L’Adusbef è la più attiva associazione a difesa dei cittadini dai soprusi dei settori bancario e assicurativo.
I GUASTATORI

Marco G. Pellifroni

Questa settimana, più che scrivere io, farò un po’ come gli amanuensi medioevali e collegherò tra loro notizie estrapolate da fonti diverse, a illustrazione di come forze maligne siano all’opera dai primi anni ’90 per distruggere quanto di genuinamente e genialmente “nostrano” l’Italia ancora possedeva. Forze rapaci che procedono zigzagando tra i vari schieramenti politici, usandoli a loro piacimento, incuranti dei danni sociali e ambientali che dai loro atti discendono.

C’era una volta il gruppo dei quattro. Il suo collante, nel biennio 1992-1993, era l’impegno nel lavoro per il Nemico. E il Nemico – dello Stato italiano, delle sue imprese pubbliche strategiche, della sua sovranità residua, seppur limitata - si annidava nelle ovattate stanze della Grande Finanza, internazionale e nazionale, decisa a smantellare lo stato sociale, la tutela del lavoro, la gestione pubblica delle maggiori attività produttive italiane. Con punta di diamante la compagnia Goldman&Sachs [quella in cui è ora pomposamente entrato Gianni Letta, v. Trucioli 114, “007 Goldman”]. […] Soltanto così si possono spiegare le ondate di delegittimazione politica e devastazione economica che hanno travolto in quegli anni i vari poteri governativi semi-indipendenti […]  come quello dell’Italia di Craxi. Ondate che dichiaravano la “trasparenza sul commercio internazionale” (per irreggimentarlo in regole di mercato asfittiche e privatistiche e che naturalmente escludevano gli Usa, poi culminate nell’Omc); che operavano per le cosiddette “liberalizzazioni”, “deregolamentazioni”, “privatizzazioni” delle economie nazionali; che culminarono nell’epopea di “Mani Pulite” e nella contestuale presa del potere di agenti dell’usura e della speculazione internazionale. Ecco, quel gruppo dei quattro [con riferimento alla “banda dei quattro cinese] era allora composto da tali Ciampi – governatore di Bankitalia – Andreatta – ministro – Draghi direttore generale del Tesoro, dal 2002 in forza alla Goldman&Sachs – e Prodi – presidente dell’Iri, consulente del cliente-Iri Unilever, inventore di Nomisma e oggi leader dell’opposizione, naturalmente finanziato dalla solita Goldman&Sachs. A questo gruppo si unì con lestezza, alla 8 settembre, anche tale Amato, già delfino di Craxi. […]

Parliamo della doppia grande rapina ai danni dell’Italia, degli Italiani tutti, compiuta in quegli anni. Parliamo precisamente di un convegno sul “Britannia”, l’allora panfilo reale di Sua Maestà la Regina d’Inghilterra, dove alcuni di questi signori negoziarono la svendita del patrimonio pubblico italiano al peggior offerente, sponsor il governatore della Banca Centrale britannica. Parliamo della conseguente mancata difesa della lira dalle speculazioni monetarie […] organizzate dalle banche d’affari e da speculatori quali Georges Soros, finanziato dalla Goldman&Sachs, della svalutazione della nostra moneta, della sua fuoriuscita dalla gabbia di parità del sistema monetario europeo, della conseguente super-stangata fiscale ai danni degli italiani iniziata da Amato e ripetuta via via negli anni dai suoi compagni di merenda. […] Parliamo della svendita totale di ogni gioiello produttivo italiano. Dell’addio alle produzioni strategiche che avevano fatto dell’Italia il quinto Paese più avanzato del mondo, della canalizzazione dell’economia nazionale nei binari del terziario, dei servizi, nel ruolo di camerieri del resto del mondo. Di un’Italia ridotta da questi Signori a Paese sottosviluppato fornitore di spettacoli, moda e null’altro.

Ecco. Una dozzina di anni fa si compì un misfatto a irreversibile danno del popolo italiano. Che da creatore di ricchezza, si trova oggi nelle secche della disoccupazione, del lavoro precario, della mancanza di avvenire. E per quel misfatto, per quella grande rapina del futuro nazionale, nessuno ha ancora pagato. Anzi: al grande speculatore Soros è stato lo stesso Prodi a procurare, all’Università di Bologna, una laurea ad honorem in economia. Come ringraziamento per aver assestato un colpo mortale all’economia nazionale, evidentemente.

Nel gennaio 1997, dal suo esilio ad Hammamet, Bettino Craxi scrisse al Corriere della Sera e a Repubblica (che relegarono le sue parole in una pagina interna) per affermare che la lira nel 1992 non era sopravvalutata, avendo una bilancia commerciale prossima al 98%. Eppure, “$ 48 miliardi furono gettati nella fornace del mercato in difesa della lira e la speculazione fece affari straordinari: Soros avrebbe ottenuto un prestito di un miliardo di dollari Usa al 5 per cento. Con un esborso di 50 milioni di dollari avrebbe conseguito un profitto di 280 milioni di dollari. Un affare d’oro. Non per niente venne poi insignito della laurea homoris causa dall’Università di Bologna. Sarebbe interessante accertare quali gruppi finanziari italiani, e se per caso anche istituti di credito nazionali, abbiano partecipato, rafforzandolo, all’assalto condotto dalla speculazione internazionale contro la lira.”

Oggi abbiamo la risposta ai dubbi di Craxi, ed è contenuta nelle prime righe dell’articolo surriportato (tratto da “Rinascita” del 9/09/2005): le varie banche d’affari, con in testa Goldman Sachs, sempre presente quando si tratta di picconare  l’Italia, ma alla quale il governo continua ad affidare consulenze dorate, nonostante gli illeciti appurati ai danni dello Stato Italiano (v. Trucioli 114 ibid.), grazie alle “porte girevoli” di comunicazione con lo Stato stesso. Entrare alla Goldman Sachs vale immensamente di più di una laurea (dis)honoris causa, è un lasciapassare per accedere alle poltrone governative, ossia al Paese di cuccagna. Quanti di coloro che vediamo compassatamente discettare dagli schermi TV non sono, in via diretta o sotterranea, a libro paga di questa associazione di affari loro, mai affari nostri?

E i risultati di questi impedimenti al libero esercizio dell’attività legislativa da parte di coloro che sono stati democraticamente eletti dal popolo per tutelare i suoi interessi e non quelli della grande finanza sono sotto gli occhi, anzi nelle tasche di tutti: la BCE in un anno ha aumentato per ben 5 volte il costo del denaro. Aumenti ai quali si sono immediatamente adeguate le banche per quanto riguarda gli interessi sui mutui, sui prestiti personali, sui conti correnti, ignorando invece gli adeguamenti dei tassi attivi, come previsto dalla legge Bersani, “con un guadagno illecito sui depositi, ammontanti a € 709 miliardi, che ha superato i € 5 miliardi” *. Idem dicasi per i petrolieri, prontissimi ad alzare il prezzo della benzina ad ogni minimo aumento del greggio, mai ad abbassarlo nel caso opposto e, visto che lo si paga in dollari, ad adeguarsi al continuo deprezzamento di questa valuta nei confronti dell’euro. E, per tornare alle banche: vigono i provvedimenti del governo a loro favore, come l’obbligo delle trasmissioni telematiche dei pagamenti di tasse e contributi, o quello di non pagare in contanti onorari e parcelle varie; ma sono sprezzantemente disattesi quelli a favore dei cittadini, come l’abolizione della commissione di massimo scoperto, l’applicazione degli interessi annuali e non trimestrali (anatocismo), la decadenza delle penali sull’estinzione anticipata dei mutui, ecc.

Ma il governo, intendo dire un governo senza le mani legate, non dovrebbe intervenire, senza esitazioni né riguardi, tramite la Guardia di Finanza? La quale non deve servire solo per tormentare i piccoli commercianti, impiegando invece quegli uomini che si appostano (in borghese!) fuori dei negozi per il controllo degli scontrini, nonostante il doppio controllo degli studi di settore, per verificare se gli articoli di legge a difesa dei consumatori vengono disattesi; e, se sì, denunciare i trasgressori alla magistratura. Esattamente come fanno con i cittadini comuni: quelli che pagano il loro stipendio con le tasse; quelle tasse che banche, d’affari o meno, eludono in massa, e che anzi servono a pagar loro gli interessi sul sedicente “debito pubblico”.

Se queste elementari azioni non vengono intraprese, allora, cari governanti (maggioranza di oggi come di ieri), siete davvero “i camerieri dei banchieri” e dei finanzieri. E non c’è che un modo per licenziarvi in massa: votare scheda bianca alle prossime tornate elettorali.  

Marco Giacinto Pellifroni                                    8 luglio 2007

 

* Vedi http://www.adusbef.it/consultazione.asp?Id=5850&T=P. L’Adusbef è la più attiva associazione a difesa dei cittadini dai soprusi dei settori bancario e assicurativo.