|
NON SOLO piattaforma nell'agenda di Rino Canavese, impegnato
mercoledì in una "full immersion" romana. Anzi, la questione
più delicata ha riguardato le Funivie, o meglio il problema
di come mettere sollecitamente fine alla gestione
commissariale degli impianti di sbarco (Miramare), trasporto
(cavo) e stoccaggio (San Giuseppe) delle rinfuse solide in
arrivo nel porto di Savona. Il commissariamento ha raggiunto
il traguardo dei 18 mesi e non se ne intravede la fine,
anche se nel marzo scorso il ministero dei Trasporti ha
ricevuto dalla appena costituita Funivie Spa la richiesta
ufficiale di assegnazione di impianti e attività funiviarie.
«Da allora - sottolinea Canavese, nella veste di presidente
della società Funivie - non si è fatto un solo passo avanti.
Il ministero ha chiesto un parere di conformità alla Corte
dei Conti ma se ne sono perse le tracce. Ora c'è stata
questa convocazione da parte di ben due ministeri, Economia
e Trasporti. Speriamo di essere riusciti a smuovere
qualcosa».
Nel frattempo le previsioni, forse un po' ottimistiche, di
ottenere da Roma la nuova concessione entro la primavera,
sono tramontate. «La società? avverte Canavese - non è
disposta ad attendere in eterno. Ricordo che la mia è una
presidenza temporanea e che Funivie è controllata da
imprenditori privati, Ascheri, Campostano, Tirreno Bianchi,
che agiscono sulla base di convenienze economiche». Ma non
c'è solo il parere della Corte dei Conti nell'elenco degli
ostacoli. Il regime commissariale avrebbe dovuto avviare le
operazioni di bonifica dei parchi, ma al momento resta solo
un'intenzione. «A Roma l'ho detto chiaro - chiude Canavese
-: se pensano ad una gestione ministeriale in eterno sono
liberi di farlo. Ma a qual punto noi, come società Funivie,
ci sentiremo svincolati da ogni obbligo».
s.d.s.
|
|