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  Vado Ligure: consenso o coscienza ?

 

Giacobbe

Il Comune di Vado Ligure dopo decenni caratterizzati da: industrie ad alto rischio, colossali svincoli, tunnel, grandi distese di cemento adibite a parcheggio, cave, discariche, tracciati viari e ferroviari, centrali termoelettriche, si appresta a promuovere sul suo territorio, l'ennesimo progetto, esempio di "GIGANTISMO", tanto spregevole quanto deleterio.

Mentre si inaugura la tanto sospirata, quanto declamata nuova fase di città all'insegna dell'eco-vivibilità, si propone ,segnandone la falsa-partenza: LA PIATTAFORMA MULTIPURPOSE.

 A nominarla sembra un giardino galleggiante e invece è una distesa di cemento sul mare per 290.000 mq. e ospiterà un numero indefinito di container, che potranno sovrapporsi fino ad una altezza di cinque.

 

Una costruzione, a detta dei proponenti e dei politici che la sostengono, finalizzata a soddisfare un bisogno economico sovra-locale.

Una costruzione utile soprattutto allo sviluppo della Valbormida, le cui dimensioni, in netto squilibrio rispetto a quelle della cittadina, provocheranno l'immissione del porto e della piattaforma nella stessa Vado, confondendone la perimetrazione e divorandone l'essenza urbana.

Una costruzione concepita, come nella vicina Savona, con il PUC non adottato, che promette ennesimi nuovi posti di lavoro: 650 nel 2020 (quando l'opera sarà completata).

Così 650 bambini che oggi frequentano le elementari, magari partecipando a pregevoli progetti scolastici ambientali, ignorano che nel 2020 potranno realizzare un sogno: lavorare in quella bellissima quanto compatibile oasi urbana chiamata: PIATTAFORMA MULTIPURPOSE!

 Peluffo, Giacobbe, Lunardon

Ordinaria amministrazione in un' Italia che annovera decine, centinaia di luoghi dal nome tristemente famoso, perchè compromesse anche in modo peggiore di Vado Ligure, ma egualmente irreversibile. 

Ordinaria amministrazione in un Paese dove ambiente, rifiuti, verde, vivibilità sono quasi sempre, efficaci spot elettorali, puntualmente disattesi il giorno dopo lo spoglio. 

 Ordinaria amministrazione in una città come Vado che, adotta il progetto nel 2002, con una Giunta presieduta da un Sindaco(Peluffo) che oggi appoggia la protesta popolare, adducendo come motivazione la difformità dal progetto iniziale!

 

UN CASO DI COSCIENZA?

NO, UN CASO DI CONSENSO.

Il timore dei politici, da sempre premiati dal fedele elettorato vadese, è che il disgusto e la rabbia popolare si tramutino in energia di popolo, con vistose proteste di piazza, spie evidenti di un consenso che viene a mancare, perchè la gente di Vado è stufa e la piattaforma proprio non la vuole.

La protesta in piazza e i cortei, oggi, (Roma insegna) o si fanno con l'assenso e la presenza di qualche politico o non si fanno!

 

Ma in questo caso sarebbe imbarazzante, specie dopo recenti dimissioni nel Comune di Vado, vedere alla testa del corteo un ex Sindaco, attuale Assessore al territorio della Provincia di Savona, dello stesso partito dell'attuale Sindaco, impegnato a realizzare il progetto e a non perdere anch'esso il consenso elettorale.

Se questa non è una crisi di coscienza e le parole continuano ad evere un senso, questo può leggersi come l'ennesimo esempio di una assurda schizzofrenia della politica!

 

Allora, GENTE DI " VIVERE VADO", sicuramente anche tra voi ci sarà una grossa componente di coloro che hanno eletto amministratori che, a vario titolo, hanno condizionato irreparabilmente il vostro territorio e la salute di chi lo abita.

Perchè  non continuino a farlo ancora una volta, abbiate il coraggio e la determinazione di fare un passo meno politico, ma più autentico, più istintivo e di rottura, perchè anche il dialogo cambi di modalità: SCENDETE IN PIAZZA!!!!

Fatelo senza l'assenso del politico o del sindacalista di turno; scendete in piazza così come siete con le vostre coscienze

e non prestatele ad interlocutori fittizi che le tratterebbero come merce per la politica della loro merce.

Solo così non rischierete di diventare l'ennesima "riserva indiana" e potrà proseguire il vostro cammino verso l'emancipazione, dove il consenso elettorale premierà LA POLITICA DELLA COSCIENZA.

 

                                           

ANTONIA BRIUGLIA