Cairo. "Acciaio e altoforno a Ferrania? E' tutto da vedere,
ma prima vogliamo capire cosa c'è di vero e reale dietro
alla pista siderurgica per lo sviluppo delle aree". Missione
in Regione questa mattina da parte del Comune di Cairo e dei
comitati ambientalisti di Ferrania per saperne di più
sull'ipotesi laminatoio da realizzare nell'ex stabilimento
chimico valbormidese. Non si sbilanciano sulla disponibilità
ad ospitare o meno un tale impianto, dopo la sortita del
socio di riferimento Vittorio Malacalza. L'imprenditore
genovese dopo aver venduto il ramo siderurgico delle sue
attività al colosso ucraino Metinvest, ha lanciato l'idea
dell'acciaio e produzione di lamiere proprio a Ferrania.
Stima: 300 posti di lavoro, altrettanti per l'indotto.
"Prima Malacalza annuncia di vendere il suo settore
siderurgico e poi propone di puntare sulla siderurgia a
Ferrania da cui sarebbe in procinto di andarsene?". E' lo
stupore al tavolo di sindaco e assessori che ieri mattina si
sono confrontati "però senza dati alla mano". E così
dall'ufficio del sindaco Fulvio Briano e dell'assessore
all'ambiente Ermanno Goso sono partite febbrili telefonate a
Genova e Roma. "Nessuno sa niente, tantomeno noi che
ribadiamo di essere all'oscuro di questa ipotesi" spiegano i
due all'unisono. Anche se all'interno della fabbrica è
emerso dopo un pressing degli amministratori che un pool di
consulenti era stato allertato sul possibile filone di
sviluppo legato alla siderurgia. Però niente di scritti,
nessun studio o progetto. Niente numeri.
Questa mattina insieme a Ermanno Goso (Verdi) ci sarà anche
Gianluigi Patrone, portavoce del comitato "Per Ferrania".
Non sono entusiasti, anzi si dicono preoccupati dall'impatto
ambientale: "Speriamo che Ferrania non si trasformi in una
nuova Cornigliano. A Genova ci hanno messo trent'anni ad
abbandonare gli altoforni a caldo"
A.P.
|
|