Festival della laicità, un'idea da non sprecare IL SECOLOXIX
 
Mauro Barberis
Lo scorso fine settimana, nelle tv locali e poi anche sulla stampa, si sono rincorsi i boatos su un festival della laicità da tenersi a Genova la prossima primavera. Una volta tanto è tutto vero: come hanno confermato i diretti interessati. L'idea nasce dall'incontro - casuale, ma quasi fatale - fra due personaggi vulcanici: il sindaco Marta Vincenzi e Paolo Flores d'Arcais, direttore e animatore di Micromega.
Dopo aver "chiuso" il numero di novembre della rivista, dedicato a legalità e dintorni, e prima di buttarsi a capofitto sul numero di dicembre, dedicato alla "Riscossa dei laici", Flores era a Genova, al Festival della scienza, e pensava soprattutto a una presentazione del numero sulla laicità, cui tiene come alla luce dei suoi occhi. Quel fine settimana, inoltre, il sindaco era in tutt'altre faccende affacendata: conferenza strategica, extragettito, Terzo valico e simili. Ma sono bastati una telefonata galeotta e una rapida consultazione del superconsulente Carlo Freccero per partorire l'idea.
In breve, potrebbe trattarsi di un grande appuntamento, al quale Micromega contribuirebbe soprattutto con gli ospiti nazionali e internazionali, e Genova con gli scenari da film, ma anche con l'ormai riconosciuta capacità di organizzare eventi. La stessa Vincenzi ha proposto una data simbolica, fra 25 aprile e 2 giugno: dunque nel cuore delle festività repubblicane, ma anche in un periodo di grande ricettività turistica. Ci si potrebbe chiedere, peraltro, perché il progetto convenga proprio a Genova: e non ad altre città, come Milano o Roma.
Non si tratta solo del fatto che Milano e Roma sono rette da amministrazioni distanti ma, per ragioni diverse, entrambe tiepide sul progetto. Piuttosto, Genova è la città che ha espresso l'attuale segretario di Stato vaticano, Tarcisio Bertone, e l'odierno presidente della Conferenza episcopale, l'arcivescovo Angelo Bagnasco; ma è anche la sede ecclesiastica che ospita tutte le anime della Grande Chiesa - quella che, secondo Jovanotti, va da Che Guevara a Madre Teresa di Calcutta - dai preti di frontiera alla don Gallo sino al consenso ratzingeriano alla Baget Bozzo, passando per il dissenso conciliare alla don Farinella.
A proposito di anime, non va neppure trascurata l'altra anima della città, quella repubblicana, civica e laica, che esprime riviste di livello nazionale e internazionale come Ragion pratica, il cui ultimo numero è dedicato a "Stato laico e diritti fondamentali", e che è ben rappresentata anche dentro Micromega. Non a caso, nel numero di dicembre sulla riscossa dei laici la pattuglia di contributori più nutrita è proprio quella genovese: dallo storico Sergio Luzzatto, autore del recente best seller su Padre Pio, ai giovani leoni di Giurisprudenza, Pierluigi Chiassoni e Riccardo Ferrante, per non parlare di leoni più spelacchiati ma più che mai ruggenti, come Pierfranco Pellizzetti.
Ma la ragione più importante per cui sarebbe bene che questo progetto andasse in porto - anzi, in Porto, con la maiuscola -è un'altra ancora: ed è che questa città non può scommettere solo sui trasporti e sulla logistica, come pure deve, ma anche sul turismo e sulla cultura. Genova non è solo la location sontuosa dell'ultimo film di Silvio Soldini, Giorni e nuvole: è anche un ottimo posto per farci festival, fiere e convegni. Che - come mostra proprio quest'idea, nata al Festival della scienza - tendono oltretutto ad autoriprodursi, germogliando l'uno dall'altro.
Mauro Barberis è professore ordinario di filosofia del diritto all'Università di Trieste.