aderirà sarà in maggioranza, chi sarà contrario dovrà considerarsi fuori».
Lunedì e martedìè in programma un consiglio comunale in cui dovrà essere discussa l'"espressione di parere sulla bozza di accordo di programma", è possibile che in questi giorni la situazione si evolva ancora.
«Ho chiesto di condividere un percorso che darà sostegno allo schema e ai contenuti dell'accordo di programma che ha raccolto il frutto di posizioni comuni - spiega Giacobbe -. Per promuovere la consultazione. Io credo che sia necessario lavorare insieme su atti e provvedimenti amministrativi, di cui l'accordo è presupposto, che riguardano finanziamenti, convenzioni, masterplan, nuovo casello autostradale.
Tutti aspetti che dovranno essere precisati con scadenzari precisi man mano che procederà l'accordo. La sottoscrizione dell'accordo di programma non avverrà prima di due mesi, ci sono i tempi per verificare i contenuti, la copertura finanziaria e gli impegni degli enti coinvolti.
L'accordo consente proprio di controllare gli adempimenti dei soggetti interessati e intervenire dove non c'è piena soddisfazione».
«Ho chiesto al sindaco di riflettere tutti ancora - spiega Caviglia -, di valutare se sia proprio necessario votare ora o se si possa aspettare, ad esempio, il bilancio preventivo della Regione, fra uno o due mesi. L'espressione dovrebbe essere solo un indirizzo, quindi fino a lunedì cercheremo di trovare una quadratura». Ma il percorso appare quantomai accidentato.
Giovanni Vaccaro
Canavese
«QUALCUNO deve dire con chiarezza se i porti devono crescere o no, perchéè di tutta evidenza che senza nuove strutture portuali non è possibile immaginare crescita». Il presidente dell'Autorità portuale di Savona, Rino Canavese, risponde alle critiche che il Gruppo regionale dei Verdi ha mosso nei confronti del Piano regolatore portuale e del progetto che prevede la costruzione di una piattaforma container nella rada di Portovado.
«Il Piano regolatore portuale - spiega Canavese - è stato licenziato con parere favorevole di valutazione d'impatto ambientale, e l'approvazione regionale prevede per la piattaforma un ulteriore passaggio alla valutazione di impatto ambientale regionale».
La Port Authority sottolinea poi le contropartite previste per la città attraverso, ad esempio, l'allontanamento da Vado del carbone per le cokerie ed il grande progetto di riqualificazione urbana del masterplan. «Inoltre - aggiunge Canavese - il piano d'impresa della Maersk prevede una movimentazione via treno del 40% dei container movimentati; solo questo dato in termini di inquinamento ambientale dovrebbe far riflettere. Il Piano regolatore portuale approvato non ha mai previsto un raccordo ferroviario in sottopasso, per via delle pendenze accettabili del sistema ferroviario. L'ipotesi di sovrappasso è conseguente alla richiesta del Comune di un restringimento della radice della piattaforma di quaranta metri. La riduzione della superficie della piattaforma è poi un ulteriore sforzo di limitazione d'impatto».
«Non si sono riscontrate situazioni particolari sui fondali - prosegue Canavese -, mentre invece è prevedibile possano riscontrarsi in corrispondenza della parte di spiaggia utilizzata per oltre un secolo per la demolizione delle navi. Il progetto, inoltre, definisce in maniera puntuale gli impatti dell'opera sul piano della dinamica costiera, come ampiamente dimostrato dagli studi condotti dall'Università di Padova anche in relazione agli ulteriori approfondimenti chiesti e condotti a seguito della richiesta della V.I.A. nazionale. Per la parte relativa alle indagini archeologiche, è opportuno rilevare il fatto che per quanto riguarda la parte a mare della piattaforma le stesse si sono concluse, mentre restano da condurre quelle relative alla parte a terra».
G. V.