In Italia molte cose vanno male, i politici spesso (non credo sempre) sono corrotti e incapaci. E’ tutto vero, ma esistono delle positività 
POSSIBILE?

MARGHERITA PIRA

Questa è la volta che, in senso giornalistico, l’uomo morde il cane. In Italia molte cose vanno male, i politici spesso (non credo sempre) sono corrotti e incapaci. E’ tutto vero, ma esistono delle positività

Pare che, finalmente, in Italia qualcosa vada anche bene. O meglio che si parla di  qualcosa che va bene.

 Dopo l’over dose di corruzione, abusi edilizi, connivenza tra ipotetici poteri forti e politici, intercettazioni telefoniche e altro ancora, spuntano anche delle positività.
Esempio.

Domenica 24 si è verificato l’ennesimo guaio alle tubazioni del depuratore. Proprio davanti a casa mia (per questo ho ben presente la situazione). Lì di fronte alla caserme dei Vigili del Fuoco è scoppiato un tubo di scarico del depuratore. Tragedia!

Ma uso il termine senza ironia perché in una domenica estiva è proprio un grosso guaio economico e di immagine.

I liquami sono fuorusciti e, attraverso un rio che passa vicino, si sono riversati in mare.

Immediatamente è scattata l’emergenza.

Il traffico è stato deviato con conseguenze pesanti per la circolazione già impazzita per la solita, peraltro gradita, invasione di turisti verso le spiagge della riviera.

Immediatamente è scattato anche il divieto di balneazione sul litorale antistante..

Vero colpo  per i gestori dei bagni marini della zona  che pensavano finalmente di lavorare nella prima domenica veramente estiva.

Mi aspettavo di conseguenza, subito dopo, la più che giustificata sequela di proteste sui giornali invece… A sorpresa ho trovato su La Stampa, un articolo di un giornalista, Ermanno Branca, che, sia pur con notevole e sagace arguzia, certamente tenero con le autorità locali non è.

Ebbene il giornalista questa volta ha messo in evidenza non tanto i frequenti danni, ma in particolare i vantaggi che il depuratore ha portato alla Riviera permettendo una messe di Bandiere Blu per i Comuni da Finale a Varazze,

E’ vero, ma in questa circostanza proprio non ci avevo pensato e mi ha fatto piacere sentirmelo ricordare.

Martedì poi, preannunciato da un articolo sulla rubrica degli spettacoli di Repubblica, è iniziato il programma “Viva l’Italia in diretta”.

Nella prima puntata è stata presentata una realtà positiva, la Fincantieri . In effetti si tratta di un’azienda sana e specializzata nell’allestimento delle navi da crociera.

Hanno mostrato quegli splendidi alberghi galleggianti che vengono ad approdare alla Torretta settimanalmente .

Si vedevano gli specialisti orgogliosi del prodotto finale, operai dell’indotto contenti di collaborare, extracomunitari che si dicevano perfettamente integrati.

In studio vi erano un sindacalista e il direttore amministrativo (o qualche carica simile) che discutevano se quotare o meno le azioni in borsa.

Discutevano e non si insultavano. Contrapponevano semplicemente le loro diverse visioni del problema.

Dopo tanti scontri violenti e beceri cui siamo ormai abituati, mi è sembrato stupefacente.

Io conosco, anche se molto superficialmente, la realtà dei cantieri liguri legati all’azienda perché esiste a Sestri Ponente la Fondazione Ansaldo che, su richiesta anticipata, permette di visitare le prestigiose sale di Villa dell’Olmo dove sono esposti i documenti dell’inizio attività delle industrie genovesi e della sua evoluzione sino ai prestigiosi transatlantici che molti di noi hanno conosciuto e che, per uno sbaglio imprenditoriale di programmazione (era assurdo pensare di reggere con le navi, pur se veloci e lussuose, la concorrenza dei meno prestigiosi, ma tanto più veloci aerei) sono finite in modo triste.

Avevo già visto in una mostra al Museo del mare, il Galata, un documentario sui nostri emigranti, sulle loro speranze, sulla loro vita grama. Qui è ripetuto anche se in un’altra versione.

Ma viene offerto anche qualcosa di più. Sono state registrate e vengono proposte in visione ai visitatori le interviste dei vecchi lavoratori. Tutti mostravano un fortissimo senso di appartenenza all’azienda e soprattutto orgoglio nel pensare a ciò che avevano contribuito a produrre.

Era una bella realtà e quando sono uscita ero contenta perché era scattato anche in me quel senso di appartenenza a un qualcosa, la Liguria, quel mare, quella gente, quelle opere, a mio parere d’arte, che erano andate creandosi nel tempo.

Conclusione: è vero, in Italia molte cose vanno male, i politici spesso (non credo sempre) sono corrotti e incapaci. E’ tutto vero, ma esistono delle positività. Ecco, proviamo a partire da quelle. Io ne ho citate due, ma quante altre ne esistono! Partiamo da quelle e proviamo a credere ciascuno di noi in quello che fa e forse, con un nuovo approccio, la situazione odierna ci sembrerà più gestibile. 

Margherita Pira.