Piattaforma di Vado fumata nera in maggioranza  IL SECOLOXIX
in comune cresce la tensione
La Margherita non firma l'accordo di programmaIl sindaco: dubbi incomprensibili, chiedo obiettività
Vado. Una nuova mareggiata si abbatte sul progetto della piattaforma Maersk. La riunione di maggioranza che si è svolta venerdì sera a Vado ha visto riaccendersi le tensioni tra la giunta del sindaco Carlo Giacobbe e il gruppo di consiglieri della Margherita e del Movimento delle firme.
L'accordo di programma è rimasto sul tavolo, i consiglieri (ed ex assessori dimessisi alcuni mesi fa) Attilio Caviglia, Enrico Illarcio e Maria Teresa Abrate hanno respinto il documento.
«Su alcuni punti mancano ancora dati e garanzie - spiega l'ex vicesindaco Caviglia -, prima del consiglio comunale c'è ancora una settimana per lavorarci sopra e trovare una soluzione. Ero convinto che Vado potesse ottenere maggiori garanzie ambientali. Ad esempio: per la messa in sicurezza del torrente Segno abbiamo un preventivo di spesa di quasi 14 milioni di euro, ma nell'accordo ne vedo solo 400mila. Arriveranno tutti, ma non c'è nulla di scritto. È sicuro il masterplan, ma come si farà la piscina? E quanto sarà grande la biblioteca? Per 800 metri quadrati con spazio giovani e sala convegni servirebbero due o tre milioni di euro».
Più drastico Illarcio: «È estremamente scorretto far passare l'idea che sia tutto già acquisito. Fino alla consultazione popolare, di cui dobbiamo ancora discutere i quesiti, il Gruppo delle firme e la Margherita non darà alcun assenso a un accordo di programma che, in fase sia preliminare sia definitiva, assuma il valore di contratto tra le parti, inficiando la futura consultazione». A questo punto si profila un nuovo pericolo. Se le parti non troveranno rapidamente un'intesa sui contenuti dell'accordo di programma, il rischio è che in consiglio comunale la bozza riceva un voto contrario.
«Bisogna fare chiarezza - spiega il sindaco Giacobbe -. Abbiamo fatto un'intesa per proseguire il confronto in maggioranza e andare in consiglio comunale con un accordo di programma. Poi toccherà al consiglio esprimere la propria volontà, che è una assunzione di responsabilità politica verso i cittadini, ma non è un contratto. Per quanto riguarda i contenuti, sono già state recepite da Autorità portuale e Maersk le richieste del Comune del dicembre scorso. C'è la copertura finanziaria e ci sono impegni precisi di Autorità portuale, Regione e Provincia. Insomma, c'è un'intelaiatura, una concatenazione tra opere portuali e attuazione degli impegni verso i vadesi che dà garanzie. Un esempio è l'automatico trasferimento del carbone a Savona. Si sa che nella Finanziaria è stata trovata la copertura per la piattaforma, ma anche per la riqualificazione urbana. Inoltre c'è l'impegno della Regione per inserire i progetti tra le priorità regionali. Non capisco questo "fuoco preventivo", chiedo ai consiglieri comunali di valutare con obiettività».
Giovanni Vaccaro
 
«così è difficile garantire accordi»
il documento
 
Vado. È un documento molto duro quello con cui il Gruppo delle firme e la Margherita di Vado rimettono in discussione gli equilibri politici e la sopravvivenza stessa della maggioranza.
«La natura giuridica dell'accordo di programma - spiegano nel documento i consiglieri "dissidenti" - vincola le parti sottoscriventi in solido, garantendo ed obbligando gli stessi al mantenimento dei patti. Vogliamo precisare che noi siamo vincolati agli accordi elettorali del 2004, che prevedevano la piattaforma, ma rimane ancora poco chiaro il ritorno per i Vadesi di questa opera monumentale. L'accordo di programma esplicita chiaramente gli oneri per i Vadesi, precisa gli investimenti per le infrastrutture e la costruzione della piattaforma, ma lascia ad interventi futuri le certezze di intervento sugli investimenti per il masterplan. In questa situazione riesce difficile garantire con certezza che l'accordo di programma sia preciso e che vincoli in toto l'Autorità portuale al mantenimento degli impegni. Senza dimenticare che Regione e Provincia ancora debbono deliberare e dare risposte certe sugli investimenti richiesti dal comune di Vado. Su questa base, come possiamo fare una consultazione popolare ove la parte di nostro interesse sarà vincolata solo da intendimenti e promesse, che possono essere disattesi senza alcuna possibilità di rivalsa da parte del Comune? Solo quando saranno chiari gli oneri ed onori per Vado si potrà dare una informativa certa ai cittadini per poter avviare la consultazione popolare, che porrà la parola fine ad ogni speculazione pro o contro la piattaforma portuale. Questo iter è l'unico che può garantire i Vadesi in merito alla certezza e alla trasparenza di ogni atto formale dando esempio di alta democrazia partecipativa».