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RINO Canavese è sotto pressione. La critiche ricorrenti
all'operazione Bofill, al suo ruolo di grande regista di
tutto ciò che accade intorno al porto. Le bordate di Beppe
Grillo che, seppure senza citarlo direttamente, ha però
fatto a pezzi le sue iniziative, a cominciare dalla
piattaforma di Vado per arrivare al "pisello attorcigliato"
di Fuksas. E quel clima di sospetto che aleggia intorno ad
ogni mossa del presidente dell'Autorità portuale.
Riportiamo qui di seguito stralci di una lunga
telefonata-sfogo che Canavese ha fatto al cronista.
Un'intervista "rubata" (Canavese ci perdonerà) e proprio per
questo più sincera e interessante.
«...Questa storia delle aree demaniali m'ha stufato. Ho
detto e ripeto che l'operazione Bofill è stata realizzata su
terreni privati come dimostrano i documenti in nostro
possesso. Chi sostiene il contrario, o mostra le carte o è
in malefede ed io sono stufo di subire attacchi da persone
in malafede. Questi signori d'ora in poi dovranno vedersela
con Marson, il mio avvocato. Hanno provato a fermarci con i
ricorsi e il Tar ha dato loro torto. Recentemente anche la
procura della Repubblica ha compiuto ulteriori indagini
senza trovare nulla di irregolare».
È una battaglia condotta da persone che hanno idee
diverse dalle sue rispetto all'uso che si è fatto delle aree
della Darsena. E che cercano la verità. Cosa c'è di male?
«Accetto il contraddittorio se non è infarcito di bugie,
come in questo caso. Personalmente non ho sacrificato un
solo metro quadro di aree portuali agli interessi dei
privati. Per parte mia ho fatto realizzare un terminal
crociere che ha creato posti di lavoro e attraverso il quale
ogni anno arrivano in città 800 mila turisti che presto
diventeranno oltre un milione.Eppure, sono sempre nel
mirino».
Lei soffre la sindrome dell'accerchiamento
«La chiama sindrome? Ma lo sa che in città gira la voce che
con l'operazione Bofill mi sono guadagnato una manciata di
appartamenti, oppure che mia moglie è in società con il
proprietario dei bagni ai quali l'Autorità Portuale ha dato
in concessione un tratto di spiaggia alle Fornaci? Mi dovrò
pur difendere da queste maldicenze».
Parliamo di cose concrete. Dell'operazione Bofill, visto
che quella è oggi sotto gli occhi di tutti, aspettando il
Crescent
«Checché ne dica un 2 per cento di savonesi abbiamo
riqualificato una zona morta, dove sino a dieci anni fa
giravano pantegane lunghe così. Guardi cos'è oggi la darsena
e pensi a cos'era nel '90. Abbiamo lavorato male?».
La convince anche la Torre Orsero?
«Sono soddisfatto dell'intervento nel suo insieme. La Torre,
nello specifico, è probabilmente un po' troppo vicina al
terminal crociere, ma quella è stata una scelta di Bofill,
del suo committente e del Comune. Io sono responsabile della
stazione marittima che è arrivata prima del grattacielo,
dunque?».
Sa che se scrivo questa...
«Le ho espresso un'opinione del tutto personale che non
condiziona il giudizio assolutamente positivo sul nuovo
volto che abbiamo dato alla Darsena. E poi, mi risulta che
gli alloggi siano andati a ruba. Evidentemente, aver vicino
i fumaioli di una nave non è un problema. Quanto ai fumi,
stiamo prendendo tutti gli accorgimenti del caso per ridurli
al minimo. Comunque, per me vengono prima le esigenze del
porto; prova ne sia il fatto che stiamo realizzando un nuovo
accosto per le navi da crociera».
A giorni ci sarà l'inaugurazione del quartiere della
Torre. Crede nelle sue capacità attrattive?
«Sono pronto a scommetterci. Oggi sembra finto? Vedrete
quando ci saranno bar, ristoranti, uffici, negozi. A
proposito: gli spazi commerciali di proprietà dell'Autorità
portuale saranno affittati a canone "controllato". Lo
stabiliremo facendo una media tra gli affitti dei negozi del
centro e quelli del Santuario. I commercianti che
diventeranno nostri inquilini avranno il vantaggio di non
essere dissanguati dal canone, ma in cambio dovranno fornire
servizi sette giorni su sette alla città e ai croceristi.
L'altra novitàè che nel quartiere insedieremo alcuni punti
vendita di prodotti tipici liguri e piemontesi, di altissima
qualità. Ho già un accordo in tal senso con le Regioni
Liguria e Piemonte. Mi sarebbe anche piaciuto vedere nel
nuovo quartiere una grande libreria, stile Feltrinelli, ma
mi sono sentito rispondere che strutture del genere hanno un
senso solo in città sopra i 300 mila abitanti. Comunque, ci
sarà una sorpresa».
Ricorda che l'intera operazione Bofill era nata con un
impegno da parte del Comune e dell'Authority: affiancare ai
palazzi una grande polo d'attrazione con valenza pubblica.
Poteva essere un acquario, un parco giochi, un'area
spettacoli. Non si è visto nulla di tutto questo e non
risulta ci siano idee all'orizzonte
«Ci siamo posti ancora di recente il problema il sindaco ed
io. Il fatto è che Savona, come le dicevo prima, non è per
le sue dimensioni una piazza sufficientemente attrattiva per
certe operazioni. E poi immagini lei se avessimo un acquario
in Darsena: ci troveremmo le auto sopra la testa».
Prima accennava a Grillo?
«Ero in prima fila, come credo fosse giusto. Che brutto
l'attacco al prefetto! Dispiace perchéè una donna che si è
sempre spesa per la città. Sulle questioni portuali, invece,
ho chiesto che la mia risposta sia pubblicata sul suo blog.
In caso contrario, la consegnerò ai giornali».
Bruno Lugaro
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