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La Sinistra Democratica

…quando la via Socialista si perde nella steppa…

di Domenico Maglio

 

La Sinistra Democratica ha perso il “mia”.
Quell’aggettivo possessivo in prima persona singolare era un segno di una speranza, la speranza di poter realizzare finalmente un qualcosa che esiste in ogni paese d’Europa, una forza Socialista in grado di orientare le politiche di governo e di rappresentare ciò che di più alto è contenuto nelle pagine della Costituzione, diritto al lavoro, laicità dello Stato, giustizia sociale solo per ricordare qualche passo.

La via Socialista idolatrata è invece svanita nelle nebbie della nostalgia ed per la nascente Sinistra Democratica la porta del dimenticatoio in cui rinchiudere il socialismo si è aperta troppo presto, anzi si è aperta subito, affondando così l’entusiasmo iniziale.

Il fatto che abbia perso l’aggettivo non significa però che abbia perso anche validità il progetto in se, che resta importante, solo che quest’ultimo strada facendo ha sconfessato la sua dottrina congressuale che è stata in grado di attirare grandi consensi all’interno dei DS e anche fuori.

Non c’è nulla di male a voler riunire sotto un unico tetto i partiti che nel radicalismo italiano e nella sinistra cosiddetta alternativa si riconoscono, è una posizione degna del massimo rispetto e del tutto legittima però bisognava enunciarlo preventivamente, ognuno avrebbe liberamente aderito, oppure avrebbe espresso le sue riserve, ma in base ad concetto chiaro, cosa che non è avvenuta, il sentimento di essere stati ingannati è palpabile non solo in chi scrive, ma in molte persone più o meno vicine alla sinistra che a queste condizioni hanno espresso chiaramente la loro indisponibilità alla nascente “Cosa Rossa” che va in direzione opposta al Socialismo Europeo.

E così si è di nuovo in mare aperto, alla ricerca dell’isola che non c’è.

In effetti non si capisce bene cosa stia succedendo in certe teste pensanti, gli strateghi della politica o sedicenti tali non mancano di certo, ma pare che questa tesi personale sia però in buona compagnia, tanto è vero che addirittura la capogruppo alla Camera di Sinistra Democratica, on. Titti Di Salvo, anche recentemente e non solo lei per la verità, ha sottolineato che si sta andando fuori dalle linee congressuali che indicavano nel PSE l’unico approdo da mantenere, invece i contatti coinvolgenti con le forze socialiste italiane sono praticamente assenti, per non dire accuratamente evitati.

Titti Di Salvo

Comunque ognuno è certamente libero di operare le scelte che ritiene più opportune, ma per quanto mi riguarda faccio della coerenza la bandiera principale, soprattutto in politica dove la chiarezza segna lo spessore delle persone.

Francamente credo non abbia alcun senso iniziare di nuovo una battaglia per cercare di spostare da una parte tutta un’area politica, che tra l’altro da quella parte doveva andarci da sola senza esitazioni, questo lo si faceva già nei DS, e ricominciare sarebbe un’assurda perdita di tempo, tanto valeva allora restare nella vecchia casa, almeno fino a quando questa esisterà, per lo meno si conoscono bene gli avversari, si lavora in una struttura, e soprattutto c’è un progetto chiaro, assolutamente non condivisibile ma definito contro il quale contrapporre le proprie posizioni critiche cercando di ottenere dei risultati.

Se questi non arriveranno si vedrà che fare e dove andare.

Francamente mi domando che senso ha avuto fare una battaglia congressuale per il Socialismo quando poi lo si emargina e si va da tutt’altra parte, ma questi saranno problemi che affronterà chi dovrà spiegare che al congresso DS si era scherzato, con tanti auguri per i futuri consensi elettorali, quanto mai ambiti localmente.

Inoltre il fatto che le opinioni si esprimano su un giornale web come “Trucioli Savonesi” anziché in un’aperta discussione la dice lunga su quanto questa Sinistra sia “Democratica”, discussioni e dibattiti non ce ne sono mai stati all’interno dei transfughi DS, mai una volta che si sia affrontato il problema alla radice, in compenso però c’è sempre qualcuno che crede di poter decidere per tutti in riunioni ristrette, dove si illude che “obbedir tacendo” sia prassi ancora consolidata.

E questo è un grosso errore politico ma anche di metodo, che ha avuto già molte e importanti defezioni, persone che hanno voluto restare nel vecchio partito fino a quando avrà vita intuendo prima di altri la strada che Sinistra Democratica avrebbe seguito, ma temo che il ripensamento non sia terminato.

Bisogna guardare con onestà ciò che sta avvenendo :

i DS hanno deliberato al loro congresso di dare vita al Partito Democratico assieme alla Margherita, e vareranno la Costituente alla fine dell’estate prossima, liste, candidati, manifesto e tutto ciò che sarà necessario a dare vita alla forza politica alla quale aspirano e che indicano come la panacea della politica italiana in forte crisi di credibilità e con il morale sotto i piedi.  Il sangue già sta scorrendo ma il bello verrà in seguito.

Una parte consistente dei DS ha deciso invece di non seguire la maggioranza del Partito e di provare ad unire le forze della sinistra italiana ponendo al congresso come fattore dirimente il Socialismo, sia in Italia che in Europa,  indicando l’avvio della loro costituente. Però subito dopo la nascita del movimento Sinistra Democratica hanno cambiato strategia guardando verso alleanze che sono completamente estranee all’ideologia Socialista, provocando mugugni e continui dietro front di molti che inizialmente avevano con passione sposato la causa.

Lo SDI, unica forza socialista di storia consolidata sta avviando anch’essa la propria costituente per riunire le forze disperse dalla diaspora che ben si conosce, ed è una mossa obbligata visto anche l’itinerario intrapreso dai fuoriusciti DS, che naviga verso una sorta di neo comunismo moderno a loro completamente estraneo.

In questa inflazione di costituenti c’è da perdere la testa perché all’appello sarebbe da non dimenticare la costituente dei Verdi lanciata al loro Congresso di Genova, quello della sinistra più radicale che tenterà di riunire PRC – PdCI – Il Cantiere di Occhetto e chi più ne ha più ne metta, e come dimenticare ciò che succede a destra con la proposta di un’altra costituente per il Partito delle Libertà da avviare appena finito l’ennesimo conteggio delle schede elettorali del 2006, e il “grande Centro” lanciato dall’UDC con la benedizione dell’UDEUR,  probabilmente parte della Margherita oltre ad altre sigle che rimandano a formazione cattoliche tipo vecchia DC, per non parlare del Partito della Famiglia lanciato dall’ex sindacalista Pezzotta che dovrebbe fare proseliti tra gli aderenti al Family Day con in aggiunta qualche gruppo fondamentalista clericale.

Insomma l’offerta è molta ma la richiesta lascia a desiderare perché di veramente nuovo in effetti non si intravede granchè.

Comunque per quanto riguarda Sinistra Democratica resta da dire che francamente l’interesse sta scemando, non solo localmente ed è un peccato perché se affrontata in altri termini l’idea poteva veramente incidere nella politica italiana, ma le prime mosse parlamentari lasciano alquanto perplessi, prima si dice che il governo deve essere al riparo ma si costruisce un asse con chi tiene posizioni intransigenti verso l’esecutivo di cui fa parte, poi si minaccia il Ministro dell’economia (che forse se lo merita anche) con una raccomandata ultimatum facendo pesare gli oltre cento parlamentari riuniti sotto le sigle firmatarie, ma ci si dimentica però che questi numeri parlamentari saranno ben lungi dall’essere di tale consistenza alle prossime elezioni se si presenteranno liste unite sotto una nuova confederazione di stampo passatista.

Personalmente rispetto le scelte di chi nella sinistra crede ancora all’ideologia marxista, (anche se temo che molti non sappiano assolutamente nulla di quella dottrina ) ma vorrei ricordare che si parla di archeologia politica, di utopie non realizzabili, e questo dovremmo averlo capito tutti oramai, quindi se si vuole andare verso una società più giusta e socialmente più  equa la strada è un’altra.

Detto questo c’è da sperare in un repentino e veloce cambio di rotta di Sinistra Democratica in senso chiaramente socialista, ma allo stato attuale non parrebbe all’ordine del giorno, quindi l’attrattiva è purtroppo destinata a diminuire in modo esponenziale, e lo dico con rammarico.

Pazienza, vorrà dire che ancora una volta ci si metterà di nuovo in cammino, a cercare e cercare ancora, a meno che i DS battano un colpo e si ricordino che il loro DNA non può che essere di sinistra, Socialista.

Domenico Maglio