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ANTONIO RODANO E VITTORIO BAIETTO:

DUE STORIE, DUE PERSONAGGI DI LOANO

Rodano è morto 27 anni fa, il 21 novembre, ma la città sembra averlo dimenticato. Fu consigliere comunale del Pli: fece dell’onestà e trasparenza, rigore amministrativo, la sua bandiera. Baietto si è spento da quattro giorni. Era il più vecchio (103 anni) skipper del mondo, ma neppure la Rai 3 regionale pare abbia ritenuto di dedicargli un secondo nei tre notiziari giornalieri. Nessuno ha ascoltato la notizia. Nessuno ha protestato per la “dimenticanza” nonostante sia  un loanese che ha onorato i colori azzurri, lo sport e Loano in tutto il mondo.

 


Antonio Rodano

LOANO - Sono trascorsi già 27 anni (era il 21 novembre 1980) quando si spense, a 67 anni, un indimenticabile idealista che adorava e si batteva come un leone per la sua città, Loano. Antonio Rodano era uno di quegli uomini che è difficile descrivere compiutamente, pur appartenendo a quella categoria di “cittadini” di provincia che non fanno parte, quasi mai, dei cosiddetti potenti.
Non ho dubbi, Antonio Rodano, che ho conosciuto soprattutto come

 pubblico amministratore (di quelli che considerano il loro ruolo esclusivamente al servizio dei cittadini e non delle caste, o degli amici di schieramento), ma anche come commerciante e semplice cittadino. E’ tra le persone che più ho stimato a Loano e non solo per la granitica coerenza.

Un vero democratico che pur nella dialettica che a volte si scontra con chi fa informazione, dimostrava grande rispetto, sensibilità, per il mio lavoro. L’ho incontrato dapprima quando collaboravo con la Settimana Ligure (a Loano si vendeva oltre 500 copie, più di Stampa e Secolo), poi direttore de La Nuova Liguria, infine corrispondente di zona, da Andora a Spotorno, del Decimonono e responsabile della redazione (allora attiva) del Secolo XIX ad Albenga.

Con Rodano ho trascorso memorabili serate (io da cronista, lui da consigliere soprattutto di opposizione, ma anche di maggioranza ed assessore) quando l’aula consiliare era al piano terra di palazzo Doria. Qui si consumavano epiche “battaglie” che, a volte, duravano fino alle prime ore del mattino. Erano soprattutto i tempi di Felice Elice, sindaco, dell’ingegner Elena, di Piero Maritano, dell’avvocata Stefano Carrara, dell’avvocato Mario Rembado, di Vener Costa, di Gavino Asole, di Alberto Vignola ed altri che ci hanno lasciato. Come l’onorevole Giulio Cesco Baghino e  Vito Mazzitelli, di incrollabile fede e coerenza missina.

Con un Rodano sempre brillante, che perdeva raramente le staffe, che alzava raramente la voce, con quella caratteristica di alzare, puntare il braccio destro e l’indice della mano per dissentire, o dare maggiore forza alle argomentazioni quando si accalorava nella discussione. Un pubblico amministratore che, come pochi altri, si presentava alle riunioni del consiglio sempre preparato, documentato.

Da uomo di destra moderata, da liberale della prima ora, convinto e tenace, faceva poche battaglie di bandiera e molte di contenuti pratici.

Il suo pallino era soprattutto la scrupolosa amministrazione del denaro pubblico, i bilanci, le cifre chiare. Era irremovibile quando trovava qualcosa di poco limpido.

La sua bandiera era l’onesta e rigorosa amministrazione che faceva capo al Comune; da commerciante era nemico dei debiti, ovvero dei bilanci in rosso e si batteva perché ogni spesa avesse sempre una copertura.

Non sappiamo se Loano, col suo massimo consesso, ha pensato di ricordare almeno in certe ricorrenze quelli che può considerare i cittadini-pubblici amministratori più meritevoli. Senza macchie, ma anche senza onori.

Ebbene nella ricorrenza dei 27 anni dalla scomparsa di Antonio Rodano, voglio ricordarlo con una delle lettere che soleva scrivermi, a volte di critica, a volte di considerazioni e incitamento. In quella del 5 aprile 1978 chiedeva attenzione per <far risalire la china al Pli loanese, anche per come ha fatto ed ho fatto onestamente l’opposizione a Palazzo Doria, per tanti anni e nell’esclusivo interesse della popolazione>, rimarcava. E aggiungeva <siamo un partito piccolo, rimanere esclusi da Palazzo Doria sarebbe un danno per la collettività loanese, e faccio anche appello, caro Corrado, alle tante battaglie che lei ha condotto spesso in solitudine e non sempre da me condivise, ma con un obiettivo che ho sempre apprezzato ed ammirato. Non rovinare la città con la speculazione edilizia. Per questo sono certo – concludeva – che anche sul solco dei suoi principi, sempre tesi a difendere le minoranze, i più deboli, dia un aiuto a chi si batte senza secondi fini per il bene di Loano>.


Vittorio Baietto
(da La Stampa)

LA MORTE DI BAIETTO
SNOBBATA DALLA RAI

Se qualcuno ha visto la notizia in qualche edizione del telegiornale Rai della Liguria, lo segnali.
Perché nessuno, tra i conoscenti, ha ascoltato dal principale organo di informazione del servizio pubblico della Liguria, la notizia che si era spento il più anziano “skipper” del mondo, Vittorio Baietto, 103 anni, loanese doc.

Un record che la stessa Rai 3 aveva divulgato solo un anno prima. Lui, tra l’altro, socio fondatore del Panathon della provincia di Savona e degli Azzurri d’Italia.

Non sappiamo se il sindaco Angelo Vaccarezza,  spesso più “capopolo schierato” che sindaco di tutti i loanesi, con il record  (vedi rassegna stampa) tra i colleghi della provincia per le proteste contro le “ingiustizie” a destra e a manca, soprattutto contro il governo, la Regione, la Provincia governati dal centro sinistra, spesso a ragione, molto spesso per polemiche sterili e pretestuose, più di sapore partitico che di spessore politico-sociale; non sappiamo, dicevamo, se abbia mosso le sue “truppe camellate” contro la Rai, colpevole di aver ignorato il concittadino Vittorio Baietto nel suo ultimo cammino terreno.

Tra l’altro, proprio tre settimane fa,  su “Trucioli savonesi” avevamo dato risalto alla notizia che solo La Stampa aveva riportato la durissima presa di posizione, anzi l’atto d’accusa di Claudio Scajola, definita Rai 3 “telekabul”. L’ex ministro imperiese non aveva usato mezzi termini per criticare la disparità di trattamento, tra spazi, servizi e contenuti, riservati al centro-sinistra e al centro-destra. Nessuno rispose, almeno pubblicamente. Neppure i giornalisti chiamati in causa.

Con Vittorio Baietto, ex democristiano, ex consigliere comunale, magari qualche volta discusso per certi i suoi atteggiamenti (Piero Pesce, ex vice sindaco e attuale assessore provinciale di lungo corso ne sa qualcosa), non è un problema di bandiera, di colore politico, ma di completezza di informazione. Loano ha perso ed ha dato, con gli onori che meritava il personaggio (come documentano i manifesti funebri delle varie associazioni cittadine, con l’adesione del Comune), l’addio al suo “storico” rappresentante nel totale disinteresse  della televisione pubblica.

Una palese ingiustizia anche per chi aveva reso onore in tante circostanze a Loano, alla Liguria e all’Italia, con competizioni e manifestazioni nautiche nazionali, internazionali. Con il sostegno del Circolo Nautico. Una lunghissima storia solo in parte raccontata nel sito internet della “casetta di Loano”, tenuto da Antonio Garibbo, sede  e ricordo degli “uomini di mare”, illustri e comuni. Tutti uniti da un unico grande amore per la propria città e il mare. Da Giuseppe Garassini Garbarino a Pietro Garibbo, da Paolo Maggi a  G.B. Stella e da ultimo Vittorio Baietto. Loanesi meritevoli, da non dimenticare.

Luciano Corrado