Il caso
«L’insediamento
degli alimentari
era noto da subito»

Metalmetron, il vicesindaco riabilita Campagnolo
e accusa i dirigenti del partito di maggioranza

Affondo di Caviglia
“I Ds sapevano tutto”

ERMANNO BRANCA
SAVONA  LA STAMPA
Dopo tre giorni di isolamento per influenza, il vicesindaco Paolo Caviglia, apre un nuovo fronte sul caso Metalmetron, «riabilitando» il dirigente dell’Urbanistica Luciano Campagnolo e scaricando tutta la responsabilità del nuovo centro commerciale sui Ds. Che l’obiettivo finale di Caviglia fosse il partito maggiore della coalizione, del resto, non c’erano dubbi.
Lei è stato in giunta prima con Ruggeri e poi con Berruti. Che idea si è fatto della vicenda Metalmetron?
«Che i dirigenti dei Ds sapevano fin dall’inizio come sarebbe finita. Me ne sono reso conto leggendo con attenzione gli atti di cui siamo in possesso. Le delibere lasciano spazio all’insediamento degli alimentari e ora sono certo che i Ds lo hanno sempre saputo. Del resto la conferma è stata data in una recente giunta dal collega Luca Martino che ha detto con chiarezza e coerenza che lui sapeva da sempre che i documenti approvati in Consiglio avrebbero potuto consentire l’apertura di attività alimentari».
Allora perchè ha chiesto spiegazioni scritte al dirigente dell’Urbanistica Campagnolo?
«Volevo che il dirigente spiegasse da chi aveva ricevuto questo indirizzo. E così Campagnolo mi ha risposto nello stesso modo perchè si è sentito sotto pressione, come se da lui volessimo spiegazioni politiche che ovviamente non poteva dare. In realtà gli atti confermano che Campagnolo si è attenuto alla perfezione alla procedura. Insomma è stato coerente dall’inizio alla fine».
A questo punto la proposta di delibera dei socialisti per bloccare gli alimentari verrà ritirata dal prossimo Consiglio?
«Al contrario, verrà discussa perchè il nostro obiettivo è quello di chiarire in Consiglio comunale l’intera vicenda».
Cosa resta da chiarire?
«Ad esempio la concatenazione degli eventi. Il primo progetto è arrivato in Comune all’inizio del 2003 ma fino a quando Ruggeri è rimasto sindaco, la possibilità degli alimentari è stata sempre negata. Rileggendo le cronache dei giornali ho visto che sono state espressamente escluse le ipotesi che riguardavano il Famila, ad esempio. La fase cruciale del progetto è maturata dopo che il sindaco era già in Regione».
Che altro ha scoperto con le sue ricerche?
«Ad esempio che due vicende sono maturate quasi simultaneamente. Mentre veniva discusso il progetto Metalmetron si è conclusa anche la vicenda del vecchio San Paolo con l’accordo fra gli imprenditori che si contendevano l’immobile».
Secondo lei l’attuale amministrazione non ha voce in capitolo?
«La maggior parte degli atti risalgono al periodo precedente all’insediamento della giunta Berruti. Mi resta solo un dubbio: trovo strano che un imprenditore elabori un progetto tutto nuovo, lo covi per anni, lo presenti in Comune il 27 luglio 2007 senza che nessuno si accorga di una novità rilevante come quella degli alimentari. Se non avessi sollevato io il dibattito in giunta, forse non se ne sarebbe mai parlato e il progetto sarebbe finito direttamente in Conferenza dei servizi».