LA STORIA “SEGRETA” DEL “CICLONE TEARDO

 

Sono Emiliano Berchio.

Ho letto la prima parte del lavoro di Corrado dedicato ai fatti dell'83.

Dunque; fra il giornalismo e la storiografia vi è una notevole differenza.

L'uno bada alla notizia, alla sua qualità, alla sua capacità di presa sull'opinione pubblica, l'altra svolge un tipo di analisi del fatto e dell'evento che potremmo definire "di maggior complessità", per cui la discriminante sostanziale risiede nell'uso delle fonti.

Tale caratteristica deriva dal disporsi all'osservazione in maniera "problematica": cosa intendo?

Quando il film di Francesco Rosi, "Le mani sulla città", termina appare un fotogramma recante una didascalia divenuta poi storica: non ne ricordo con precisione la forma, ma la sostanza in definitiva era che non bisogna tanto soffermarsi sui nomi e sui cognomi, bensì sulle dinamiche e sui contesti.

Studiare gli scandali politici dei primi anni 80 nel contesto savonese significa riflettere più ampiamente sull'intero sistema che, per dirlo con le parole di Rosi, "ha potuto generarli".

In occasione della mia tesi di laurea, lo scorso anno, ho fatto un lavoro di ricerca sul tema "Il PSI in provincia di Savona (19875-1985). Esempi di politica locale fra strategie di adattamento e programmazione di partito".

L'esperienza si è rivelata utilissima per comprendere l'elevato grado di carenza di storia del contesto: manca una riflessione, un'analisi di tipo storico e sociologico sugli eventi che caratterizzano la pure mutevole realtà economico sociale savonese degli ultimi 30 anni, manca del tutto una storia dell'industria e della produttività, cosicchè bisogna sempre rifarsi ai massimi sistemi incorrendo nel pericolo di perdere di significatività.

Manca la stessa coscienza di una vera e propria metamorfosi del contesto: la riconversione dei sistemi di produzione, la crisi della grande industria, il declino dell'agricoltura e la conseguente scomparsa di determinati soggetti sociali con le loro precise dinamiche, il mutato ruolo della politica nelle relazioni sociali.

Studiare Teardo serve a ben poco se non si studiano le premesse a quello che si è voluto definire "il metodo Teardo".

Anche perchè esso è pienamente collocato nell'ambito di un ben definito sistema socioeconomico, dotato di proprie coordinate temporali, di proprie caratteristiche distintive: ha tutte le peculiarità del cosiddetto "sistema".

Ma se non vi è alla base una riflessione complessa, in grado di coinvolgere le molteplici sfaccettature del sistema stesso, ecco che ogni ipotesi perde di forza diviene semplice opinione.

Sarei felice se si approfittasse - avevo lanciato tempo fa l'idea - per discutere dei fatti in chiave "scientifica", partendo dalle premesse storiche, dotando finalmente il dibattito del giusto e doveroso contenuto di serietà che si impone di fronte ad un'analisi ragionata: il caso Teardo diverrebbe così trainante, e si potrebbe allargare la riflessione sul rapporto storia e società a partire dai contesti locali.

Ben lieto di corrispondere,

Emiliano Berchio