TRUCIOLI SAVONESI
spazio di riflessione per Savona e dintorni

 

INTERVISTA RISERVATA – Prostituta si “confessa” nello studio di un legale savonese

 "Sono teste in processi alla mala,

ma in Riviera vivo bene

i miei clienti sono..."  

Savona Intervistare una prostituta in attività? Ci hanno provato in tanti, soprattutto in un momento in cui il “fenomeno prostituzione” in Italia ha uno dei suoi cicli di notorietà, da prima pagina, inchieste, servizi televisivi, dibattiti tra partiti. E’ vero c’è il fenomeno delle “baby prostitute” romene e albanesi. L’allarme sociale in molti quartieri, soprattutto in alcune grandi città. L’interesse ciclico dei media, si direbbe, con la certezza che tutto tornerà nel dimenticatoio. Peggio di prima, in attesa del prossimo appuntamento-dibattito-polemica.

Forse, nessuno ha ricordato che ai tempi del G 8 di Genova, con il pragmatico Claudio Scajola, ministro degli Interni, non solo a Genova e nel savonese, ma in altre città, le “belle di notte” sparirono per alcuni mesi dalla circolazione.

Ciò dimostra che quando lo Stato vuole e si impegna non farà miracoli, ma ha la forza di imporre una scelta.

La Stampa e Il Secolo XIX  hanno riproposto, nelle cronache, il problema. La “guerra” dichiarata dai sindaci di Albenga e Ceriale, due località afflitte dalla piaga che colpisce direttamente le famiglie residenti lungo l’Aurelia e nelle zone limitrofe. In vigore due ordinanze urgenti e contingenti, con la possibilità di multare automobilisti-clienti e prostitute ha sortito un qualche effetto, ma ha spostato il “mercato” del sesso in altre zone dove era scomparso come a Savona, Porto Vado, verso l’imperiese.

Si rafforza, inoltre, la pratica delle “case d’appuntamenti”, in genere a coppia, di giovani donne. Con una vasta geografia di paesi d’origine.

Alla tivù e sui giornali, spesso, si assiste a interviste (aria fritta) raccolte sulla strada e non certo per incapacità dei colleghi/e. Quel mondo di sfruttate vive un regime ferreo, chi sgarra, parla troppo, può pagare con la vita.

Abbiamo chiesto aiuto ad un legale savonese che assiste diverse “belle di notte” non da oggi. Ha convinto una cliente a farsi intervistare, filtrando, meglio precisarlo, domande e risposte. Il suo italiano (dell’intervistata) non è corrente, dunque abbiamo “tradotto”.

Da quanti anni fa il mestiere? Dove ha iniziato? E’ pentita? 

Sono cittadina extracomunitaria, ho iniziato lavorando al night. Sono stata sposata due volte. Ho cominciato a prostituirmi dopo la seconda separazione. C’è stato un periodo molto difficile, tormentato. Oggi vivo bene, da sola. Spero di guadagnare tanti soldi per la vecchiaia, per quando il mio corpo non sarà più un’attrazione. 

Dove lavora?

Da quasi cinque anni in una località della provincia, sulla strada. Faccio molti clienti al loro domicilio. Sono i migliori, dove guadagno di più. 300-500 euro per due, tre ore. Ogni tanto c’è qualche festino....

Non ha paura? E la coca....

Prendo come precauzione di mettere in memoria, sul mio cellulare, il numero del telefonino del cliente. In genere sono uomini abbastanza facoltosi. Che diventano habitué, alcuni hanno problemi erotici, ma dico subito che non accetto volgarità basate sulla violenza...,né eccitanti a base di droghe. E bevo solo acqua che mi procuro, per evitare sorprese.

Perché ha scelto di rispondere alle nostre domande?

Me lo ha chiesto il legale al quale mi sono rivolta in momenti difficili. Ho testimoniato in processi ad organizzazioni pericolose di sfruttatori internazionali, finiti in carcere. Non dico dove, ma ho rischiato la vita.

Dove ha vissuto in questi ultimi anni e chi la protegge?

Ho soggiornato a lungo in un residence, pagavo parecchio. Ora ho trovato un alloggio. Le precauzioni non mancano. Come non uscire di giorno e se proprio devo, indosso parrucca e occhiali da sole. Non ho protettori.

C’è qualche cliente particolare che le è rimasto impresso?

Chi fa il mio mestiere deve essere a prova di riservatezza. Comunque ci sono clienti giovani, con la caratteristica sempre più accentuata di persone poco dotate (leggi pene più piccolo della norma n.d.r.), ma sono più numerosi i “nonnini”, ultrasessantenni che vogliono ancora fare sesso perché la moglie non li soddisfa più. In genere con questi clienti bastano poche coccole per accelerare l’orgasmo. Certo ogni tanto trovo gente depravata. Ti chiedono di fare la pipì, di metterti in una certa posa. E ancora il vizietto, ma con me non ha successo, di offrirti di più, se tralascia il “guanto”, come fanno con le povere ragazzine...O con certe sudamericane.

E’ vero che ha avuto seri problemi con un prete?

Per me sono tutti clienti. Si, in effetti uno veniva da fuori provincia, poi una sera c’è stato un problema ad un controllo...non posso dire di più. Allora dovrei dire che ho anche un paio di avvocati, un giornalista che ha fatto un pezzo sul mio hobby di pittrice. Un paio di ristoratori assai bravi, tanto che è l’unico posto dove vado a pranzare, pagando ovviamente. Ci sono medici....L’italiano è un tipo caldo e sa essere generoso. Non ti fa perdere molto tempo. Ovviamente ci sono anche i tirchi. Poi qualche persona in divisa, ma vengono quando sono fuori servizio e pagano.

Come funziona il mercato sull’Aurelia? 

Leggo gli articoli, non vedo mai citato il discorso di chi stabilisce le zone di lavoro e degli alloggi rifugio. E’ una spartizione rigida, contrattata. Ogni metro viene assegnato. Inizialmente ricordo che, come accade ancora a Genova e in molte altre zone d’Italia, si pagava una tariffa in base alle caratteristiche somatiche della lavorante. Essere più o meno avvenente. Oggi sull’Aurelia ci sono le bande, si sono spartite il territorio, ma è un gruppo italiano, trasversale dall’estremo ponente a Genova, che comanda e si affida alle varie organizzazioni straniere. L’italiano è l’unico che può garantire una base logistica, un rifugio in caso di necessità, alloggio, garage, box. Eventuali fughe. La gestione dei soldi.

Alcune ragazze vengono  ogni sera direttamente da Genova, altre alloggiano in questa provincia o nella zona di Imperia-Sanremo. Gli affitti sono cari. Si cambia casa, ogni 28 giorni. L’inquilino paga parte con ricevuta, una parte in nero. Scoprono gli alloggi-alcova, ma non ho mai letto il nome di un proprietario o di un’agenzia. Riservatezza totale.

Secondo lei,  quanti sono gli alloggi disponibili in questa provincia?

Non tengo una contabilità, non mi interessa. Tuttavia nel mio giro, la voce corre, diciamo una settantina e più. La metà sono alloggi quasi fissi, anche se cambiano gli occupanti. Gli altri sono saltuari. Un lavoro di ricerca affidato a persone introdotte e poi gestito sopratutto tra trans o gay. Sono parecchi quelli che vivono in questa provincia e non danno problemi. Per me sono stati finora i più affidabili.

Come eliminare la prostituzione dalle strade?

Ho girato diverse nazioni. Solo con le case chiuse e leggi rigorose, fatte rispettare, che puniscono col carcere immediato chi viene sorpreso in strada, si può vincere non una guerra, ma una ragione di civiltà. Credo però che ci siano tanti interessi a lasciare le cose come stanno. In Italia sulla prostituzione in strada ci vivono molte più persone di quanto si pensi. Basti pensare alle poverette che dormono negli esercizi alberghieri, nei residence e non sono poche. Ai loro protettori. Alle spese legali. Agli studi medici e di laboratorio d’analisi, ai taxi. Tutto un giro che conta migliaia di ragazze e trans.

C’è qualche nome noto tra i suoi clienti che magari ha riconosciuto dalle foto dei giornali?

Certo, ma non ho nulla da aggiungere. Non mi piacciono i vostri pettegolezzi. La vita privata è sacra.

In passato sull’Aurelia e nella nostra provincia, c’erano state diverse vittime tra le prostitute. Sparatorie ed omicidi. Vendette.

Ho saputo di Donato Bilancia, nel nostro ambiente se ne parla ancora. Gli omicidi avvengono quando ci sono conflitti tra bande o ad opera di clienti-maniaci. Ripeto, tutta la Liguria è in mano ad un gruppo che non conosco, con tanti gregari. Gli affari vanno bene. Molto denaro degli sfruttatori finisce al casinò e nel gioco d’azzardo.

Il controllo ferreo del territorio da parte delle bande è il rimedio più efficace. Col cellulare non solo si segnala quando si sale sull’auto del cliente, ma a volte il lavoro di coppia, con l’amica o le amiche, consente di seguire da vicino quando ci si  allontana. Al minimo sospetto si chiama chi è di guardia quella sera. Si prende magari nota della targa. Da quando sono io in questa provincia, nessuna prostituta è stata uccisa, ferita. Solo qualche scippo o rapina ad opera di magrebini ubriachi, drogati.

Vorrei aggiungere che, come dimostreranno i fatti, la “guerra” annunciata alle prostitute ad Albenga e Ceriale, è destinata ad un misero fallimento. Dopo il successo iniziale ed il “battage” di articoli, con la paura dei clienti, tutto sta tornando come prima. Questa è l’impressione di chi vive nel giro. Nonostante il grande impegno dei carabinieri.

Avvocato dica per favore che è sufficiente. Basta domande, ho già detto troppo.

Luciano Corrado