Oggi Lunardon coordinatore del Pd  IL SECOLOXIX
politica
 
Contro i meccanismi "automatici" del nuovo partito lettera di alcuni noti esponenti della società civile

24/11/2007
STAMATTINA, alle dieci, gli eletti in provincia alle assemblee nazionale e regionale del Pd si riuniranno alla Sms Leginese per eleggere il coordinatore provvisorio. Sarà certamente Giovanni Lunardon, segretario uscente dei Ds. Ma non manca qualche polemica, centrata ancora una volta sulla quasi totale assenza di peso della società civile e sul ruolo quasi "automatico" e spartitorio delle vecchie nomenklature dei Ds e della Margherita, con il prevalere dei nomi sui programmi.
Proprio ieri, infatti, un gruppo di esponenti della società civile, in particolare alcuni noti rappresentanti del mondo medico sinora mai usciti alla scoperto (come gli ex primari Giorgio Marenco e Vanni Venturino, ma anche gli Auxilia, Alessandro Schiesaro presidente di Spes e Luca Becce vicepresidente di Acts, il portavoce del Terzo Settore Riccardo Viaggi), hanno firmato una lettera aperta. Una lettera di critica non tanto alla scelta di Lunardon, quanto - appunto - ai meccanismi automatici tutti interni ai vecchi partiti. «La nuova uscita di Berlusconi pone alla credibilità della politica un problema serio. Sempre più, infatti, appare che tutto il confronto politico sia ridotto a teatrino, monopolizzato da interessi nemmeno di parte, ma addirittura personali, che palesano in modo chiaro l'intenzione di chiudere definitivamente una storia politica, quella del nostro paese, che si è sempre contraddistinta per i reali processi partecipativi e per la estensione del suo tessuto democratico- hanno scritto - Il Pd non è immune da questo rischio. Il processo costitutivo sino a qui svolto, con le sue luci e le sue ombre, da solo non basta a certificare la natura democratica e aperta del nuovo soggetto. Senza uno sforzo diffuso e deciso per definire modi e regole della vita democratica del partito, sarà ineluttabile che la percezione che ancora di più passerà tra i cittadini sarà quella del "partito di Veltroni", alternativo a quello di Berlusconi, ma in sostanza molto simile nei suoi tratti costitutivi. Per questo ancora di più in questa fase tutti gli atti che si stanno compiendo rivestono una grande importanza». Proseguono: «Dalle primarie sono usciti il segretario nazionale e quelli regionali. Ora si deve passare alla strutturazione sul territorio e, in questa fase, è all'ordine del giorno l'individuazione dei coordinatori provinciali o territoriali provvisori che, a differenza dei primi, non sono frutto della indicazione delle primarie, ma verranno individuati tra coloro che sono stati eletti nelle liste per le assemblee regionali e nazionale. Questa scelta non deve essere un semplice passaggio burocratico e notarile, anche a Savona. Non c'è dubbio che il contributo dato dai Ds e dai suoi vertici alla nascita del Pd nella nostra città sia stato fondamentale. Queste considerazioni non possono però essere forzate per rendere "automatica" una scelta. La nomina del Coordinatore non può essere compiuta come un atto a sè stante, ma nel contesto di scelte politiche e programmatiche chiare su quale dovrà essere lo sviluppo del Pd nella nostra provincia. E, alla fine del processo costitutivo, i nuovi dirigenti non potranno essere individuati sulla base della sola continuità storica e politica, ma soprattutto in riferimento alla corrispondenza con i presupposti programmatici che connoteranno l'agire del partito. Di questo c'è bisogno, di una forza politica che segni concretamente uno stacco netto dalle concezioni proprietarie e autoreferenziali che indeboliscono la democrazie e le istituzioni». La lettera è firmata da Alessandro Schiesaro, Luisa Biavasco, Giorgio Marenco, Giovanni Stegagno, Giorgio Menardo, Alessandra Demelas, Vanni Venturino, GB Auxilia, Silvio Auxilia, Riccardo Viaggi, Luca Becce.