Buia, fredda, sporca. È Mongrifone  IL SECOLOXIX
mancano anche i cartelli indicatori
I viaggiatori bocciano la stazione ferroviaria: era un esempio di architettura ora fa schifo
 
PER NULLA ACCOGLIENTE, poco sicura, buia la sera, torrida d'estate, gelida d'inverno e, soprattutto, assediata - ormai da anni - da cantieri e scavi di ogni tipo.
Il ritratto non certo confortante, stilato da decine e decine di pendolari e turisti indignati, è quello della stazione ferroviaria di Mongrifone, una vera trappola per i passeggeri. Eh sì perché dalla stazione è pure difficile andare via: complici i lavori che perdurano ormai da anni e complice la totale assenza di indicazioni adeguate, non è un caso vedere persone che si aggirano spaesate alla ricerca di un'uscita.
I cantieri, dopo un lungo periodo di stop, ora sembrano essersi rimessi in moto. Tuttavia per chi deve viaggiare in treno - magari facendo i conti con ritardi e coincidenze da prendere al volo - non avere una stazione sicura ed efficiente è un grave problema che perdura da troppo tempo. «La stazione è abbandonata a sé stessa, una vera tristezza - commenta Gianna Siega - la sera poi, quando vengo a prendere mia figlia, c'è da aver paura: è poco illuminata e non c'è controllo e neppure pulizia». «Buio c'è sicuramente, poi con questi lavori ormai è un problema anche solo prendere un caffè al bar», concorda Elisa Sardi. «Non è una stazione degna di un capoluogo di provincia e questi lavori contribuiscono al disagio - sostiene Ambrogio Delfino - l'atrio è abbandonato, un tempo le sale d'aspetto erano dei salotti e poi la sera è deserta e piena di personaggi non proprio rassicuranti». «È uno schifo, non annunciano neanche il cambio binario così abbiamo perso il treno - si sfoga Cinzia Belcamino - sicuramente la sera è buia e ci sono grandi disservizi a causa dei lavori». «C'è molto buio e la stazione non è per niente accogliente - le fa eco la mamma Giovanna - e poi qui è tutto aperto e fa freddo».
In effetti Mongrifone è il regno delle correnti d'aria tra porte spalancate e aperture improvvisate. Ma non mancano neppure accessi sbarrati alla buona, pavimenti sconnessi, parcheggi inghiottiti dai cantieri, il tutto avvolto dalle ormai caratteristiche reti arancioni che testimoniano, se ce ne fosse bisogno, che i lavori sono sempre in corso.
«L'accoglienza qui non è certo delle migliori - afferma Irene Rebella - anche per i parcheggi spesso è un problema con tutti questi lavori, speriamo solo che alla fine servano per rendere la stazione migliore e più comoda». «Da studenti venivamo a vedere questa stazione come esempio di architettura, ora guardate come l'hanno ridotta» ricorda Dario Brumi, mentre Daniele Briano ribadisce: «Penso che l'accesso in stazione sia problematico, ovunque guardi c'è tutto devastato e questi lavori durano da parecchio senza intravederne la fine». «I cantieri sono sempre allo stesso punto, non ho visto molti passi avanti - gli fa eco Marco Volpe - la sera la stazione è buia e poi c'è il problema degli accessi, spesso c'è chi non trova l'uscita».
Infine anche i pochi esercenti rimasti confermano il disagio dei passeggeri. «La gente arriva o scende dai treni e poi non sa dove andare - commenta Roberto Procopio della tabaccheria - molti si lamentano e decisamente la stazione non è accogliente con tutti questi cantieri, speriamo che finiscano presto e che alla fine venga un bel lavoro». «Il disagio delle persone che passano qui in stazione è evidente - sbotta Pino Torcello, edicolante - molta gente si lamenta d'altra parte la sera gli ambienti qui sono bui, gli accessi sono sempre più problematici e tutto questo è dovuto alla lentezza dei lavori».
«Come esercenti siamo fortemente penalizzati da questi lavori interminabili, in condizioni normali avremmo molti più clienti - prosegue Torcello - e poi la considerazione finale è che forse un gruppo come Ferrovie dello Stato dovrebbe occuparsi della sua missione primaria che è quella di fare andare i treni e non mettersi a fare gli immobiliaristi»
Marco Gervino
 
Scesi dal treno è facile perdersi
la curiosita'
 
PERDERSI all'interno della stazione di Savona. Difficile ma, soprattutto di questi tempi, possibile. Lo testimoniano due turisti svizzeri , marito e moglie, giunti da Acqui per visitare la città.
«Abbiamo preso la via sbagliata e siamo dovuti tornare indietro - afferma Peter Stricker - un piccolo disagio, ma niente di grave».
Minimizza lo svizzero ma il caso è comunque aperto: può una città, che ambisce a potenziare la propria vocazione turistica ,avere un simile biglietto da visita?
E dire che di questi tempi nella stazione di Mongrifone transitano settimanalmente migliaia di turisti.
Un numero che negli ultimi anni è sensibilmente cresciuto grazie al movimento portato dalle navi da crociera. Ma i disagi sono sotto gli occhi di tutti.
Mancano i cartelli indicatori e non è detto che si riesca
ad uscire dalla struttura al primo tentativo. Per migliorare basterebbe poco