Ferrania, lavoratori calano in città
la protesta  IL SECOLOXIX
 
I LAVORATORI di Ferrania, accompagnati dai sindacalisti di Filcem/Cgil, Femca/Cisl e Uilcem, domani marceranno su Savona. Hanno scelto di organizzare cortei, picchetti e presidi davanti alla sede della Prefettura in piazza Saffi, a partire dalle ore 10. Per sensibilizzare istituzioni ed enti locali in vista della contemporanea assemblea dei soci dell'azienda (Malacalza-Messina- Gavio- Gambardella) che avrà all'ordine del giorno l'ipotesi di messa in liquidazione, in caso di mancato intervento del ministro Pierluigi Bersani per un nuovo accordo di programma, con lo sviluppo della siderurgia al posto dell'energia e soprattutto con lo sblocco di un pacchetto di finanziamenti complessivi di circa 10 milioni di euro.
DOMANI, ore 10, appuntamento in piazza Saffi, davanti alla Prefettura, per manifestare un po' contro l'intenzione di avviare l'iter di liquidazione di Ferrania Technologies e un po' (di più) per convincere il Governo a ridiscutere l'accordo di programma sulla Valle Bormida, in modo da favorire l'insediamento delle nuove attività industriali annunciate ai sindacati da Vittorio Malacalza: hi-tech (semiconduttori, pannelli solari, celle fotovoltaiche) e acciaio (laminatoio a freddo). Il centro di Savona, già alle prese con i problemi provocati dal contemporaneo attracco di quattro navi di Costa Crociere, dovrà sopportare qualche disagio in più del previsto.
"Spero che a quell'ora i croceristi siano già sulla strada di casa - dice il segretario dei chimici Cgil Fulvio Berruti -, ma credo che sia giusto riportare il lavoro e i problemi dei lavoratori al centro dell'attenzione. Abbiamo ormai sopportato l'insopportabile. E' assurdo sentirsi dire che l'arrivo di Maersk è una disgrazia e che stiamo per trasformare Ferrania in una seconda Cornigliano. Dobbiamo reagire con uno sciopero provinciale a sostegno dell'occupazione o almeno con due iniziative di mobilitazione generale a Vado e Cairo, gli unici poli savonesi dove ancora sopravvive una cultura di fabbrica e una tradizione operaia".
Sullo sfondo, si intravede una neppure troppo velata critica alle "timidezze" che appannano l'azione di chi -Â? forze politiche e sociali - ha la responsabilità di difendere l'economia che esiste e di mettere le basi per una sua crescita. "Maersk è in grado di promuovere un salto di qualità a tutta la provincia - spiega Berruti - e la proposta di Malacalza può da sola invertire il trend dell'occupazione industriale in Valle Bormida, a zero impatto ambientale. Non è accettabile che al mattino qualcuno si alzi gridando che stanno per seppellire Ferrania sotto un cumulo di carbone e che poi, passato quello, cominci a parlare di altoforni inquinanti e così via. Queste non sono più soltanto parole in libertà, sono campagne di propaganda ben studiate e rivolte ad affossare progetti e idee di grande valore".
Ma non c'è il rischio di appiattirsi sulle posizioni dell'azienda? "Se un imprenditore, come Malacalza - risponde il segretario Filcem-Cgil -, mi garantisce che è disposto a investire nell'alta tecnologia e nelle lavorazioni a freddo dell'acciaio con il recupero di gran parte dell'occupazione di Ferrania, io ho già la penna in mano per firmare l'accordo. Il problema è che non è così. Malacalza ha due siti alternativi per i suoi progetti, Monfalcone e Ravenna, dove gestisce un suo terminal portuale. Per metterci davanti agli altri è necessario che venga sottoscritta una nuova intesa con il Governo".
Dove in cambio della rinuncia al progetto di centrale a carbone (e forse limitando tutta la partita energetica ad un'unica minicentrale a biomasse), dovrebbero giungere da Roma incentivi e finanziamenti che favoriscano i nuovi insediamenti industriali. Tra questi la realizzazione di una nuova banchina per gli acciai nel porto di Savona e l'adeguamento della linea ferroviaria per Ferrania. "Il raccordo tra la stazione di Ferrania e l'area industriale - spiega il presidente del Porto, Rino Canavese - non va bene. Si tratta di studiarne un altro, in grado di sopportare cinque treni di bramme al giorno. Ma tecnicamente si può fare, e non richiede una grossa spesa".
Sergio Del Santo