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La Sinistra Democratica 

di Domenico Maglio

Più i giorni passano e più ci si accorge della confusione politica che dilaga tra chi non ha ancora ben chiaro cosa si vuole costruire. Questo vale per tutti non solo per Sinistra Democratica, anche per il Partito Democratico nonostante quest’ultimo sia qualche passo avanti.

L’incertezza esiste e non solo tra chi guarda gli eventi anche con distacco, ma ciò che è più grave anche tra chi si riconosce in queste aree politiche.

Per quanto riguarda il Partito Democratico si potrebbe azzardare che il gruppo dirigente nazionale dei due partiti promotori ha ben chiaro l’obiettivo, ma credo che buona parte della loro base compresi molti dirigenti periferici, navighi ancora nell’incertezza di ciò che sarà, tanto è vero che le risposte sono attendiste da un po di mesi a questa parte.

Anche per Sinistra Democratica succede un po la stessa cosa, ma qui c’è un problema in più e il fatto sconcertante è che molti non sanno assolutamente di che cosa si parla e pensano che sia un modo per ricostruire qualcosa di improponibile.

Si dice che non sarà un partito ma si procede con un’organizzazione identica, si afferma che si guarda ad una sinistra socialista e si va dalla parte opposta, addirittura c’è chi è convinto che gli amministratori eletti nelle liste di centro sinistra siano oramai di destra visto come operano, e questo la dice lunga sulla confusione comunicativa che c’è.

Direi che per Sinistra Democratica sarebbe ora di smetterla e iniziare a fare discorsi seri, andare a fondo del problema come si proverà a fare qui.

Vediamo di mettere a fuoco qualche concetto cercando di spazzare via le ambiguità che volutamente non vengono rimosse, e francamente si fatica a capire perché, ma questo non vale per tutti coloro che sono usciti dai DS, tutt’altro, dentro la nascente Sinistra democratica ci sono donne e uomini ammirevoli per impegno e volontà.

Intanto su un punto bisogna essere chiari una volta per tutte, indipendentemente dalla fine che farà Sinistra Democratica : questo Movimento o Partito che sia ha indicato decisamente al Congresso ultimo dei DS una strada dalla quale dice di non volersi scostare : il socialismo.

Vorrei ripeterlo ancora una volta, il percorso congressuale della Sinistra Democratica è una soltanto:     LA VIA  INDICATA E’ SOCIALISTA

Altre strade passatiste, massimaliste, alternative, radicali, di lotta, sono già state abbandonate circa 20 anni fa, ma pare che qualcuno non se ne sia accorto ancora dopo tutti questi anni, e l’azione rigenerante che si tende nostalgicamente a svolgere è altamente distruttiva per il fine che Sinistra Democratica si pone.

Allora bisogna fare qualche ragionamento in proposito, per esempio qualcuno dovrebbe spiegare per quale motivo se la via indicata è quella sopra descritta si tende ad andare da tutt’altra parte, per esempio vorrei che qualcuno spiegasse il motivo per il quale se si vuole unire le forze socialiste, con queste non si parla in modo chiaro ma si escludono dai dibattiti, salvo poi dopo proteste di qualcuno si invitano in riunioni a parte.

Non bisogna però lamentarsi se poi queste non rispondono come si vorrebbe per non dire che si defilano.

Il discorso purtroppo è sempre lo stesso, si guarda ai contesti locali dove per forza di cose riemergono vecchie ruggini, e ci si dimentica che il progetto è più alto, più importante, direi quasi storico se mi si passa il termine.

Alcuni affermano che lo spessore politico dell’intellighentia locale non sia all’altezza degli eventi in cantiere, altri notano l’inadeguatezza di una visione arcaica non recuperabile, personalmente credo siano giudizi ingenerosi anche se non discostanti dalla verità visto l’itinerario fin qui seguito.

Ma la realtà potrebbe essere un’altra : la paura di collocarsi dalla parte sbagliata dimostrerebbe la titubanza espositiva di una linea politica chiara, schierarsi dalla parte sbagliata vorrebbe dire essere tagliati fuori definitivamente da ogni possibile incarico istituzionale, allinearsi dalla parte sbagliata non ammetterebbe esami di riparazione, sistemarsi dalla parte sbagliata sarebbe la continuazione dell’emarginazione subita nei i DS vissuta con senso di impotenza.

Per fare delle scelte politiche però il coraggio è necessario, e il coraggio esiste in ogni individuo ma si manifesta soltanto se non si hanno visioni personalistiche.

In fin dei conti bisogna onestamente ammettere che le perplessità sono evidenti, ben pochi hanno idea di cosa significhi seguire una via anziché un’altra.

Ma veramente c’è ancora chi è convinto di ottenere consensi unicamente agitando quella bandiera rossa  che meriterebbe ben altra collocazione che non la sommità di qualche gazebo?

Oppure si ritiene di unire “tutta la sinistra italiana” andando davanti alle fabbriche a sventolare lo statuto dei lavoratori ?

Alcuni pensano che sia ancora possibile e su questo ognuno ha la propria legittima opinione, se però poi gli chiediamo chi sia Giacomo Brodolini e cosa abbia fatto ben pochi lo sanno!! E questo è sconcertante.

Pare un film già visto :  all’ultimo congresso savonese dei DS, la mozione del Segretario citava Bernstein in  un passaggio molto significativo, ma se domandavi a qualcuno dei delegati anche a grandi linee la teoria scoprivi l’assoluta ignoranza in quella materia che peraltro tutti applaudivano senza conoscerla!!

Una situazione deprimente, ma sarebbe tremendamente sbagliato ricordare soltanto i DS, purtroppo succede in molti congressi, ma se la sinistra italiana, socialista, democratica o laica che sia, vuole essere veramente “diversa” sarebbe bene colmasse questo vuoto culturale, almeno nelle conoscenze fondamentali. Si eviterebbero situazioni imbarazzanti.

Facciamo un po’ di surf  filosofico tanto per lanciare qualche messaggio

Per aprire un ciclo nuovo, bisogna conoscere il vecchio, altrimenti si rischia di proporre il nuovo senza rendersi conto che è sempre il solito vecchio. Il risultato sarà che il nuovo non avanzerà proprio perché è vecchio, e proprio perché il vecchio non si conosce e si propina per nuovo non si riuscirà a capire perché questo nuovo che in realtà è vecchio non avanza.

Ma tornando a Sinistra Democratica c’è anche chi dichiara il grande entusiasmo nascente attorno a questo movimento, si parla di grandi attese da parte degli elettori, ma francamente mi sembra una cosa già sentita, i più anziani ricorderanno bene quando Luigi Longo durante il ’43-’44 incitava tutti ad andare con i Partigiani sulle montagne quando sapeva bene che in effetti non c’era ancora nessuno.

Certo, dire come si è detto più volte che il progetto è difficile è certamente vero, ma ad oggi il “difficile” sembra ottimistico, più reale sarebbe dire “impossibile” viste le prime mosse avventate e politicamente sbagliate, come finalmente qualcuno - bontà sua - ha sottolineato recentemente.

Chi scrive ha sottolineato più volte questo fatto, ma il materiale umano dalle nostre parti è quello che è, e resta sordo e cieco di fronte alle esigenze della società italiana che chiede ben altro che una via comunista, orgogliosa ma corrosa dal tempo e dalle tante battaglie.

Vorrei portare alcuni esempi per dimostrare che con le forze della sedicente Sinistra radicale o alternativa non è possibile costruire gran chè, forse qualche accordo elettorale, ma certamente mai e poi mai un progetto complessivo volto allo sviluppo di un paese o ad un nuovo modo di guardare al futuro, a meno che non rivisitino criticamente il loro percorso politico cosa che tutti si augurano ma ad oggi non parrebbe all’ordine del giorno.

Tra le forze di questa sinistra alternativa e le forze del Riformismo socialista ci sono abissi, baratri ad oggi incolmabili, altrimenti un unico partito ci sarebbe già.

La visione complessiva è completamente opposta.

Questa parte della Sinistra considera le forze del Socialismo europeo forze a loro concorrenti, come dice con onestà il Presidente della Camera “….da combattere…”

Sono ancora legate a un’idea del mondo diversa dal socialismo, opposta, che il sottoscritto non condivide alla radice.

A conclusione di questo articolo vorrei portare un altro esempio per dire che quanto detto sopra non sono parole in libertà ma sono fatti.

Verso la metà di luglio 2007 Rifondazione Comunista darà il via alla sua campagna precongressuale, dove ratificherà la neonata Sinistra Europea (avversaria del PSE!!), si confronterà con il Socialismo del XXI secolo, e discuterà dell’ormai inflazionato”  …andare oltre….”.

Fin qui tutto bene, come un normale partito che propone e discute la sua linea politica, però c’è una parte del documento congressuale di Rifondazione Comunista che dice “…Dobbiamo muoverci in fretta per costruire l’unità a sinistra, ma non dismettendo o annacquando noi stessi, per la ricerca di una società nuova in grado di abbattere il Capitalismo….”

Credo di non dover aggiungere altro, e chi in Sinistra Democratica non vuole capire, forse ha sbagliato Movimento (o Partito ?), oppure se così è chi scrive ha travisato come molti altri il messaggio congressuale.

Ma è mai possibile che non si riesca a vedere più in la della Gallinara e della Margonara?

Il Partito Democratico, se porterà a termine i suoi propositi, avrà sempre bisogno di altri consensi per guidare il paese, ammesso che il centro sinistra riconquisti il consenso perduto fino ad oggi, e secondo gli strateghi della politica dove li andrà a pescare?

Se non si vuole che guardi “da un’altra parte” alla ricerca di “alleanze variabili”sarà meglio che una grande forza socialista e democratica nasca in Italia.

Per governare un paese ci vogliono i numeri

Questa è l’urgenza, non riunire i vecchi Comintern e ripristinare Politburo lisi dal tempo!!

Quella storia non è ripetibile e anche se lo fosse non sarebbe più attuale. Non c’entra nulla con la società di oggi.

Ma come si fa a non capire tutto questo?

Come si fa a non avere una visione più aperta?

Il mio appello va dunque a coloro che credono alla possibilità di creare una grande forza socialista.

Questo si che sarebbe possibile e utile al paese.

Se Sinistra Democratica ne farà parte bene, altrimenti pazienza.

Vorrà dire che quando l’Italia sarà governata nuovamente dalla destra ci sarà chi dovrà spiegare molte cose.

Domenico Maglio