LETTERE  ALLA  REDAZIONE
                                    

 

 

                  

Giorgio Magni: Lettera Aperta al Sindaco di Cairo Montenotte Fulvio Briano

 

Caro Fulvio

Alla fine di un consiglio comunale di ordinaria amministrazione, quasi noioso,a parte il lieve  contrasto con la consigliera Germano, hai lanciato la "castagnola" della depotenzializzazione dell'ospedale di Cairo.

Giusta  e ineccepibile la tua reazione, giusta e ineccepibile l'idea di una mobilitazione che contrasti la decisione specifica (e non sono soltanto indiscrezioni; basta scorrere la proposta del riordino della rete ospedaliera e il piano sanitario regionale) del ridimensionamento del presidio sanitario cairese, ma è nostra opinione che a Cairo, come a Pietra   Ligure come a Sestri ponente, e come in altri presidi sanitari liguri valga il detto che se indichi la luna, finisce che tutti guardano il dito.

Ed è così in effetti. Ci si preoccupa delle conseguenze senza guardare le origini del disastro.

Noi del Partito comunista dei Lavoratori siamo stati presenti, e saremo presenti e al fianco di tutti coloro che non solo difendano i presidi sanitari esistenti, ma sosteniamo altresì che per ottenere risultati concreti occorre saldare un movimento complessivo regionale che non renda esecutivo il piano sanitario regionale.

Montaldo e soci hanno deciso di modificare il sistema di assistenza sanitario pubblico, in nome di un fittizio risparmio economico che, senza tenere in alcun conto le esigenze del cittadino, come utente del SSN .lo considera come un cliente, nemmeno tanto importante.

In buona sostanza si agisce come un tempo agivano i chirurghi che per evitare la cancrena ad un piede ti tagliavano tutta la gamba . Così per sanare buchi, sopperire a carenze di organici e di assistenza, si tagliano le caratteristiche peculiari e ottimali dei presidi esistenti.

Il tentativo della Regione liguria di ripianare il deficit della sanità, frutto di sprechi di gestioni incredibili va nella direzione di rendere la tutela della salute alla stregua   della gestione aziendale, dove i ricavi debbono superare i costi, dimenticando che il principio basilare del servizio sanitario  dovrebbe andare nella direzione di offrire un servizio efficiente per i cittadini con la gestione del "bonus pater" tenendo conto delle esigenze del territorio.

Tra gli altri danni che questo intervento, arrogante, senza una seria strategia programmatoria, senza un confronto e con i rappresentanti istituzionali e con i cittadini,   può scatenare tuttavia: una guerra di campanili di competenze, di gelosie professionali e peggio ancora tra i cittadini  un sentimento pericolosissimo: la rassegnazione.

Noi cercheremo di contrastare questo disegno aberrante; lo abbiamo gia fatto (e a tal proposito ti invio una serie di nostri documenti e volantini) fin dalle prime avvisaglie di questo mastodontico attacco alla sanità pubblica del quale avevamo avuto sentore quando le legge regionale aveva a suo tempo stabilito convenzioni privatistiche e onerose con i medici di famiglia (vedi Alassio salute, Cairo salute, Loano salute e ora anche Pietra salute) .

Siamo convinti caro Sindaco delle tue buone intenzioni, ma più che a Bonanni e ad altri funzionari delle Asl, (che se il piano sanitario andrà avanti saranno promossi ad altri incarichi di prestigio e ben remunerati), la richiesta di incontro andrebbe fatta con Burlando e Montaldo (che fra l'altro sono tuoi colleghi di partito), battendo ben bene i pugni sul tavolo: non solo per contrastare il ridimensionamento dell' Ospedale di Cairo M. ma per far loro ritirare il piano sanitario regionale e discuterlo con tutte le realtà territoriali e le istituzioni che le governano.

Un saluto e la assicurazione che pur mantenendo le nostre convinzioni e le nostre scelte politiche saremo presenti per manifestare contro questa Amministrazione regionale della quale pensiamo che:"centrosinistra centrodestra: cambia il cuoco, stessa minestra.

Giorgio Magni

Portavoce del PARTITO COMUNISTA dei LAVORATORI

Sezione di Savona "B.Luppi"

Collettivo di Cairo Montenotte

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La vera scommessa del Santa Corona

 Nino Miceli   Presidente Commissione Sanità e Servizi Sociali Regione Liguria

Si è tenuta nei giorni scorsi una manifestazione, indetta dal sindaco della città di Pietra Ligure Luigi De Vincenzi, a sostegno dell’Ospedale S. Corona.

Io, come altri esponenti dell’Ulivo, vi ho partecipato convintamene, consapevole dei rischi di strumentalizzazione politica che avrebbero potuto manifestarsi e che hanno dato vita anche ad alcune, seppur minoritarie, contestazioni. 

Molti lavoratori dell’Ospedale S.Corona sono preoccupati, temono per il proprio futuro, e con essi molti cittadini che hanno a cuore i servizi e le qualità professionali che l’ospedale pietrose offre a quel territorio e non solo.

Ecco perché penso che sia necessario analizzare con attenzione i fatti ed immaginare quali possano essere gli scenari possibili.

In primo luogo sgombriamo il tavolo da un tema che rischia di inquinare la discussione: il S.Corona non sta “chiudendo” e nessuno sta pensando di metterne in vendita le aree. Ricordo che l’unico atto concreto che tendeva a contrarre le aree sanitarie dell’ospedale, prevedendo la costruzione di un nuovo monoblocco da finanziarsi attraverso la vendita di parte delle palazzine del S.Corona, risale all’epoca della precedente governo regionale di centro-destra, direttore generale il “commissario liquidatore” Cagliani, e che il primo atto della nuova giunta regionale  di centro-sinistra  e dell’assessore Montaldo fu bloccare quella operazione ed il ridimensionamento di S.Corona che ne sarebbe conseguito.

Non solo, ma nel corso di questi primi due anni di gestione Montaldo-Neirotti, il S.Corona ha potenziato le proprie già significative eccellenze ed in particolare:

·         Il centro di rilievo internazionale per la chirurgia protesica è passato dai 950 interventi del 2005, ai 1150 del 2006 e si è posto l’obiettivo, realistico, di 1400 interventi per il 2007

·         La capacità diagnostica, già molto significativa, dell’ospedale è stata ulteriormente rafforzata dall’arrivo della Pet-tac, macchina ad altissima qualificazione che interviene sulla prevenzione, sul follow up, e sulla verifica della terapia delle patologie tumorali

·         Si è avviata l’attività di chirurgia toracica, precedentemente assente in provincia di Savona, in sinergia con l’IST di Genova

·         E’ stata ulteriormente rafforzata ed incrementata l’attività del centro di rilievo nazionale per malati mielolesi (Unità Spinale Unipolare) attraverso l’individuazione del nuovo dirigente di struttura complessa e implementando i posti letto da 26 a 28

·         Si è dato avvio alla sperimentazione gestionale che porterà ad una società mista, di cui la parte pubblica deterrà la maggioranza delle azioni, e che attraverso la ristrutturazione di una delle attuali palazzine inutilizzate del S. Corona consentirà di offrire finalmente una sede adeguata all’attività intramoenia dei tanti professionisti capaci presenti nell’Ospedale

·         Infine è di questi giorni l’annuncio del trasferimento a S.Corona dell’Ematologia del professor Gobbi, che consentirà di curare i giovani pazienti di leucemia, e di altre gravi patologie, a S. Corona anziché a Genova come avviene oggi

Inoltre in tutte le occasioni pubbliche l’assessore Montaldo ed il Presidente Burlando hanno costantemente ribadito l’importanza e la centralità del S.Corona per la sanità savonese e ligure, a partire dalla riconferma della sua vocazione all’alta specialità ed all’emergenza come dimostra il suo essere, unico ospedale in Liguria insieme al S.Martino, sede del Dipartimento di Emergenza e Accettazione di 2° livello.

Il punto pertanto è come integrare al meglio questa struttura preziosa e qualificata nel contesto più ampio del panorama sanitario ligure caratterizzato da due elementi strutturali ed uno contingente che necessitano di una qualche riflessione.

Il primo consiste nel fatto che la sanità ligure soffre, anche in ragione di scelte sbagliate operate nel passato, di un pesantissimo disavanzo strutturale: circa 300 milioni di euro all’anno, pari al 10 % del bilancio ligure destinato alla Sanità. Nessuna azienda privata potrebbe permettersi nel tempo una condizione di questa natura. E non può permetterselo neppure la nostra Regione. Da ciò ne discende che qualcosa occorre fare e che lo status quo non è una soluzione.

Il secondo punto riguarda l’andamento demografico della nostra Regione e della provincia di Savona che è caratterizzato da una altissima percentuale di persone anziane. I cittadini con più di 65 anni sono oltre il 27 % della popolazione. A questi vanno aggiunti gli innumerevoli turisti “anziani” che soggiornano per molti mesi all’anno nella nostra provincia. Queste persone sono portatrici di bisogni nuovi, spesso al confine tra l’ambito sociale e quello sanitario, a cui abbiamo il dovere di dare risposta. Oggi le nostre capacità di risoluzione di questi problemi sono spesso insufficienti ed inappropriate.

Il terzo punto è lo scenario che cambia: dal prossimo anno sarà attivato il nuovo Ospedale di Albenga, che andrà a sostituire l’ormai fatiscente struttura del vecchio plesso ospedaliero.

Inoltre nelle scorse settimane è stato presentato dall’ASL 1 di Imperia il progetto di costruzione di un nuovo e moderno Ospedale da 630 posti letto ad Arma di Taggia con la conseguente chiusura degli attuali ospedali di Bordighera, Imperia e San Remo. Immaginare che questi fatti, peraltro entrambi frutto di decisioni che hanno coinvolto diverse amministrazioni di centro-destra e di centro-sinistra, non pongano un problema di ridefinizione delle funzioni svolte dagli attuali ospedali, tra cui il S.Corona, è del tutto irrealistico e soprattutto rischioso per il S.Corona in primo luogo. 

Da questa analisi è maturata l’ipotesi di far tornare l’Ospedale di Pietra Ligure e l’Ospedale Villa Scassi di Sampierdarena all’interno delle attuali ASL 2 e ASL 3; non per ridimensionarli o ridurne il peso, come sostiene strumentalmente il centro-destra, ma al contrario per integrarli alle altre strutture ospedaliere, rafforzare i legami con i servizi territoriali ed esportare quella capacità produttiva che le Aziende Ospedaliere hanno sviluppato all’insieme dei servizi offerti dalle ASL.

Il punto è se vogliamo per i nostri cittadini un sistema sanitario, come quello lombardo, basato sulla competizione e sulle Aziende oppure un sistema che al contrario faccia leva sui principi di una forte programmazione regionale, da cui la necessità di costituire l’Agenzia Sanitaria Ligure, e di una forte integrazione tra i diversi ospedali e tra ospedali e territorio. Questo è il tema vero che la politica ed il Consiglio Regionale devono affrontare.

La scommessa è costruire un nuovo patto che consenta a questi due ospedali di eccellenza, il S.Corona e il Villa Scassi, di aprirsi e di integrarsi con il territorio che hanno accanto. Discutiamo di questo e ricerchiamo insieme le maggiori garanzie possibili affinché tutti concorrano convintamene al progetto a partire dagli operatori e dai professionisti. 

Nino Miceli   Presidente Commissione Sanità e Servizi Sociali Regione Liguria

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No per Consuegra

Il circolo Pannunzio dice "la battaglia per le torri di Albenga non è ancora vinta".Vorremmo allargare il discorso perchè Albenga non è solo il suo centro storico e il progetto dei grattacieli di Consuegra, a cui a suo tempo,siamo stati i primi in assoluto come movimento di Albenca c'è e come Verdi a dire NO!

Riteniamo che ancora troppi fanno da spettatori sull'invasione di cemento che questa città sta subendo.Albenga non ha mai avuto un piano logico e coerente di urbanizzazzione ,il degrado e lo scempio è , oggi ,sotto gli occhi di tutti e le sue ripercussioni non tarderanno a farsi sentire sulla qualità della vita:

dallemissioni di CO 2 , di polveri sottili e di benzene, all'inquinamento elettromagnetico,alla riduzione della falda idrica.

Siamo una delle poche cittadine che pur avendo , rispetto al resto della Liguria, spazi considerevoli abbiamo costruito strade con grandi curve.

Quando i nuovi circa 800 appartamenti di nuova costruzioni ( per la maggioranza bilocali) avranno i loro residenti il traffico cittadino diventerà caotico e insostenibile.Occorre un Piano Urbanistico molto attento e serio .

Questo processo è iniziato e lo seguiremo con molta attenzione e stimoleremo azioni di tutela efficaci per la tutela dell'ambiente.Ben vengano le posizioni di circoli , associazioni , movimenti sull'argomento :il nuovoPiano Urbanistico di Albenga non deve essere lasciato nelle mani dei soliti noti ma deve diventare uno strumento di partecipazione.Su questa linea si sta muovendo il Sindaco e questa maggioranza,su questa linea lo seguiremo fino in fondo rispondendo alle provocazioni della minoranza , che ben si è guardata a suo tempo di fare altrettanto , molti Consigli Comunali saranno dedicati alle tappe urbanistiche significative che questa bella città deve affrontare dal Polo scolastico , all'ortofrutticola , al porto etcc.con spirito costruttivo e per uno sviluppo coerente ed ecocompatibile.

Carlo Tonarelli  Consigliere di Albenga C'è  Portavoce dei Verdi