Intervista  LA STAMPA
Claudio Burlando Presidente della Regione
PARIDE PASQUINO
“Subito l’Aurelia-bis  Sansa? Una cosa seria”
SAVONA
 
Faccia a faccia con Claudio Burlando. Il presidente della Regione a tutto campo sui grandi temi di economia, politica, sviluppo e turismo del Ponente ligure, ma soprattutto sulle questioni più scottanti del Savonese: il caso Margonara-Sansa e la guerra del Santa Corona.
Presidente, nella sua ultima visita a Savona lei ha praticamente annunciato che l’Aurelia-bis è la vera priorità. Conferma?
«Certo. Ne ho parlato con il ministro Di Pietro. E’ l’unica grande opera pubblica appaltabile subito, anzi cantierabile come si dice in gergo. L’abbiamo candidata a ottenere i fondi delle Leggi obiettivo e avevamo anche chiesto al governo altri 30 milioni per piccoli interventi sulle strade. Il fatto che nel Dpef questi non siano previsti, mi lascia pensare che avremo il finanziamentoper l’opera più importante. Prima però dobbiamo sperare in un rapido accordo affinché la competenza dell’Aurelia torni all’Anas».
Che cosa vuol dire?
«Significa che non ha senso che nel Lazio e in Toscana l’Aurelia sia statale e qui in Liguria sia smembrata tra le diverse province».
E’ un problema politico?
«Più che altro è un problema di buonsenso».
Quanto costerà la nuova Aurelia?
«Mi aspetto che nel nuovo piano triennale dell’Anas ci siano 400 milioni».
Parlando di viabilità, che cosa pensa di un sistema viario che va in crisi ormai ad ogni weekend? Con il turismo mordi-e-fuggi non è un disincentivo trovare ogni settimana lunghe code per venire al mare?
Non è un buon biglietto da visita e credo che su questo tema la soluzione possa essere trovata insieme da Liguria e Piemonte. Lunedì ci sarà un incontro nel quale metteremo le basi di una legge congiunta per la Albenga-Carcare-Predosa».
Cioè?
Piemonte e Liguria faranno due leggi identiche per la nuova autostrada e poi vedremo quali saranno gli investitori interessati».
C’è lo stesso ottimismo per il raddoppio ferroviario?
«No, c’è la consapevolezza che in Liguria si mobilita un terzo del traffico nazionale di container e che serve avere sbocchi a Pontremoli, verso Ventimiglia e nel terzo valico di Genova. Senza il raddoppio salta tutto il sistema. Questo concetto va capito in fretta, anche perché i francesi stanno accelerando con il progetto Tgv per collegare ad alta velocità Marsiglia a Tolone, Nizza e Ventimiglia. Non possiamo restare indietro».
Parliamo del S. Corona. Le va?
«Mi va di parlare dei problemi. Non posso invece seguire le battaglie di campanile, perché di questo si tratta».
Però c’è chi dice che la deaziendalizzazione sia l’anteprima della chiusura.
«Figuriamoci. Chi dice che vogliamo chiuderlo per farci delle villette si assumerà la responsabilità di una dichiarazione del genere. Abbiamo aperto la Tac, la Pet, nuovi spazi per l’Unità spinale, il nuovo pronto soccorso. Se questo significa voler chiudere...»
Allora facciamo chiarezza sulla manovra.
«Avevamo il 10 per cento di deficit su 3 miliardi di euro di budget. Con un buco del genere o si cambia sistema o si aumentano le tasse. D’altronde bisogna pensare che le Marche hanno una sola Asl, noi invece abbiamo 12 centri di costo tra Asl, aziende e ospedali speciali. Per Savona avremo una sola Asl e 4 ospedali, risparmiando 7 milioni di euro in personale amministrativo. Non mi pare poco. Preferisco dare alla gente 7 milioni di euro in Tac, risonanze magnetiche ed esami specialistici».
Ma al S. Corona vogliono che la Maternità non venga spostata ad Albenga.
«Allora mettiamola così. Preferirei spendere 1 milione di euro per avere due ostetricie a 15 chilometri di distanza che 7 milioni di stipendi per dirigenti ammistrativi».
Caso Margonara-Sansa. Dopo la sua lettera è stata aperta un’inchiesta. E’ soddisfatto?
Certamente. Mi attaccano dicendo che ho preso a male le dichiarazioni di Sansa. Non è affatto vero. Io le ho prese molto seriamente. Un magistrato mi dice che attorno alla Margonara ruotano presenze inquietanti? Ho subito chiamato il procuratore della Repubblica».
Ma lei come la vede?
«Il caso Fuksas-Margonara è stato molto chiacchierato fin dall’inizio, secondo un costume abbastanza tipico del Ponente. Se oggi poi, quando ancora non esiste una progettazione definitiva, mi si viene a dire che io devo trattare con personaggi inquietanti, io rispondo che non è affatto così. Non devo trattare con nessuno. Ci deve pensare la magistratura».
Tutte chiacchiere secondo lei?
«Non ho elementi per dire che le voci che circolano su presunti intrecci tra la politica e gli affari siano tutte fandonie. Anzi, è successo spesso che in molte vicende, simili per certi versi a questa della Margonara, gli intrecci ci fossero eccome. Sbaglierei se dicessi ‘’Chi se ne frega?’’. Adesso sulla vicenda della Margonara c’è solo un dibattito culturale e politico. Però che io venga messo in croce per un progetto che non ho mai visto mi sembra una cosa abbastanza buffa. Accetto il dibattito, ma solo sulle decisioni che ho preso come nel caso di Loano, di Imperia o di Ospedaletti, sulle quali posso essere criticato».
Che cosa succederà quindi?
«Io in questo momento posso solo dire che farò la mia parte con molto scrupolo nel rispetto del mio ruolo che è un ruolo istituzionale. Quando sarà chiarito ogni dubbio, e se il Comune di Savona confermerà il proprio interesse in questo progetto, la Regione lo esaminerà nei suoi aspetti urbanistici e ambientali».